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Eventi | 07 agosto 2019, 13:49

Ferragosto a Palazzo Ducale di Genova: gli appuntamenti

Mostre, visite guidate e concerti per il 15 Agosto

Ferragosto a Palazzo Ducale di Genova: gli appuntamenti

Giorgio de Chirico. Il volto della metafisica, Pablo Atchugarry, Inge Morath, Labirinto Luzzati e la visita al Palazzo; 4 mostre e l’intero Palazzo aperti al pubblico nella giornata di Ferragosto.

E ancora l’ultimo appuntamento dei Notturni en plein air con il pianista Orazio Sciortino.

Anche quest’anno, per la festa di mezza estate, Palazzo Ducale apre le sue porte con un ricco programma di attività e con un biglietto di ingresso speciale a €.10 per la mostra di de Chirico con la Cappella Dogale e  la visita agli spazi storici del Palazzo, dai Saloni alla Torre Grimaldina, alle Carceri.

 

Labirinto Luzzati, nel Sottoporticato è aperta al pubblico gratuitamente.

Per Inge Morath biglietto ridotto a €.8
Ingresso alla mostra di Pablo Atchugarry, comprensiva di visita a tutto il Palazzo, €.5.

La mostra di de Chirico e il Saloni sono aperti eccezionalmente fino alle 22, ultimo ingresso alle 21.

Le mostre

 

Giorgio de Chirico. Il volto della Metafisica

Appartamento del Doge + Cappella Dogale

Dalle 10 alle 22

 

La mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, presenta 100 opere, realizzate dal Pictor Optimus nell’arco della sua intera carriera, provenienti da alcune delle più importanti istituzioni e musei italiani e da prestigiose collezioni private.

La rassegna propone una revisione critica della complessa attività dell’artista, a cento anni dalla decisione (1919) del Maestro di prendere una diversa direzione dalla pittura Metafisica (1910-1918) a favore di stili e tecniche ispirati al Classicismo e ai grandi maestri del passato. In linea con la posizione che de Chirico ha sempre sostenuto, la mostra evidenzia non un distacco, ma un’evoluzione sempre più sofisticata.

L’intento della mostra – sostiene la curatrice – è promuovere l’interpretazione di una metafisica continua, sostenuta anche dallo studioso Maurizio Calvesi, laddove l’intero corpus dechirichiano, nonostante le variazioni di stile, tecnica, soggetto, composizione e tonalità di colore, è da considerarsi metafisico. Le opere di de Chirico, influenzate dalla filosofia del tardo Ottocento e in particolare da Nietzsche, esplorano il capovolgimento del tempo e dello spazio, con prospettive ed ombre illogiche, utilizzando spesso il dépaysement, giustapposizioni senza senso di oggetti comuni in ambienti inaspettati. Il filosofo-poeta offre all’osservatore un mondo enigmatico, che trasforma la quotidianità e la banalità delle cose in rivelazione, lasciando scoprire il lato metafisico della realtà.

In questo senso, le opere dal 1919 in poi, sia ritratti e nudi sia nature morte e paesaggi, non solo rappresentano i frutti della sua ricerca sulla tecnica pittorica, ma costituiscono anche uno sviluppo notevole della sua interpretazione della metafisica. Realizza copie di opere antiche, inserisce rimandi alle opere dei grandi maestri del passato o ad altre sue stesse opere: si tratta di un’esplorazione ininterrotta del tempo ciclico, dove il passato e il presente coesistono sullo stesso piano in una sorta di eterno ritorno nietzschiano.

La mostra è suddivisa per temi: il viaggio e il ritorno, con opere come L’ebreo errante del 1917, Ulisse (Autoritratto) del 1922, Ritorno di Ulisse del 1968; il mondo degli esterni metafisici, uno dei temi più riconoscibili dell’arte dechirichiana, con i panorami urbani (le piazze d’Italia, le torri), e i bagni misteriosi, raccontati in mostra attraverso le illustrazioni realizzate per Mythologie di Jean Cocteau del 1934. Ma anche le figure, i trovatori-manichini, i personaggi mitologici, le muse inquietanti e gli archeologi. E ancora gli interni metafisici, la natura anch’essa metafisica, con le nature morte o vite silenti, e infine la tradizione, con i vari ritratti che alludono alla ritrattistica quattro-cinquecentesca, i celebri autoritratti ispirati a Rubens o Velasquez, e ancora le copie e le libere interpretazioni di opere dei grandi maestri come Durer, Watteau, Courbet, Renoir, Raffaello e Perugino.

 

Labirinto Luzzati

Sottoporticato

Dalle 11 alle 19

 

Scenografo, illustratore, cineasta d'animazione, ceramista, maestro in ogni campo dell'arte applicata: Lele Luzzati è stato tutto questo e molto di più. Una mostra antologica non può che essere un labirinto, fatto di bozzetti, costumi, fotografie, modellini, ceramiche, cartoni animati, materiali di ogni tipo - tra cui alcuni inediti - per raccontare l'arte e la genialità di Lele Luzzati.

 

 

 

Attraverso un percorso tematico e biografico viene proposto un viaggio nell’arte del Maestro, suddiviso per sezioni, che raccontano la sua arte dagli esordi negli anni ’40 fino agli ultimi lavori scenografici realizzati per il Teatro Carlo Felice di Genova.

Infaticabile, intenso e poliedrico, nelle sue opere non ha mai abbandonato quel senso di “joie de vivre”, di innocenza e fantasia che le caratterizza e che questa mostra intende trasmettere al pubblico come parte fondante per comprendere tutta la sua lunga attività artistica.

 

Inge Morath
La vita. La fotografia

Sottoporticato
Dalle 11 alle 19

“Fotografare è un fenomeno strano. Ti fidi dei tuoi occhi e non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima”.

Questo credeva la straordinaria Inge Morath, fotografa austriaca, famosa in tutto il mondo perché fu la prima donna fotografo a lavorare per l’agenzia Magnum Photos, un mondo che fino agli anni ‘50 era solo declinato tutto al maschile.

 

La mostra è la prima grande retrospettiva realizzata in Italia che offre la stupefacente occasione di conoscere più da vicino e in modo più intenso la straordinaria arte creativa e la profonda sensibilità di questa meravigliosa fotografa austriaca, ma autentica cittadina del mondo.

L’esposizione ripercorre il cammino umano e professionale della Morath, dagli esordi accanto a Henri Cartier-Bresson fino alle collaborazioni con le più prestigiose riviste come LIFE, Paris Match, Vogue , senza dimenticare i celebri ritratti di Igor Stravinsky, Pablo Picasso, Audrey Hepburn solo per citarne alcuni.

Le oltre 170 immagini e le decine di documenti ci offrono la più ampia ed esaustiva panoramica sullo straordinario lavoro prodotto dalla Morath, ripercorrendone l’intera carriera, ma anche regalando al visitatore curioso e appassionato, uno squarcio significativo sulla personalità così sensibile della fotografa austriaca.

 

Visita guidata ore 17.30, costo €.8 + ingresso mostra

Info e prenotazioni al 3703289126 – info@genovainmostra.it

 

 

 

Alla conquista della luce. Sculture di Pablo Atchugarry

Salone del maggior Consiglio

Dalle 10 alle 22


Alla conquista della luce esprime compiutamente lo spirito creativo di Pablo Atchugarry (nato a Montevideo nel 1954), un artista capace di interrogare il marmo attraverso un gesto di seduzione tattile che travalica e vanifica l’idea del tempo. La sua conquista dell’astrazione passa infatti attraverso una classicità che rimanda all’antica cultura greco-romana e a successivi agganci barocchi che l’aiutano a proiettare nello spazio misteri assoluti di linee e di forme.

Infatti queste sue forme si nutrono della ritmica rincorsa dei vuoti e dei pieni nel rievocare talora il transito di un dinamico panneggio che assorbe e diffonde la luce. E un simile incanto emerge sia dal candore del marmo di Carrara, sia dal grigio del bardiglio: lo possiamo ammirare nelle venticinque opere in rassegna che rinnovano la magia narrativa della pietra. Pari seduzione scaturisce inoltre dalla quindicina di bronzi che sono conquistati e accarezzati da un variabile monocromatismo. L’imponente opera, intitolata La danza della vita, che accoglie i visitatori nell’ampio atrio a piano terra del Palazzo Ducale costituendo l’avvio dell’intero percorso contemplativo, entra decisamente nella filosofia del processo indagatore tipico di Pablo Atchugarry: si tratta di un albero d’ulivo, ormai disseccato, scavato e interrogato da appositi attrezzi per farlo rivivere come opera d’arte, per elevare i contorcimenti e gli sviluppi radicolari a sublime narrazione. Proprio come succede al blocco di marmo a cui l’artista chiede di rivelare l’anima ovvero quella realtà michelangiolescamente custodita nel suo interno.

Sarà quindi l’ampio salone del Maggior Consiglio a incrementare e a completare il viaggio alla conquista della luce attraverso seducenti stazioni contemplative che coinvolgono tutti coloro che entrano in empatico colloquio con le composizioni del nostro autore.

Il Palazzo con i Saloni,  la Torre Grimaldina e le Carceri storiche


Sede del governo della Repubblica di Genova e residenza dei dogi, Palazzo

Ducale è oggi uno spazio polifunzionale nel cuore di Genova che ospita mostre,

incontri culturali, attività educative ed eventi commerciali. La sua costruzione si sviluppa nel corso dei secoli, a partire dal Medioevo fino alla fine del Cinquecento, quando l’intervento del Vannone trasformò gli spazi adeguandoli al prestigio e alla ricchezza raggiunti dalla Repubblica.

In seguito all’incendio del 1777 la facciata e i Saloni furono ricostruiti secondo il gusto dell’epoca, in pieno stile neoclassico da Simone Cantoni.

La Cappella Dogale ( alla fine del percorso della mostra di de Chirico nell’Appartamento del Doge ) è un vero gioiello del barocco genovese, interamente affrescata da Giovanni Battista Carlone nel 1653.

Sebbene sembri dedicata alla Vergine, rappresentata nella radiosa scultura di Francesco Schiaffino posta sull’altare, la Cappella celebra i fasti di Genova: in un crescendo di decorazioni, dal pavimento con i marmi policromi alla volta a trompe l’oeil, alle pareti affrescate su cui sono rappresentati gli eroi della storia di Genova, Guglielmo Embriaco e Cristoforo Colombo.

La Torre Grimaldina, attiva fin dal 1100 come torre di avvistamento,  è il segno più evidente dell’originaria costruzione medievale del Palazzo, ed è uno dei simboli del potere civico: i rintocchi della sua campana avevano il compito di comunicare i momenti più solenni e drammatici della città. La Torre, ad eccezione della torre campanaria, ha sempre ha svolto inoltre sin dal XIV sec. la funzione

di carcere per prigionieri politici, cospiratori e anarchici, almeno fino ai

primi del Novecento.
Le Carceri storiche, a cui si accede visitando anche la Torre, costituite da celle piccole e scomode, circondate da inferriate e illuminate da feritoie, sono ricoperte da scritte e graffiti: proteste di innocenza, poesie, pitture murali con paesaggi, velieri e mongolfiere sono le tracce ancora oggi visibili di un passato secolare.

 

Il concerto alle 22
Cortile maggiore

(ingresso libero fino a esaurimento posti)

 

I Notturni en plein air

Orazio Sciortino

Musiche di Robert Schumann, Gioacchino Rossini, Orazio Sciortino, Franz

Lizst
In collaborazione con GOG Giovine Orchestra Genovese

 

 

VISITE AL PALAZZO

I saloni del Maggior e Minor Consiglio, la Torre Grimaldina e le Carceri storiche sono aperti al pubblico per visite individuali o guidate.

Orario 10-19.30 - solo i Saloni restano aperti eccezionalmente fino alle ore 22

Costo €. 5

 

VISITE GUIDATE al Palazzo

Ore 11 e  16 appuntamento davanti alla biglietteria al Piano Porticato

Costo 8€ + 4€ biglietto ridotto di ingresso al Palazzo

Info e prenotazioni al 3703289126 – info@genovainmostra.

 

Comunicato stampa

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