Aveva ceduto l'uso di un appartamento all'usuraio che stava perseguitando il figlio ma grazie all'intervento dei Carabinieri di Santa Margherita Ligure, la donna, una 60enne, è ritornata in pieno possesso dell'immobile.
E' accaduto a Rapallo grazie agli uomini dell'Arma impegnati da anni nella lotta ai fenomeni di usura del territorio, soprattutto nel comune levantino.
Le indagini dei carabinieri sono iniziate nel 2015 e hanno portato particolare attenzione a un centro di scommesse sportive che da tempo alternava brevi fasi di esercizio a lunghi periodi di chiusura.
Una più accurata analisi patrimoniale condotta sul conto del titolare, ha permesso agli inquirenti di appurare che la famiglia dell’uomo aveva da poco ceduto un’unità immobiliare di proprietà a un prezzo nettamente inferiore ai valori correnti di mercato.
L’attenzione dei militari è stata quindi indirizzata anche alla madre della vittima di usura che, confortata dalla vicinanza dell’Istituzione e incoraggiata dal supporto morale fornito dagli uomini dell’Arma, ha deciso di aprirsi e denunciare quanto accaduto.
Le successive indagini, avviate grazie alla testimonianza della donna, hanno permesso ai Carabinieri di accertare che il figlio della donna, in stato di forte bisogno economico e in preda alla disperazione, si era rivolto a un soggetto esterno per sanare la propria situazione debitoria.
L'uomo ha quindi prestato dei soldi al malcapitato, applicando da subito tassi usurai del 300% sulle somme prestate e, vista l'insolvibilità del titolare del centro scommesse, è arrivato ad aggredire, con raggiri e mezzi fraudolenti, anche il patrimonio immobiliare della famiglia, costretta a cedere un appartamento.
Gli accertamenti del 2016 hanno permesso ai Carabinieri di deferire il malfattore per reati di usura aggravata e continuata, estorsione, falsità ideologica commessa in atto pubblico, con conseguente sequestro dell'appartamento sottratto fraudolentemente alla disponibilità della famiglia. Immobile rimasto disabitato fino a oggi.
Nel 2018, il Tribunale ordinario di Genova, con sentenza di 1° grado, ha condannato il soggetto resosi responsabili di usura alla pena di anni 5 di reclusione e al pagamento delle spese processuali.
Contestualmente, venivano disposta la revoca del sequestro e dichiarati nulli gli atti di relativa compravendita e ogni altra scrittura notarile all’epoca redatta.
Le successive sentenze della Corte di Appello di Genova emessa nel 2021 e della Corte Suprema di Cassazione, espressasi nel 2022, hanno poi confermato integralmente l’impianto accusatorio, ritenendo il malfattore pienamente responsabile dei reati addebitategli e disponendo, direttamente in sede di giudizio penale, la revoca del sequestro dell’immobile e la sua restituzione alla famiglia vittima di usura.
L’usuraio è al momento sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di residenza.