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Politica | 04 gennaio 2022, 14:16

Genova è la prima città d'Italia a sperimentare il progetto LGNet per l'integrazione dei migranti

Nella nostra città sono state coinvolte 40 persone, tutte provenienti da Africa e Pakistan e di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Insieme hanno riportato a splendore i cimiteri di Cesino, Pegli e Sestri Ponente

Il consigliere delegato alle Politiche sociali Mario Baroni

Il consigliere delegato alle Politiche sociali Mario Baroni

È stata Genova la prima città a sperimentare il progetto LGNet Assistenza Emergenziale finanziato dall’Unione Europea – attraverso la linea di finanziamento Misure emergenziali del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) – e gestito dall’ministero dell’Interno, dipartimento per le libertà civili, insieme ad Anci.

Nella nostra città sono state coinvolte 40 persone, tutte provenienti da Africa e Pakistan e di età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Il progetto LGNetEA è un progetto finalizzato all’integrazione delle persone migranti a Genova, ponendosi come obiettivo quello di migliorare la qualità di vita e il benessere sociale di tutta la comunità soprattutto in quei territori dove è alta la presenza di cittadini di origine straniera che non hanno ancora raggiunto un sufficiente livello di integrazione.

"Ci sono molti aspetti positivi in questo progetto – spiega il consigliere delegato alle Politiche sociali Mario Baroni – e uno di questi è la ricchezza delle relazioni che si instaurano tra i genovesi che frequentano le aree dell’intervento e i giovani migranti. È accaduto più volte che, magari dopo un primo momento di stupore, i cittadini genovesi si siano affezionati a chi lavorava per rendere migliore il proprio territorio di adozione sostenendoli anche con beni di ristoro e sollievo. L’esito dei tre interventi nei cimiteri di Cesino, Pegli e Sestri è stato molto positivo sia per le persone impiegate sia per la cittadinanza che ha espresso più volte gratitudine e benevolenza nei confronti dei ragazzi e delle ragazze che hanno lavorato nelle strutture e più volte i cittadini hanno espresso soddisfazione nei confronti del Comune per l’iniziativa intrapresa. Questo dimostra che il progetto e le istituzioni creano condizioni reali affinché possa avvenire l’integrazione delle persone migranti: attraverso interventi di impegno civico questi ragazzi avranno la possibilità di contribuire per la propria parte a rendere migliore la comunità e al contempo avranno la possibilità di sperimentare una sorta di palestra di allenamento al lavoro".

In cosa consiste il progetto

Il progetto LGNetEA rappresenta un percorso educativo-lavorativo, sociale e civile, che mira ad arginare i fenomeni di grave esclusione e isolamento sociale, abitativo, sanitario e sociosanitario delle persone migranti, regolarmente soggiornanti sul territorio (titolari di protezione e richiedenti asilo) che sono nel percorso di uscita del processo di accoglienza, che non hanno ancora tuttavia raggiunto un sufficiente livello di integrazione.

Questo percorso richiede prima di tutto ai beneficiari la capacità di essere presenti nel sistema cittadino in modo cogente non riconoscendosi solo come destinatari di aiuto ma impegnandosi a fornire il proprio contributo per il miglioramento della città e del territorio che li sta ospitando.

Per questo LGNetEA prevede la realizzazione di progetti di impegno civico in ambito urbano (civic engagement), da svolgersi in alcuni cimiteri del territorio comunale e percorsi volti all’autonomia abitativa, attuati anche tramite il coinvolgimento di associazioni già operanti sul territorio. Ad oggi l’esperienza è stata svolta in tre cimiteri cittadini (Cesino, Pegli e Sestri Ponente ) dove le squadre di ragazzi, sotto la supervisione di un tutor hanno riportato a splendore luoghi per i quali  nel tempo non si era potuto svolgere adeguata manutenzione.

Come anticipato sono state coinvolte 40 persone provenienti dai progetti SAI ordinari della città che sono state suddivise in nove squadre composte da 4/5 persone ciascuna. Ad ogni squadra è stato affidato un tutor. Beneficiari dell’iniziativa sono persone alle quali è stato riconosciuto lo status di rifugiato e percepiscono un contributo di 250 euro mensili per un massimo di sei mesi. Il loro impegno settimanale è di massimo quindici ore, distribuite al massimo in cinque giorni.

Per quanto riguarda le figure dei tutor, invece, sono a loro volta gestiti da un coordinatore che svolge funzioni di interfaccia con i referenti tecnici dei cimiteri per la definizione dei luoghi e dell’utilizzo e delle attività che ogni squadra dovrà svolgere.

Per sei delle quaranta persone coinvolte è stata attivata una borsa di lavoro specifica: questa possibilità rappresenta uno dei principali esiti positivi del progetto prevedendo un passaggio da una attività formativa protetta a una modalità lavorativa.

A novembre 2021 il progetto è stato presentato anche in un seminario all’ interno dell’assemblea Nazionale dell’ANCI svoltasi presso la fiera di Parma, riscuotendo  interesse; il progetto ha beneficiato di una proroga fino ad aprile 2022, e sarà integrato con un ulteriore finanziamento proveniente dall’8 per 1000 di ANCI nazionale che ha messo a disposizione residui del 2016 portandolo a conclusione nel dicembre 2022.

Redazione


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