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Economia | 09 maggio 2022, 10:45

Nasce Feel, l’Associazione per l’innovazione nelle soluzioni per i beni pubblici

Fondata da Marcello Coppa, Simone De Battisti ed Andrea Landini

Nasce Feel, l’Associazione per l’innovazione nelle soluzioni per i beni pubblici

Di fronte al contesto in cui siamo (tutti quanti) immersi, sentiamo che la azione civile più importante da fare, oggi, sia potenziare le capacità:

1. progettuali delle Città e dei Territori, attraverso una migliore sinergia tra PA, Corpi Intermedi, Imprese, NGO e Cittadini

2. di gestione della TRASFORMAZIONE DIGITALE.

Per questo abbiamo fondato FEEL e, in primis, lanciato un programma di MASTERCLASS di ISPIRAZIONE, dedicato a PIONIERI e PROGETTISTI della PA e dei Corpi Intermedi. Un progetto per i CIVIL SERVANT di oggi e di domani.

Il percorso PILOTA GRATUITO si svolgerà in LOMBARDIA da settembre a novembre 2022: con spirito di impegno civile hanno dato la disponibilità molti esperti nazionali ed INTERNAZIONALI, ed altri si aggiungeranno.

Stiamo selezionando i 20 pionieri che parteciperanno alla prima edizione che si terrà a settembre, ottobre e novembre 2022 in Lombardia e sarà completamente gratuita.

Più in concreto cosa è Feel?

Feel è un approccio per sentire, immaginare e interpretare l’innovazione; è l’acronimo di: Framing, Envisioning, Equipment, Leadership

Il primo passo è il percorso di sei masterclass per supportare le competenze della trasformazione digitale per i pionieri della PA e delle rappresentanze.

A chi si rivolge?

Feel si rivolge a sindaci, assessori e civil servant delle città e dei comuni e dei territori, in quanto luoghi per eccellenza in cui emergono i problemi, e dove si trovano anche soluzioni, terreni fertili per scienza e tecnologia, cultura e innovazione, per realizzare la creatività del singolo e i legami nelle comunità.

L’idea nasce da una comune visione del mondo che cambia e diventa sempre più organizzato, razionale, automatizzato. I tecnici diventano più centrali, ma non si può delegare tutto alla tecnica. Per questo è fondamentale rendere i decisori capaci di progettare. Abbiamo sentito che mancava uno spazio per sentire, immaginare e interpretare l'innovazione per i beni pubblici ed servizi di pubblica utilità.

Avete impegni professionali importanti. Dove avete trovato le energie, cosa vi ha spinto?

“Ci sono scelte che si fanno calcolando rischi, benefici e costi, ci sono azioni che si compiono col cuore, perché esprimono un significato, manifestano un desiderio e realizzano una identità e forse tramutano i sogni in realtà.

In mesi e mesi di conversazioni è emerso che condividevamo una visione e sentivamo di voler dare un impatto più grande alle nostre esperienze professionali e personali rispetto ai beni pubblici che sono alla base del passato, del presente, del futuro”.

 

Perché la Lombardia come territorio pilota?

Landini - Ci prendiamo la responsabilità di sperimentare dove siamo cresciuti e dove abbiamo più esperienza del contesto. le altre regioni e territori potranno candidarsi per le edizioni successive.

Siete molto coinvolti e coinvolgenti, c'è tanto significato in questo progetto.

Landini - Per quanto a nostra conoscenza, siamo al livello di sviluppo più avanzato a cui sia mai giunta l’Umanità, in termini di benessere, qualità e lunghezza della vita, salute, sicurezza, libertà e opportunità di scelta.

Ci sono grandi sfide da affrontare (strutturali, ambientali, economiche, culturali) e disuguaglianze gigantesche, ma in termini di sistema abbiamo risorse simboliche e tecniche, conoscenze e possibilità di azione enormi. Combattiamo la dispersione, la disaffezione, la disattenzione, le forze di straniamento di massa attraverso la formazione e la costruzione di comunità territoriali.

Vogliamo unire lo spazio per pensare e il tempo di agire. In momento di grande cambiamento come quello che viviamo, la retorica del primato dell’azione contro “chi fa filosofia” non è un dibattito che ci appassiona. È proprio di questi tempi che per generare impatto, bisogna darsi spazi per pensare e tempo per imparare a saper fare, insieme. Vogliamo entrare nel merito di ciò che spinge e abilita il cambiamento digitale, insieme a chi è chiamato a prendere decisioni pubbliche, conoscendo e mettendo tutto in prospettiva, anche attraverso la condivisione di esperienze progettuali concrete.

Di cosa c'è bisogno in sintesi? Quale la opportunità per le istituzioni?

Coppa - Le istituzioni sono in grado di svolgere un ruolo propulsivo a livello imprenditoriale, sia direttamente che come abilitatore dei privati, pensiamo alle infrastrutture e alla ricerca, e al contempo scrivono le regole del gioco tenendo conto dell'insieme e intervenendo per compensare le iniquità e le distorsioni generate dal progresso tecnologico.

Le barriere all'ingresso per l'innovazione si sono ridotte ma i progressi non sono ancora sufficienti rispetto a quanto potremmo fare, rispetto agli obiettivi che le istituzioni si pongono c'è bisogno di una accelerazione qualificata.

Una visione decisamente controcorrente. Volete portare l'innovazione negli ambiti più lenti al cambiamento.

Coppa - C’è un'energia vitale nell'organizzazione giovane e flessibile che spinge sempre più persone verso una neo- imprenditorialità tramite la propria startup o come freelancer, inventandosi una professione. Al contempo crediamo che istituzioni e corpi intermedi possano beneficiare non solo a livello di soluzioni ma anche in termini di modalità di lavoro, approccio al cambiamento e mentalità dalla collaborazione con le startup. In fin dei conti, è proprio dalla velocità e qualità del cambiamento che vorremmo misurare l’impatto delle nostre azioni. Agendo prima di tutto sul livello delle competenze, per una decisione pubblica più informata e consapevole, avendo in testa anche il livello sistemico, dove creare le condizioni abilitanti affinché la trasformazione crei una metamorfosi positiva accessibile, inclusiva, con impatti positivi e larghi.

Nelle ultime settimane nell’area dell’innovazione, si è parlato quasi solo di Metaverso, e voi proponete di innovare nei territori, non vi sembra fuori tempo?

De Battisti - Amiamo l’innovazione ed abitiamo i territori. Non

neghiamo l'importanza degli ambiti virtuali o delle nuove frontiere

della innovazione spaziale ma la rilevanza per la qualità della vita arrivare nei territori, dove viviamo (città, comune, borgo, area rurale e naturale), lavoriamo, socializziamo, amiamo.

È lì che le persone vivono ed agiscono, che creano impresa, comunità, famiglia, lavoro, è lì che imparano, crescono, si divertono, soffrono e sperano. È lì che eleggono, scelgono, fruiscono, protestano, creano. È lì che si dispiegano le politiche pubbliche, i mercati.

I progetti, i servizi, i prodotti devono funzionare nei territori, soddisfare bisogni e rendere le persone e le imprese più forti nella loro esistenza reale dove respirano.

Le aziende hanno dato in questi anni impulsi innovativi fortissimi, non basta?

De Battisti - Come consumatori abbiamo a disposizione rapidamente il top di gamma della novità, come cittadini no. Tutti noi paghiamo tempi e dinamiche di innovazione rallentate per come avviene ora il processo di innovazione nel settore pubblico, sui temi pubblici; proprio laddove lo sguardo è di lungo periodo, dove l'innovazione è fatta per permanere e non per essere bruciata. Ecco, vogliamo agire il cambiamento, su questo punto di pressione.

9 Maggio - una coincidenza non voluta e per questo rilevante

Solo dopo aver deciso di lanciare il progetto il 9 maggio (volevamo farlo qualche giorno pima ma stavamo finalizzando le ultime cose), ci siamo accorti che non è una data casuale per Milano e per L’Europa. Il 9 maggio 1950 è la data con cui convenzionalmente si suole definire la nascita dell'Europa comunitaria, data stabilita al vertice tenuto a Milano nel 1985 dai capi di Stato e di governo europei.

La stessa giornata, inoltre, è stata proclamata Giornata dell'Europa che per noi significa una scelta originale di popoli e governi di provare, dopo secoli di conflitti, percorsi comuni. Non è facile. Ma nessuna sfida grande è facile. 

www.feel.community

c.s.

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