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Cultura | 18 novembre 2021, 09:10

Dal San Martino alla Basilicata, il ritorno alle origini di Gianluca Bruno, con un romanzo emozionante

Il giornalista e scrittore, a lungo voce dell'ospedale genovese verso i media, ha fatto ritorno in terra lucana, dove lavora all’ufficio stampa della Regione. Il suo romanzo “Di spalle al vento” mette assieme con intensità, fantasia, pura immaginazione ma anche esperienza di vita tra Nord e Sud

Dal San Martino alla Basilicata, il ritorno alle origini di Gianluca Bruno, con un romanzo emozionante

Personaggio famoso dell’informazione genovese, dopo essere stato a lungo responsabile di quella del Policlinico San Martino di Genova ed avere conquistato stima e fama sotto la Lanterna, Gianluca Bruno ha finito con il sentire il richiamo delle origini e si è trasferito nella ‘sua’ Basilicata, dove ora prosegue nella sua attività di giornalista presso l’ufficio stampa della terra lucana. Con aggiunta di essere scrittore. Ma non dimenticando tuttavia la città della Lanterna che ha amato, ama ancora e conosce meglio di tanti genovesi doc, pure a mille e oltre chilometri di distanza, ha deciso di dedicarle un romanzo.

Da persona precisa quale è, quanto sensibile alla sofferenza umana che ha visto molto da vicino facendo a lungo il tramite tra i media e la struttura sanitaria di corso Europa. Ed è così che ha realizzato un romanzo dal titolo ‘Di spalle al vento’, che si rifà alla tragedia di Ponte Morandi, che ha colpito tutti ma soprattutto i genovesi o chi, come Bruno, in questa città è cresciuto ed ha vissuto a lungo. “Romanzo - commenta l’autore - che unisce idealmente due territori italiani distanti, la Liguria e la Basilicata”. Il libro è fresco di stampa ed è edito da Edigrafema. Interessante, attuale e che fa riflettere, la trama mette assieme fantasia, esperienza di vita dell’autore.

Protagonista è infatti proprio un giornalista che vive a Genova: Andrea Maria Vitale che non si identifica comunque in alcun modo con lo scrittore ed è puro parto della fantasia. Personaggio che, spiega Gianluca Bruno, “scopre improvvisamente di essere affetto da una malattia, la leucemia mieloide cronica, che lo costringe a ripensare sé stesso e a ripercorrere un tempo interrotto molti anni prima nella sua terra d’origine”. E quale altra potrebbe essere se non la terra lucana?

Il protagonista del romanzo era partito da Rotondella, borgo della provincia di Matera. “La malattia spezza la sua vita e lo porta a tornare sui suoi passi. Si era allontanato dal paese natio - spiega Bruno - a causa di tragiche circostanze familiari. Arrivato a Genova con la sorella più piccola, dopo che i genitori erano morti in un incidente stradale, si ritrova a respirare i fumi e le polveri dell’acciaieria di Cornigliano, quartiere dove vivono gli zii a mille chilometri di distanza dal proprio paese e dalle proprie certezze e dove i parenti lo ospitano. A Genova conosce una insegnante, studia, diventa giornalista politico per un giornale che in effetti non esiste e si chiama ‘La Lanterna del Nord’. Spirito libero, persino un po’ irriverente, scopre la malattia e si trova a dover fare i conti con se stesso e capisce che deve tornare dove aveva lasciato una parte di se e va a ritrovare se stesso. Torna in Basilicata, ci resta qualche tempo e poi decide di tornare nuovamente a Genova. Ma quando sta per partire è il 14 agosto 2018. Il giorno della tragedia del Morandi”.

Il resto, dice l’autore, “lo si scoprirà leggendo il libro”. “Dagli anni ’80 del secolo scorso al crollo del Ponte Morandi, volti e luoghi, presente e passato si incontrano e scontrano in un’esistenza, quella di Andrea, che troverà compimento in un epilogo di speranza”, indica Bruno commentando la sua opera. Libro da leggere, che racconta una storia intensa dalla quale si evince il valore della memoria, la sua importanza, ma soprattutto il bisogno di ciascuno di noi di vivere in pace con le proprie radici che sono nella nostra interiorità sempre e anche quando se ne è lontani.

Dino Frambati

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