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Municipio Bassa Valbisagno | 20 settembre 2022, 07:10

Monastero della Madonna del Monte, l'ex presidente del municipio Ferrante: "Era un punto di riferimento, il territorio è molto colpito"

La chiusura del convento preoccupa la zona e lascia aperte molte questioni, Ferrante "non bisognava arrivarci così impreparati"

Monastero della Madonna del Monte, l'ex presidente del municipio Ferrante: "Era un punto di riferimento, il territorio è molto colpito"

Ormai è certo l'abbandono del complesso della Madonna del Monte da parte dell'ordine Francescano, che continuerà comunque a garantire le messe domenicali delle 11.

La perdita di questo punto di riferimento culturale di grande importanza per i quartieri vicini di San Fruttuoso, Marassi e San Martino e le possibili conseguenze hanno colpito gli abitanti della zona e sollevato polemiche e riflessioni.

Abbiamo intervistato in merito Massimo Ferrante, ex presidente del Municipio Bassa Valbisagno, affezionato al luogo e preoccupato per il futuro, che ci ha spiegato i suoi dubbi.

Il monastero, che dipende dall'Ordine Francescano e non dalla Curia, è pieno di tesori artistici vincolati. Inoltre è un punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona anche i non praticanti, tutti siamo cresciuti sul sagrato, abbiamo dato per scontato il bosco, il territorio è molto colpito”. Il fatto che l'Ordine Francescano, invii da Voltri un frate per garantire la messa della domenica non basta.

“L'assenza dei frati rischia di comportare un progressivo sfilacciamento anche del tessuto associativo, l'associazione Amici del Monte e la Confraternita del Monte, i portatori di Cristi che si occupano anche del presepe, una delle poche confraternite rimaste in città, un tessuto nato appunto attorno ai frati” e aggiunge “è grave che non si sia avviato un percorso prima a riguardo. Non si può ignorare la cosa rubricando la questione come proprietà privata ecclesiastica, l'abbandono del monastero comporta conseguenze su almeno tre livelli fondamentali per la città. Il sagrato, privato, è comunque uno spazio pubblico di passaggio.

Il bosco, un bosco autoctono di macchia mediterranea, è pubblico e fondamentale in un quartiere così densamente edificato, ma accessibile solo da un ingresso privato, gestito finora dai frati. Improbabile che subentri un altro ordine nel luogo. La futura destinazione dello spazio, non dell'edificio di culto, ma degli spazi secolari, come il dormitorio, può avere conseguenze sul territorio. Non mi risulta di conversioni di luoghi simili estreme come la trasformazione in un hotel... verosimilmente il luogo finirà al terzo settore, magari nell'assistenza anziani, ma forse anche per l'accoglienza di minori non accompagnati che come abbiamo visto ultimamente comporta criticità
”.

Mi dispiace, - conclude - non penso che si dovesse arrivare così impreparati, la mia opinione è che andava fatto prima un incontro tra istituzioni locali, Curia, Ordine Francescano e Università per organizzare il passaggio sugli spazi pubblici del monastero e magari delle aperture finalizzate alla tutela e alla scoperta del patrimonio artistico del luogo”.

Federico De Salvo

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