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Sport | 20 maggio 2023, 15:22

Mimmo Criscito saluta il Genoa e il calcio: "Tutto torna. Questi colori sempre indossati con orgoglio"

Dopo 291 presenze con la maglia rossoblù il mancino napoletano e genovese d'adozione appende gli scarpini al chiodo: "Smetto con l’entusiasmo di sempre e la voglia d'iniziare un nuovo percorso con nuovi obiettivi"

Foto di Gabriele Siri

Foto di Gabriele Siri

L'ingresso in campo a pochi minuti dal triplice fischio finale. Gli applausi del Ferraris scroscianti come la pioggia che aiuta a mascherare le lacrime, quelle della malinconia del momento destinato a rimanere per sempre, che trascende dall'adesso.

Poi una manciata di secondi e qualche passaggio, la palla che arriva in area, un contatto, l'arbitro a indicare il dischetto. Quello stesso maledetto disco in gesso bianco a undici metri dal muro che è la Gradinata Nord, ora nel suo giorno di festa, un anno fa nel baratro dopo il derby perso. Fatale.

Pesa quel pallone, non solo perché è bagnato. Sui piedi di Domenico Criscito però  diventa quasi una piuma: lui va a destra, il portiere a sinistra. E' così che tutto torna in questa matta storia di rivalsa, di un popolo di tifosi e del loro capitano che dopo 291 presenze lascia il calcio giocato commuovendosi e commuovendo l'intero stadio.

Il testo integrale della lettera

Caro calcio, tutto torna. Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, il momento che ogni calciatore professionista prima o poi deve affrontare. 

Caro calcio, avrei tantissime parole da dire ma cercherò di essere breve. Grazie a tutte le persone che mi sono state accanto in questo lungo ed emozionante viaggio. Grazie alla mia famiglia, grazie a mia moglie, grazie ai miei bimbi ai quali sono riuscito a trasmettere la mia stessa passione per il Genoa. 

Grazie Genoa. Lungo il percorso ci siamo salutati e riabbracciati per 5 volte: ogni volta che ci siamo riabbracciati è stato bello come la prima. Tutte le volte in cui ho indossato questa maglia ho dato tutto me stesso, con amore e con sudore. Chiudere la carriera con una promozione in Serie A è sicuramente il modo migliore per salutarvi con orgoglio ed emozione. Farlo nella squadra del mio cuore era quello che volevo da sempre. Quel 7 giugno 2003, quando ho indossato la maglia rossoblu per la prima volta, al Ferraris si respirava un’atmosfera da Champions League. La stessa che ho respirato a Odense, quando segnai di fronte a migliaia di tifosi arrivati fino in Danimarca. E in tutte le altre 289 volte in cui l’ho indossata, incluso oggi. I vostri, anzi i nostri colori li ho portati con orgoglio anche al Mondiale. Grazie a tutti i compagni di squadra, i presidenti, gli allenatori, le persone che lavorano dietro le quinte e in particolare grazie a tutta la proprietà e la dirigenza rossoblù che ha reso possibile che tornassi a vestire questa maglia per l'ultima volta. Per chiudere il cerchio.

Grazie a voi tifosi: siete l’anima bella del calcio. Mi avete accolto che ero un bambino, mi avete visto e fatto crescere. Dalla Russia e dal Canada, in tutti i miei periodi trascorsi lontano da Genova, ho sfidato il fuso orario per guardare le partite del Grifone e soffrire insieme a voi. Voi, che mi avete preso per mano tutte le volte in cui per questa maglia ho lottato, nella buona e nella cattiva sorte, sulla fascia o dal dischetto. Con la Juventus, in un derby… alla fine tutto torna. Il primo passo verso il pallone, uno sguardo alla Nord, poi calciare senza paura. Del resto 'non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore'. 

La mia carriera calcistica finisce qui, con un po’ di magone ma con l’entusiasmo di sempre e la voglia di iniziare un nuovo percorso con nuovi obiettivi. Smetto di giocare ma non lascerò il mondo del calcio, perché il calcio per me è vita. 

Caro calcio, tutto torna. Anche i ricordi. Mi basteranno quelli a farmi ripensare a quanto sia stato fortunato ad aver trascorso questa parte di vita immerso tra i colori più belli del mondo. Il rosso e il blu. Rosso come la passione dei tifosi, blu come le onde del mare. Caro calcio, ti amo. Caro Genoa, ti amo.

Mattia Pastorino


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