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Economia | 12 luglio 2019, 04:33

Il mugugno genovese e quella salvezza da conquistare

Chi mastica calcio lo sa bene che a parte un paio di blasonatissime compagini, nessun tifoso è esente dalla sofferenza per un campionato andato male

Il mugugno  genovese e quella salvezza da conquistare

Chi mastica calcio lo sa bene che a parte un paio di blasonatissime compagini, nessun tifoso è esente dalla sofferenza per un campionato andato male. Eccezion fatta, ma non troppo, per la Juve che ha a disposizione praticamente due squadre da schierare, gli altri si devono barcamenare come possono tra turn over, infortuni, espulsioni e partite ogni pochi giorni.

Pensiamo quindi a quelle realtà sicuramente più “umane”, come diceva il grande Paolo Villaggio in Fantozzi riferito al Megadirettore Galattico, pensiamo per esempio alle squadre genovesi. Diversissime per nascita e per storia, acclamate a Genova e fuori per spirito di conservazione di quei tanti emigrati dalla bella “Zena” che hanno esportato in terre lontane la passione per rossoblù e blucerchiati.

Senza scomodare il glorioso passato di entrambe le squadre, riferendoci solamente agli ultimi anni, probabilmente nemmeno i più popolari bookmakers italiani avrebbero saputo scommettere sulle peripezie di un Genoa sempre alle prese con un Preziosi in costante agitazione, che oggi compra mezza squadra e domani ne vende tre quarti, che cambia gli allenatori come si cambiano le camicie nell’armadio, che probabilmente ancora ha un conto aperto con i tifosi che non gli sanno perdonare la rottura con il sicuramente compianto Gasperini. L’ennesimo anno in vista della zona retrocessione è l’ennesima tegola in testa a migliaia di genoani che non smettono mai di tribolare per via di una squadra che un giorno ti batte la Juve e il giorno dopo rischia la figuraccia con praticamente tutto il resto delle squadre della classifica.

Dall’altra sponda della città i forse più fortunati sampdoriani che comunque non fanno mancare le critiche a Ferrero e la protesta per la cattiva gestione dei bilanci societari durante gli ultimi anni, probabilmente anche in casa blucerchiata non manca chi rimpiange i Garrone o chi ancora mugugna tra i denti la voglia di riscossa per un campionato e per una squadra che non riesce a staccare i cugini in modo definitivo dalla zona retrocessione.

Ci si affida ai vecchi senatori e si spera in qualche sorpresa

Pandev e Quagliarella non si possono certo chiamare sorprese in quanto entrambi vanno a spegnere 37 candeline quest’anno. C’è da dire che la classe dei due bomber è comunque, nonostante l’età non più da giovincelli, una delle ancore di salvezza che ha traghettato Genoa e Samp fino a questo punto del campionato, a una manciata di giornate dalla fine del torneo ci sono sicuramente moltissimi genovesi che non vedono l’ora di vedere un po' di vittorie, magari proprio nel derby che da più di mezzo secolo esalta i tifosi all’ombra della Lanterna, magari una sorpresa in uno scontro diretto come quello col Lecce per i rossoblù di Nicola, perché no un colpaccio della Samp contro una Juve che in questi giorni si vede appannata, forse quasi appagata in anticipo per l’imminente ennesimo trionfo, forse.

Il periodo delle supposizioni e delle statistiche è ormai terminato, mentre la Sampdoria può godersi una certa tranquillità, seppur molto precaria, a causa dei vari scontri delicati come appunto quello con la Juvents e quello con il ritrovato Milan di Ibra, il Genoa deve adesso più che mai concentrare le proprie energie sull’obiettivo salvezza. Del resto, la Genova dal cuore rossoblù è sicuramente avvezza a soffrire fino all’ultimo e non ha mai nascosto la sua incredibile volontà di alzarsi e continuare a lottare. Nonostante le penalizzazioni in tribunale ancora indigeste ai più, nonostante il toto allenatore che ti fa rodere il fegato quando vedi il tuo ex Mister dei sogni fare la storia dell’Atalanta mentre tu annaspi per non retrocedere, a questo e ad altro sono abituati i genovesi.

Richy Garino

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