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Eventi | 23 settembre 2021, 14:50

‘In ricordo di un amico’ inaugura a Villa Croce la mostra di Gaetano Pesce (FOTO)

La rassegna rimarrà allestita a Villa Croce e negli altri spazi cittadini dal 24 settembre al 9 gennaio

‘In ricordo di un amico’ inaugura a Villa Croce la mostra di Gaetano Pesce (FOTO)

Si apre a Villa Croce a Genova ‘In ricordo di un amico’, la personale di Gaetano Pesce: un omaggio al lavoro e alla ricerca di uno dei maestri del design ed architettura contemporanea, celebrato a livello internazionale. Un’esposizione che vuole anche essere un omaggio ad un amico recentemente scomparso, Germano Celant, altro grande personaggio del mondo della cultura contemporanea, figura fondamentale per la storia dell’arte.

Un amico che Pesce ricorda con queste parole: “Un’amicizia che è iniziata quando eravamo ai nostri inizi... Germano era un anno più giovane di me e ci conoscemmo a Genova quando lui era ancora studente e io avevo una mostra alla galleria La Carabaga diretta da Guido Ziveri: era credo l’inizio anni 60. Da allora ci vedevamo di tanto in tanto ai quattro angoli del mondo. Più spesso quando, sia Germano che io decidemmo, senza sapere l’uno dell’altro, di vivere a New York. Io ci venni con la famiglia e vivevamo a Prospect Park, lui si trasferì da solo e viveva a Lafayette St. Germano con il tempo diventò curatore al Guggenheim Museum e io continuavo a perdermi nelle mie ricerche. Ci vedevamo saltuariamente, ma lo straordinario avvenne quando Germano conobbe Paris Murray che lavorava nella galleria Blum Hellman che si trovava in Greene st. al numero 80, al piano terra di dove avevo lo studio. Poi arrivò Argento e con il tempo Germano e la sua famiglia si trasferirono a Milano. Talvolta, nei miei viaggi nella città lombarda lo visitavo nella sua bellissima casa. Nell’aprile 2020 venne a New York e mi telefonò per vedermi nel mio laboratorio al Navy Yard. Il mattino della sua visita mi avvertì dicendo che non si sentiva bene e che sarebbe ritornato a Milano quel pomeriggio stesso. Qualche tempo dopo, da Paris, venni a sapere che Germano ci aveva lasciato a causa del covid”.

“La mostra In ricordo di un amico è un progetto che non si conclude negli spazi chiusi del museo ma esplode all’esterno, con quattro sculture fuori scala che “arredano” il centro della città – spiega l’assessora alle Politiche culturali Barbara Grosso – si parte da piazza Fontane Marose con la Maestà tradita, si prosegue verso piazza De Ferrari, dove si trova la Up di stracci gigante e si conclude in piazza Matteotti con la Sedia Portaritratti”. Il percorso si conclude nuovamente a Villa Croce dove, nel parco, di fronte al nuovo profilo del waterfront in piena trasformazione, domina una scultura totalmente inedita, La Crocefissione della manualità, realizzata da Pesce nel 2020, durante il periodo del lockdown ed esposta per la prima volta in occasione della mostra di Genova.

All’interno del museo di Villa Croce, la mostra intreccia sui due piani lavori storici e rivisitati, come l’iconica poltrona Up5&6 che si impone nello spazio che accoglie i visitatori al piano terra, con le sue forme antropomorfe ingigantite da dea della fertilità che, nello stesso tempo, denunciano la condizione della donna, ancora oggi vittima di violenze, o Moloch del 1972, una versione macro della celebre lampada da tavolo L1, nata nel 1937 grazie al designer Jacob Jacobsen, con i lavori più recenti come le Pelli (Industrial Skin) in resina sottile come uno strato di epidermide, appesi al soffitto della grande stanza decorata al primo piano, i Vasi, che sembrano sciogliersi come cera colorata fusa, i tavoli e le sedie, alcune come la serie Pratt chair iniziate già negli anni ‘80 e le lampade, il Pulcinella e la Donna applique di papier maché ricoperto di resina poliuretanica.

Artista, architetto scultore e designer, spezzino di nascita ma ormai stabilmente a New York, dove vive dal 1980, Pesce si è sempre contraddistinto come autore eccentrico ed ecclettico, espressione dell’ala più innovativa e radicale dell’Italian Design degli anni ’60. Principale motore dell’artista è la continua sperimentazione che investe sia le forme, con i suoi oggetti, decisamente materici, che assumono aspetti bizzarri e imprevedibili, sia i materiali, spesso morbidi, leggeri e trasformabili al tatto, perché sono vivi e in movimento, come le resine, il poliuretano, l’elastome e il silicone. Le opere che ne nascono sono pezzi unici, con una propria individualità che li distingue l’uno dall’altro perché, secondo Pesce “La democrazia deve garantire e proteggere la diversità, non l’uguaglianza”.

La variazione e la pluridisciplinarietà sono gli elementi fondamentali del suo modo di procedere e del suo fare arte, un’arte che vuole essere “attiva” per portare un cambio positivo nella società contemporanea. La rassegna, che rimarrà allestita a Villa Croce e negli altri spazi cittadini dal 24 settembre al 9 gennaio, è a cura dello Studio Gaetano Pesce, New York.

Comunicato stampa

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