/ Municipio Ponente

Municipio Ponente | 08 agosto 2022, 18:40

Pegli, demolizione in ritardo. E la terrazza degli ex Bagni Roma è ancora lì, sempre più pericolante

Autorità di Sistema Portuale aveva promesso un intervento “entro l’estate”, in una missiva dello scorso aprile. Poi non è stato dato più alcun aggiornamento. Intanto, l’azione di erosione da parte del mare prosegue inesorabilmente

Pegli, demolizione in ritardo. E la terrazza degli ex Bagni Roma è ancora lì, sempre più pericolante

“Viste le condizioni del manufatto, si procederà alla demolizione dello stesso, già inclusa nel primo contratto applicativo delle manutenzioni e prevista entro l’estate”. Lo scorso aprile, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale rispose così a un quesito dell’allora consigliere comunale di minoranza, Mauro Avvenente (oggi assessore alle Manutenzioni e ai Centri Storici), rispetto alle condizioni più che precarie dell’ormai ex terrazza dei Bagni Roma, sulla passeggiata a mare di Pegli, ormai un cumulo di detriti, di ferraglia arrugginita, di amianto, il tutto a pochi centimetri dal mare, con un enorme problema di sicurezza e un altrettanto enorme problema di inquinamento.

Quel manufatto ormai, vale a dire quel che ne rimane, doveva essere demolito entro l’estate. Quindi entro il mese di giugno. Ma siamo ai primi di agosto e la terrazza arrugginita e piena di spazzatura è ancora lì, a fare da pessimo biglietto da visita sulla passeggiata a mare. Peraltro, degli spuntoni in ferro sono presenti sulla spiaggia adiacente, non sono segnalati e capita spesso (e malvolentieri) che qualcuno si faccia male, andando a scontrare del materiale pieno di ruggine. Che cosa aspetta Autorità Portuale a tener fede ai propri impegni? Che cosa aspetta a fare quanto promesso? Perché è così difficile rispettare dei tempi che la stessa Autorità Portuale ha indicato? 

Sono anni che la terrazza giace in quelle condizioni, un ‘buco nero’ sulla passeggiata di Pegli, per giunta nella parte da poco restaurata. Il mare continua a lambire quel che rimane del basamento in cemento, il rischio di crollo è ormai più che concreto. Ma nulla si muove. Niente di niente. È passata un’altra estate senza alcuna soluzione, eppure non si tratta di un intervento particolarmente complesso. C’è da demolire, non da costruire.

Era stato il segretario generale dell’Authority, Paolo Piacenza, a rispondere ad Avvenente nei mesi scorsi, informando la cittadinanza che i tempi si erano allungati perché erano giunte “due manifestazioni di interesse inerenti il compendio demaniale marittimo ex Bagni Roma. Così questa amministrazione ha dato luogo a una procedura a evidenza pubblica, dal 9 novembre 2021 al 19 dicembre 2021, presso gli albi pretori dei comuni di Genova, Savona e Vado Ligure, dandone notizia anche sulla Gazzetta Ufficiale e su due quotidiani nazionali”.

Ai partecipanti è stato chiesto di “presentare un progetto di ristrutturazione edilizia che dimostrasse la legittimità del manufatto esistente e la conformità dei prospettati interventi con la normativa vigente sotto il profilo architettonico, funzionale e paesaggistico”.

Poi, però, alla scadenza del bando, era arrivato ad Autorità Portuale un solo riscontro, “ma non sufficiente per consentire all’ente di avviare il procedimento amministrativo volto all’assentimento del compendio ai fini di una sua riqualificazione”.

Così, non potendo proseguire con la gara, Autorità Portuale aveva scelto la strada della demolizione entro l’estate. Questo a parole, nei fatti è andata e sta andando diversamente. Nel testo della sua richiesta, Avvenente ricordava che “la struttura risulta da anni essere in preda al più ruvido degrado, i locali sono in stato di abbandono e sono diventati ulteriormente fatiscenti, e soggetti all’opera inesorabile di erosione da parte del salino e delle onde. Inoltre, i locali sono stati a suo tempo anche dati alle fiamme, creando ulteriori ammaloramenti alla parte strutturale, acuiti inoltre da atti vandalici”.

In più, Avvenente faceva presente che “il tetto di questi locali risulta essere costituito da onduline di eternit che, seppur incapsulato da vernici contenitive, rappresenta pur sempre un materiale che necessita di uno smaltimento in opportune discariche controllate nei tempi più brevi possibili”.

A riprendere la questione era stato anche il sempre impegnato Comitato Pegli Bene Comune: “In questi anni il nostro Comitato ha inviato numerose e-mail allo scopo di individuare l’ente di competenza alla messa in sicurezza o alla rimozione di quanto rimasto in seguito all’incendio e ai numerosi atti vandalici che hanno reso la struttura pericolante. Ma non solo: il problema può avere un impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini in quanto il tetto, interamente in eternit, sta iniziando a sfaldarsi in diversi punti. Prima che sia troppo tardi, chiediamo che Autorità di Sistema Portuale, insieme al Demanio Marittimo, si prenda in carico la problematica per risolverla una volta per tutte”. Solo che i tempi non sono stati rispettati e ora ritorna tutto nell’incertezza.

Alberto Bruzzone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium