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Attualità | 25 novembre 2022, 19:21

Femminicidio, lo sfogo della madre di Alice Scagni, nella Giornata contro la violenza sulle donne

"Per fortuna finisce con oggi la fiera dell’ipocrita commemorazione alle vittime di femminicidio. C’è bisogno di giustizia e di verità per non ripetere gli stessi criminali errori"

Femminicidio, lo sfogo della madre di Alice Scagni, nella Giornata contro la violenza sulle donne

"Scusate ma non ce la faccio più. Per fortuna finisce con oggi la fiera dell’ipocrita commemorazione alle vittime di femminicidio. Sì quest’anno c’è anche la foto e il nome di Alice nell’elenco drammatico. C’è anche mio nipote tra i bambini che aspettano una mamma adorata che non torna." 

Comincia così, sul finire della Giornata contro la violenza sulle donne, lo sfogo amareggiato della madre di Alice Scagni.

E attacca la lentezza delle reazioni, spesso troppo tiepide, davanti alle denunce dei comportamenti che anticipano la violenza fisica "Denunciate donne denunciate! Prevenzione, bisogna fare prevenzione! Anche i sassi sanno che nella miserrima condizione di esseri umani possiamo imparare dai nostri errori. Identificare seriamente le attività da mettere in atto PRIMA DELLA TRAGEDIA: e dunque poi, quando i segnali, gli annunci, i comportamenti anticipatori ci sono, sono utilmente messi in evidenza dalle possibili vittime e bisogna soltanto fare il lavoro intelligente di metterli in fila, in relazione l’uno con l’altro, DOPO COSA SI FA se questo non accade?

Un padrenostro e un’avemaria? é andata così? é il destino? aspettiamo che ci si dimentichi? Io vedo tanta ignavia, mancanza di applicazione al problema, di metodo e di strumenti."

E continua, criticando duramente "Vedo che c’è bisogno di giustizia e di verità per non ripetere gli stessi criminali errori. Perché se è violazione dei diritti umani uccidere una donna, è voluta complicità non fermare la mano dell’assassino annunciato. E molti avrebbero potuto e dovuto sporcarsi le mani, darsi coraggio e affrontare un folle a fianco dei suoi genitori: MEDICI e OPERATORI DI PUBBLICA SICUREZZA, Tutti e Tanti, quelli a cui abbiamo chiesto aiuto nell’ultimo mese di deragliamento mentale di Alberto.

Ad esempio l’accozzaglia numerosa di Specialisti della Prevenzione del 30 aprile accorsi ad una porta in combustione dolosa, dietro la quale poteva esserci una donna asfissiata (oltre gli ottanta non vale più il ‘femminicidio’)?

Io me li ricordo Tutti, ricordo bene cosa e come ho chiesto l’aiuto che ritenevo da Loro doveroso. E da Tutti pretenderò che prendano atto degli ERRORI che si dovevano evitare per salvare la vita di una delle 104. Mia figlia. 

Perché se non ci sarà la Giustizia per Ognuna di Queste Donne l’elenco non finirà mai."

Redazione

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