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Attualità | 09 marzo 2023, 08:04

I mandorli stanno fiorendo, uno spettacolo di profumi e colori che fa sognare il mondo

Dietro i mandorli in fiore c’è un segno d’amore. Ce lo racconta la leggenda di Fillide e Acamante

I mandorli stanno fiorendo, uno spettacolo di profumi e colori che fa sognare il mondo

Quanto è bello il mandorlo in fiore? Se l’inverno ci ha regalato tinte immacolate e visioni mozzafiato, la primavera si prepara a fare lo stesso. Anzi, molto di più.

È proprio il caso del mandorlo, albero originario dell’Asia occidentale che oggi cresce in tutte le regioni del Mediterraneo. In Giappone c’è la festa dell’hanami, che consiste nell’andare per parchi e giardini ad ammirare lo sbocciare dei fiori di ciliegio e mandorlo, che simboleggiano la vita e la rinascita, ma, sfiorendo nell’arco di un breve lasso di tempo, rappresentano anche la caducità e la transitorietà delle cose, comprese quelle più belle. In giapponese, “hana” vuol dire fiori e “mi” sta per guardare, osservare. Quindi, letteralmente, la parola hanami significa proprio “osservare i fiori”.

Ma per vivere un’esperienza profumata, inebriante e colorata, non abbiamo per forza bisogno di volare in capo al mondo. Basta una passeggiata nelle campagne di Bra, dove la fioritura dei mandorli è appena iniziata. E possiamo assicurarvelo: è bellissima.

Simbologia del mandorlo

Nella mitologia greca il significato del mandorlo è attribuito alla speranza e alla costanza e i suoi semi commestibili, le mandorle, sono da sempre considerati divini, perché protettori della verità (il loro guscio forte e duro custodisce il seme-verità conoscibile solo se si riesce a spaccare la scorza). Senza dimenticare le proprietà della mandorla, ricordiamo che i fiori compaiono in tanti quadri di Van Gogh. Nella Bibbia, ad esempio la fioritura precoce sul ramo di mandorlo appare come un segnale di rinascita al profeta Geremia; nell’Esodo, Dio indica a Mosè di prenderne i fiori a modello per forgiare l’oro con il martello in modo da ottenere l’antico candelabro ebraico (Menorah) a sette bracci.

La leggenda di Fillide e AcamanteL’albero di mandorle sboccia come segno d’amore: la storia di Fillide e Acamante ce lo racconta. Acamante era un eroe greco, figlio di Fedra e Teseo. Di lui si narra che, in viaggio verso Troia, sostò per qualche giorno in Tracia. Qui conobbe la principessa Fillide e, come leggenda vuole, non appena gli sguardi dei due giovani si incrociarono, nacque un tenero e sconvolgente amore. Ma il destino di Acamante era segnato dalla guerra di Troia: la fanciulla attese l’innamorato per dieci anni e, venuta a conoscenza della caduta di Troia, non vedendo alcuna nave all’orizzonte, immaginò che l’amato fosse morto e si lasciò morire di crepacuore.

La dea Atena provò pietà per la triste fine di questa storia d’amore e decise di trasformare Fillide in un mandorlo, quasi a dare forma tangibile a quella speranza tanto a lungo nutrita dalla donna.

Acamante, però, era ancora in vita e al suo ritorno, sapendo tutto ciò, si recò nel luogo dove c’era l’albero e lo abbracciò con amore e con dolore. Fillide sentì quelle carezze e, in cambio, fece spuntare dai nudi rami dei piccoli fiori bianchi. Ancora oggi, l’abbraccio tra i due innamorati è visibile in primavera, quando i rami dei mandorli fioriscono, a testimoniare l’amore eterno dei due giovani.

Silvia Gullino

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