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Sanità | 26 aprile 2022, 13:26

Numero Unico di Emergenza, l’organico è sotto la soglia minima

La denuncia arriva dal Levante genovese con Roberta Lolli: “Per il nostro 112 i tempi di attesa sono superiori alla media: ad oggi ci sono 37 tra operatori e referenti, contro i 54 necessari”

Numero Unico di Emergenza, l’organico è sotto la soglia minima

Numero Unico di Emergenza, un problema di cui nessuno si fa carico. La denuncia giunge dal Levante genovese. Ne parla Roberta Lolli, volto noto, cittadina da tempo impegnata su diversi fronti per migliorare la vivibilità dei residenti nel Municipio IX Levante.

“Oggi affronto una questione grave e urgente. Grave perché riguarda innanzitutto la gestione della nostra salute e sicurezza e poi, ovviamente, la qualità delle condizioni di lavoro in un servizio pubblico di cui nessuno parla e di cui nessuno si fa carico. Veniamo al punto: nel 2017 nasce in Liguria il Nue - Numero Unico di Emergenza. Quel numero, il 112, su cui tutti noi sappiamo di poter contare se dovessimo trovarci in situazioni di urgente necessità. Il Numero Unico 112 riceve tutte le chiamate d’emergenza per poi smistarle a Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Soccorso sanitario, Capitaneria di Porto e Polizia municipale. La Centrale Unica di Risposta della Liguria ha sede a Genova, in una struttura all’interno dell’Irccs San Martino-Ist”.

Ma come funziona? Ancora Roberta Lolli: “Ad oggi in Liguria abbiamo uno dei servizi in termini di tempi di risposta e pertanto di qualità, più critici e inefficienti. Tutto ciò non certo a causa degli operatori (persone formate ad hoc e grazie ai cui salti mortali la tenuta del servizio erogato alla cittadinanza, un servizio indispensabile, riesce ad essere assicurato)”.

Ecco i numeri che fornisce Lolli. Secondo il Disciplinare Tecnico i tempi di risposta devono rientrare massimo nei 10 secondi nel 90% dei casi. La maggioranza delle Regioni italiane riescono a tenere una media di 3 secondi. In situazione di normalità, per esempio in inverno o in settimana in Liguria si riesce a tenere una media al limite dei 7/8 secondi. In estate, nei week end o durante le festività, quando la popolazione in Liguria raddoppia, riuscire a soddisfare i parametri diventa impossibile.

“Nei periodi caldi in cui sono presenti turisti, proprietari di seconde case, la situazione diventa insostenibile e i tempi di attesa sforano abbondantemente la media dei 10 secondi. In Liguria gli operatori, anche attraverso i sindacati, da tempo denunciano di essere sotto organico nonostante graduatorie concorsuali ancora aperte da cui si potrebbe attingere. Secondo il Decreto Legge n.14/2017, il parametro ottimale dovrebbe essere di 1 operatore assunto ogni trentamila abitanti. Secondo l’art. 14 ‘Le Regioni che hanno rispettato gli obiettivi del pareggio di bilancio, possono bandire, nell’anno successivo, procedure concorsuali finalizzate all’assunzione, con contratti di lavoro a tempo indeterminato, di un contingente massimo di personale determinato in proporzione alla popolazione residente in ciascuna Regione, sulla base di un rapporto pari ad un’unità di personale ogni trentamila residenti”.

In Liguria il deficit di organico è del 30%. (ad oggi ci sono 37 tra operatori e referenti contro i 54 necessari). Ciò vuol dire che se per mantenere una media di tempi di risposta secondo normativa dovrebbero essere presenti in turno 8/9 operatori per tutta la Liguria. Nei turni di notte, ad esempio, ci sono 3 operatori e 5/6 di giorno.

“Immaginiamo pertanto le difficoltà per i lavoratori nel riuscire a mantenere la loro produttività media sempre spinta al massimo e le difficoltà in caso di defezioni per ferie, malattia o permessi dei colleghi. Ricordiamo quanto questi operatori hanno dato ai genovesi durante i giorni drammatici del Ponte Morandi e ai liguri nei primi mesi di pandemia quando ancora non era stato istituito il Numero verde Covid. La loro preoccupazione va innanzitutto alla popolazione: un cittadino con un infarto in corso non può avere 30/40 o 60 secondi di attesa. Cosa fa Regione Liguria? Una regione senza nemmeno un assessore ad hoc alla Sanità?. E cosa fa il Comune? Il sindaco è il primo responsabile della salute dei cittadini. Dopo anni di richieste di aiuto da parte di questi lavoratori che portano avanti un servizio indispensabile, è tempo di risposte certe. Ricordiamo tutti il lancio di questo servizio con l’assessora Viale. Beh, non bastano gli show, bisogna curare nel tempo l’organizzazione e la qualità dei servizi essenziali, soprattutto quando si tratta di salute e di sicurezza”.

Rosa Cappato

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