Perché non è semplice usato, quanto si può risparmiare, che prestazioni hanno: tutto quello che c’è da sapere sugli smartphone ricondizionati
Il mercato è florido e si prevede che continuerà a esserlo anche nel prossimo futuro: basti pensare che in un solo anno, il 2020, quello per cui sono disponibili gli ultimi dati aggiornati, il suo valore sarebbe raddoppiato e che la crescita dovrebbe progredire simile fino almeno al 2024. È lecito, però, che chi non ne abbia mai acquistato uno continui a nutrire qualche dubbio sugli smartphone ricondizionati e, più in generale, su tutto il mondo dell’elettronica ricondizionata: ecco, allora, qualche informazione utile per orientarsi al suo interno.
Tre cose da sapere sugli smartphone ricondizionati
A partire da cosa non sono gli smartphone ricondizionati: non sono semplici smartphone usati e di seconda mano. Ciò può rappresentare per molti versi una garanzia, dal momento che soprattutto quando si tratta di elettronica non si hanno mai molte certezze quanto a perfetta funzionalità, buone prestazioni, probabilità che i semplici dispositivi second hand durino in vita per un lasso di tempo abbastanza lungo. Il refurbishing, o ricondizionamento, è un processo molto specifico e fatto di una serie di passaggi standard grazie al quale, in laboratorio, un dispositivo elettronico già utilizzato viene riportato alle sue condizioni di fabbrica – o quasi – prima di essere rivenduto. Tra i passaggi citati, oltre a quelli che prevedono di sostituire le parti hardware e software non più funzionanti o poco performanti del dispositivo, i più importanti sono i test che in entrata e in uscita servono a garantire le buone prestazioni dello smartphone e che lo stesso possa essere considerato a tutti gli effetti come nuovo.
Qualche volta la dicitura è proprio quella usata da chi vende smartphone ricondizionati per attrarre clienti. Fermo restando che un po’ di attenzione a cosa si sta acquistando non guasta mai, spesso gli smartphone ricondizionati sono bollati come come nuovi o come usato garantito soprattutto in virtù della loro provenienza: possono venire da stock rimasti invenduti, contratti di leasing aziendali terminati o che prevedevano la possibilità di cambiare modello di smartphone dopo un certo numero di anni, resi da parte dei clienti o possono essere dispositivi mandati in assistenza mentre ancora coperti da garanzia. Sono a tutti gli effetti come nuovi, insomma, perché poco o per niente utilizzati: con un po’ di fortuna, e spulciando le offerte di chi vende elettronica ricondizionata, ci si può portare a casa persino smartphone che altro difetto non hanno che una piccola imperfezione alla scocca.
Spesso quando si cercano ricondizionati iPhone X prezzo e possibilità di risparmio sono, comunque, i fattori che più colpiscono – e possono generare dubbi in – chi non conosca bene il settore: il discorso vale simile anche per dispositivi di altri modelli e marche, specie se top gamma o con caratteristiche tecniche avanzate. La possibilità di pagare fino al 70% in meno un dispositivo perfettamente funzionante e con ottime prestazioni dipende dal fatto che per essere semplicemente passato in laboratorio ed essere stato rimaneggiato si è svalutato e non può più essere venduto a un prezzo – neanche simile – a quello originale. È un risparmio sicuro, insomma, quello sugli smartphone ricondizionati, tanto più che tra le discriminanti per scegliere un buon rivenditore c’è il poter contare su una garanzia – in genere di un anno – e il diritto al reso.














