Oggi è la festa della mamma e, come si dice comunemente, genitori non si nasce, ma si diventa. E si può anche imparare a migliorarsi nel “mestiere più difficile del mondo” grazie a un corso e alla condivisione delle proprie esperienze con altri. Dagli anni Ottanta, infatti, Age, Associazione Italiana Genitori, tiene lezioni gratuite per mamme e papà. A Genova una delle docenti è Maria Luisa Decotto.
Com’è nata l’idea dei corsi?
Age è nata cinquant’anni fa. A Genova, come altrove a livello locale, è nata con i decreti delegati negli anni Settanta, per sostenere i genitori nel nuovo compito di partecipazione al governo della scuola. Age nazionale è una federazione senza scopro di lucro, con uno statuto, che in particolare indica si ispira ai principi della Costituzione, alla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo, del fanciullo e dell’etica cristiana. Quindi per i primi anni le associazioni locali hanno funzionato come supporto per i genitori, fornendo anche i testi di aiuto per partecipare agli organi della scuola. Poi, negli anni Ottanta, è emersa un’esigenza nuova: i cambiamenti repentini nella società e la sua complessità, hanno avuto ripercussioni sulle famiglie. Erano anni in cui si organizzavano già conferenze e incontri per i genitori su vari temi, come comunicazione ed educazione affettiva, ma da Roma è partita l’idea di fare un corso-percorso d’aiuto ai genitori nella loro azione educativa. Così si fecero due cose: istituire un Istituto di ricerca, grazie anche ai docenti universitari presenti tra i genitori, e da qui è nato Irsef, Istituto di ricerche e studi sull’educazione e la famiglia, che nel corso degli anni è diventato un ente accreditato dal Miur per la formazione del personale della scuola, secondo il Decreto del 2004. E poi l’Irsef, in collaborazione con l’Università Salesiana di Roma e Lorenzo Macario, docente di pedagogia evolutiva, ha elaborato il corso-percorso, prima in forma sperimentale e poi strutturato; da qui è nata la Scuola Genitori Age nel 1984 e nel 1986 in Liguria. Lo scopo non è quello di fare incontri spot, anche se si fanno ancora monotematici e promozionali, ma un corso percorso di crescita e formazione.
Chi tiene i corsi?
Chi è iscritto alla Scuola di Formazione Ennio Rosini, fondatore di Age, che forma e certifica con percorso triennale, gli Esperti in educazione di ambito familiare. Requisito indispensabile è essere genitori, perché la metodologia privilegia l’esperienza. Io ho iniziato nel 1996 a tenere i corsi. Noi abbiamo una professionalità, ma siamo volontari con rimborso spese. I corsi non si tengono solo a Genova, ma anche in altre zone, grazie al finanziamento regionale. Nel Levante fino a Sarzana e nel Ponente ad Albenga. Sono tenuti anche su richiesta di scuole e parrocchie. Si tratta di una modalità di formazione semplice, ma molto efficace, e il fatto di essere genitori per i genitori aiuta molto a crescere insieme. Da genitore il corso ha cambiato la vita anche a me. I genitori di oggi sono diversi da quelli di ieri? I problemi principali sono sempre gli stessi: prima di tutto relazionarsi in modo costruttivo, quindi comunicare e affrontare certi comportamenti dei figli e riuscire a responsabilizzarli. Indubbiamente negli ultimi anni le problematiche sono aumentate, soprattutto perché sono emerse nuove dipendenze. Un problema che riscontriamo molto, infatti, è l’uso sconsiderato dei cellulari da parte dei ragazzini, per cui aiutiamo a instaurare un buon dialogo, perché la base della prevenzione della dipendenza è una buona relazione, e così, nel dialogo e nell’ascolto, possono venire fuori aiuto e consigli, per mettere in guardia da eventuali rischi che i figli non vedono.
In quanti seguono i corsi a Genova?
In questo momento siamo nove docenti e teniamo i corsi anche a seconda delle richieste; un luogo in cui li facciamo è lo Spazio famiglia di Via Cairoli, dove c’è la nostra sede, e poi ne abbiamo fatti anche in collaborazione, per esempio nell’ambito del progetto “In crescendo”, coinvolgendo anche genitori stranieri. Siccome era volto al sostegno dei ragazzi che possono essere più in difficoltà, nell’ambito di incontri e dopo scuola per sostegno psicologico, pedagogico e così via, si è previsto anche il corso per i genitori. Siamo soddisfatti dell’esperienza, e lo erano anche i genitori. All’anno teniamo circa 10 corsi. Il corso base di 8 incontri di 2 ore l’uno.
Quali temi si trattano durante i corsi?
Si parla di temi quali il ruolo del genitore, il comportamento e suo significato, le emozioni e i sentimenti, l’incoraggiamento e la costruzione dell’autostima. Quello sulla comunicazione è diviso in due incontri: come ascoltare i figli e come parlare ai figli e farsi ascoltare da loro. Inoltre si parla di “Educare alla responsabilità e all’autodisciplina” e “Come essere autorevoli e in grado di gestire i conflitti in modo positivo”. Sono i principali nodi dell’educazione. Oltre a questo corso base ci sono altri corsi specifici: per esempio per fasce d’età dei figli, da zero a tre anni, di cinque incontri, dal tema “Genitori non si nasce ma si diventa”, e altri temi come “Alla scoperta del mondo, protezione e libertà, i no dei bambini e i no ai bambini, “piccoli passi verso il distacco e l’autonomia” e “Genitori, nonni, adulti intorno al bambino”. Possono esserci anche corsi di approfondimento con lo stesso gruppo del corso base.
Come si svolgono?
Il gruppo è fondamentale; se vengono entrambi i genitori è meglio, ma altrimenti uno, quello che può, e non è necessariamente la madre, ci sono anche tanti padri. I figli non partecipano mai, è uno spazio dedicato ai genitori. Diamo preferenza all’esperienza, allo scambio di esperienze tra genitori, al coinvolgimento dei partecipanti, alle verifiche e ai feedback. C’è sempre la presentazione di uno strumento pedagogico: non è il gruppo di auto-aiuto, ma di studio, informazione e crescita, in cui si presentano strumenti pedagogici. Abbiamo anche materiale di supporto, il quaderno del genitori, in cui ci sono le sintesi degli argomenti trattati, questionari, test da fare in forma anonima e spunti di approfondimento. Infine abbiamo un testo di riferimento: “Genitori i rischi dell’educazione” di Lorenzo Macario, costituito da una parte teorica e una pratica.
I genitori dopo si sentono cambiati?
Sì. Si parte dall’essere rasserenati, perché si scopre che non siamo soli, ma viviamo le stesse difficoltà, che non sono colpa di nessuno, ma fanno parte del percorso normale della vita. Poi un altro risultato è lo scoprire che abbiamo molte risorse a cui magari non pensiamo, ma che sono dentro di noi. E il lavorare in gruppo serve proprio ad aiutarci ad attivarle e si scopre che spesso è anche semplice, che basterebbe cambiare modo di rispondere o di chiedere per fare cambiare la relazione. Quindi basta rendersi conto che per ascoltare bisogna stare zitti, concentrarsi su quello che ci viene detto, anziché pensare a cosa dire dopo al figlio. Se invece mi concentro su di lui, sul suo sentimento, su quello che mi manifesta, si capovolge la comunicazione. E vale per tutte le relazioni, specialmente quelle significative.
Qual è l’età dei genitori partecipanti?
Varia. C’è stata anche una mamma in attesa del primo bimbo, che ha deciso di partecipare per prepararsi. Ci sono tutte le età, e anche, all’opposto, genitori con figli di vent’ anni, con cui non pensavano di non poter recuperare una modalità di relazione più costruttiva e invece ci sono riusciti.
Partecipano anche genitori stranieri?
Sì, ci sono tanti bambini nelle nostre scuole figli di genitori stranieri, quindi ci sono anche nei nostri corsi genitori di varie nazionalità e non abbiamo mai avuto problemi con la lingua, ci siamo sempre capiti. Personalmente non ho trovato problemi a causa di impostazione culturale per l’educazione dei figli. I corsi sono talmente focalizzati sull’esperienza personale e la relazione con i figli, che portano ad annullare le differenze. E il clima in cui si svolgono è di riservatezza e di mancanza assoluta di giudizio, favorita dall’empatia. Si chiede, infatti, di cercare di diventare empatici verso l’altro, cogliere il sentimento con cui si manifestano le cose. Anche come esercizio sul figlio: il sentimento e l’emozione ci dicono di più delle parole, ci aiutano a raggiunger il succo del messaggio, se si fa attenzione entrando in buona relazione con lui. Quindi persone mai conosciute prima, durante i corsi hanno atteggiamenti di condivisione e aiuto reciproco.














