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Politica | 03 settembre 2019, 12:48

"Il Paese che vogliamo", è partito il roadshow nazionale Cia per un progetto di riforma dell'agricoltura in 5 mosse

Da parte degli Agricoltori Italiani, ultima chiamata alla politica per cambiare l’Italia. Oltre 80 presenze nella piccola cittadina dell’Appenino ligure tra cui istituzioni regionali e locali

"Il Paese che vogliamo", è partito il roadshow nazionale Cia per un progetto di riforma dell'agricoltura in 5 mosse

Gli agricoltori Italiani a lavoro a Sassello sul progetto di riforma in cinque mosse per cambiare l’Italia. Mentre a Palazzo Chigi si lavora per formare il nuovo esecutivo, è partito ieri, lunedì 2 settembre, con la tappa in provincia di Savona, il roadshow di Cia dedicato a “Il Paese che vogliamo” per presentare al futuro governo, dopo le tappe da Nord a Sud Italia, il suo dossier conclusivo articolato in cinque punti centrali:  infrastrutture, territorio, filiere, fauna selvatica e politiche europee.

Il viaggio di Cia lungo la penisola ha riunito, per l’interregionale Liguria-Piemonte, oltre 80 presenze tra cui rappresentanti di istituzioni regionali e locali, enti e istituzioni, oltre a tecnici ed esperti dei vari settori dell'economia e della società che interagiscono con il territorio.

Per l’intera giornata, fino alla tavola rotonda conclusiva a tenere banco nel confronto  con Agricoltori Italiani, temi non più rinviabili e di estrema urgenza per il Paese: infrastrutture, governo del territorio, Enti locali e politiche europee, filiere a vocazione territoriale e sistemi di gestione della fauna selvatica.

"Concretezza e lungimiranza hanno contraddistinto il dibattito con le rappresentanze regionali e locali, le associazioni e la società civile -ha commentato Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria. - È l’approccio che ci aspettavamo e che ci porterà ad elaborare proposte mirate, elaborando soluzioni specifiche per le zone rurali del Nord, con Liguria e Piemonte a fare da capofila".

Tra le priorità emerse oggi ai tavoli, ha aggiunto Alberto, «la necessità di modificare la legge nazionale 157 che disciplina la gestione della fauna selvatica, e quella di aiutare i giovani imprenditori semplificando la burocrazia. Una politica che si adoperi in tal senso è un grande incoraggiamento per gli under 40 che scelgono di continuare a investire nelle aree interne».

"Ma l'aspetto più significativo di questa giornata a Sassello - conclude Alberto - è la grande voglia di partecipare al dibattito emersa da tutti i tavoli di discussione. Molti dei partecipanti ci hanno infatti chiesto esplicitamente di dare continuità a questo processo di coinvolgimento e confronto, ed è quello che come Cia continueremo a fare, con orgoglio e determinazione, da qui in avanti".

"Con il nostro roadshow siamo pronti a portare al governo non consigli, ma proposte articolate e sostenute da numeri e fatti. Siamo una componente strategica dell’Italia e vogliamo contare per quello che siamo - conferma Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani-. Non a caso siamo partiti da Sassello, qui inizia l'Appennino, che è la dorsale della maggior parte delle aree rurali nazionali. È una terra rappresentativa della aree del Nord, fatta di piccoli Comuni, ma con un gap di infrastrutture fisiche e digitali che va sanato. Su questo stiamo lavorando e continueremo a farlo passando per la tappa al Sud, il 4 settembre a Benevento, per poi arrivare a novembre in Centro Italia, tra i Comuni del cratere del sisma 2016".

Hanno partecipano tra gli altri: Daniele Buschiazzo, sindaco di Sassello; Sonia Viale, vicepresidente Regione Liguria; Stefano Mai, assessore all’Agricoltura della Regione Liguria; Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte; Mons. Marco Granara, presidente Fondazione Antiusura Santa Maria del Soccorso.

Redazione


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