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| 03 febbraio 2021, 13:53

Maltrattamenti in Rsa a Varazze, parziali ammissioni per le 3 oss coinvolte: si giustificano dicendo di essere stressate

Revocati gli arresti domiciliari per Rossana Barigione: due episodi non erano riconducibili a lei ma ad un'altra persona. Restano ai domiciliari Natalina Minasi e Simona Siccardi

Maltrattamenti in Rsa a Varazze, parziali ammissioni per le 3 oss coinvolte: si giustificano dicendo di essere stressate

Hanno risposto al Gup Alessia Ceccardi ammettendo i fatti contestati dalla Procura, anche se gli hanno attribuito una valenza diversa specificando che erano stressate.

Questa mattina, Simona Siccardi, 48 anni (difesa dall'avvocato Pierluigi Pesce), Natalina Minasi, 64 anni (assistita dal legale Giacomo Gardella) e Rossana Barigione, 58 anni (avvocati Barbara Murialdo ed Erika Lotti del foro di Genova), poste agli arresti domiciliari dalla guardia di finanza lo scorso 25 gennaio per diversi episodi di violenza e maltrattamenti nei confronti di più ospiti della rsa La Villa di Varazze, ascoltate in Tribunale a Savona dal Gip e dal Pm Chiara Venturi, hanno ammesso il loro coinvolgimento riconoscendosi nelle immagini di videosorveglianza ma hanno contestato però l'accusa dei maltrattamenti specificando di avere avuto solo un atteggiamento non educato.

A Barigione erano stati contestati quattro episodi ma in sede di interrogatorio è stato appurato che due episodi non erano riconducibili direttamente alla 58enne ma ad un'altra persona e due non sono stati considerati rilevanti.

Per questo il Gip ha disposto di revocarle la misura degli arresti domiciliari. Per Siccardi e Minasi ( i loro legali hanno richiesto un'attenuazione della misura) invece la misura cautelare allo stato è rimasta invariata.

E' previsto per venerdì 5 febbraio l'interrogatorio di Tiziana Uccelli, 46 anni e Alessandro Rossi, 50 anni, arrestati il 29 gennaio insieme a Elisa Zunino, 38 anni, che causa Covid, verrà interrogata prossimamente.

I provvedimenti restrittivi sono stati disposti al termine di una complessa indagine, coordinata dalla pm Chiara Venturi, e durata alcuni mesi, durante la quale sono stati documentati numerosi e reiterati episodi di violenze fisiche e verbali.

Dall'attività investigativa svolta, erano emersi bruschi strattonamenti dei pazienti durante le operazioni di pulizia personale e cambio degli abiti, fino ad arrivare a veri e propri schiaffi, accompagnati da insulti, minacce e imprecazioni proferiti dai sei operatori, ai quali sono seguiti grida di dolore, pianti e implorazioni delle vittime.

Molto spesso, durante l’orario di lavoro, gli anziani pazienti erano stati lasciati incustoditi, senza che venissero soddisfatte le loro reiterate richieste di assistenza, attivate dagli ospiti anche attraverso i campanelli posti nelle vicinanze dei letti. Gli inermi anziani venivano anche minacciati di essere lasciati senza i pasti, fino al rischio di essere legati al letto e percossi, solo per aver “disturbato” le operatrici con le loro richieste di assistenza, peraltro più che legittime e pienamente rientranti nei doveri lavorativi delle tre arrestate. 

Comportamenti per i quali l’autorità giudiziaria aveva contestato l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera e della minorata difesa delle vittime, molte delle quali non autonome a causa delle infermità che le affliggono.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, oltre ai locali della Rsa, sono in corso, erano state effettuate le perquisizioni delle abitazioni dei 6 oss, per ricercare ulteriori elementi di prova ed acquisire le cartelle cliniche di alcuni ospiti della struttura, anche in previsione di possibili ulteriori sviluppi investigativi. 

Luciano Parodi

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