/ Provincia

Provincia | 22 maggio 2022, 17:47

Recco, l'accusa del portavoce del Partito Gay LGBT+ "Insulti omofobi dal titolare di un locale"

Il proprietario del bar si difende: "I clienti non hanno litigato con me, ma con una persona che non fa più parte dello staff, la frase omofoba non l'ho mai sentita"

Recco, l'accusa del portavoce del Partito Gay LGBT+ "Insulti omofobi dal titolare di un locale"

Accuse omofobe al gestore del bar 'Eraora' sulla passeggiata di Recco. Il protagonista è Mauro Festa, Responsabile del Partito Gay LGBT+ per Milano e che è stato anche candidato a sindaco per il capoluogo lombardo alle scorse elezioni.

Festa accusa il proprietario del locale di averlo accolto in malo modo, e dopo una lite, gli avrebbe rivolto una frase omofoba: “Il proprietario, - ha dichiarato Festa - dopo avermi accolto insieme ad amici e sostenitori già un po’ a brutto muso con frasi del tipo: ‘stiamo aprendo ora (erano le 12!). Da mangiare c’è quello che c’è sempre, dovete aspettare!’ Ha continuato con l’aggressività ed il soggetto ha iniziato ad inveire urlando ed offendendo con parolacce, fino ad arrivare alla gravissima e consueta frase tipica della sottocultura omofoba italiana: fr*ci di me*da”! Sconsigliamo vivamente di sovvenzionare con i vostri soldi omofobia e maleducazione”.

L'episodio è stato duramente condannato dal portavoce del Partito Gay per i diritti LGBT+ Fabrizio Marrazzo: “Questo è quello che è accaduto a Mauro Festa e ai suoi amici e che, purtroppo, succede molto spesso ogni estate a tante persone LGBT+ in ogni parte di Italia. Inaccettabile che questo stabilimento non venga redarguito a dovere. Facciamo appello al Comune e al Presidente della Regione Liguria Toti, affinché intervengano con delle azioni formali. Inoltre, dal momento che il Governo sta discutendo per rivedere le Concessioni Balneari, a partire da gennaio 2024, chiediamo che nel Decreto sia presente il requisito fondamentale che chi discrimina non può gestire uno stabilimento. Questo già avviene per altre attività, dunque ci sembra opportuno inserirlo anche per chi lavora negli stabilimenti. Tutte le persone devono essere libere di andare al mare o di consumare un pasto dove desiderano”.

Il titolare del locale, Pietro Panarello, contattato da La Voce di Genova, non ci sta però a passare per omofobo: “Prima di tutto la lite non ha riguardato me, ma un'altra persona che già non faceva più parte dello staff, poi la frase incriminata io non l'ho sentita”, dichiara.

“Il locale era ancora chiuso perché la sera prima c'era stata una festa, ero in ritardo. - racconta - Quando è arrivata la comitiva ho detto loro che non sarebbe stato possibile accoglierli, ma l'altra persona, per farmi un favore, ha deciso comunque di aprirgli il locale e farli sedere. Tuttavia ci sono stati ritardi perché il locale era ancora chiuso, io ho provato a dire loro che non avrei potuto servili subito, non volevo farli aspettare”.

Che sia successo per la maleducazione del proprietario, dell'ex socio o per l'insistenza dei clienti, alla fine è scoppiata una lite con tanto di accuse di omofobia. “Quella frase io non l'ho proprio sentita, – ribadisce il proprietario – comunque, ripeto, la lite non ha riguardato me, ma una persona che non fa più parte dello staff”.  

Francesco Li Noce

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium