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Economia | 22 giugno 2023, 12:37

Un progetto di formazione per rispondere alle esigenze del settore ittico, nasce “La rete della pesca” (video)

Il progetto, prima realtà in Italia che unisce ricerca, formazione e innovazione, è stato presentato questa mattina nella Sala della Trasparenza

Un progetto di formazione per rispondere alle esigenze del settore ittico, nasce “La rete della pesca” (video)

Unire ricerca, formazione e innovazione per salvaguardare il comparto ittico e offrire nuovi strumenti a chi sceglie di intraprendere la professione di pescatore.

Con queste intenzioni è nata “La rete della pesca. Formazione ricerca e innovazione”, un progetto unico in Liguria e in Italia che vuole formare sul territorio i nuovi operatori e innovare il settore ittico regionale senza dimenticare la sostenibilità.

Patrocinato dal Comune di Genova e finanziato da Regione Liguria e Alfa Liguria attraverso “Formare per occupare”, il corso, totalmente gratuito si rivolte a giovani e adulti di ogni età.

600 ore, in cui si alterneranno attività pratiche e lezioni teoriche. Come spiega Marco Scajola, assessore alla Formazione della Regione Liguria: “Sono molto contento di questo corso di formazione, finanziato con il fondo sociale europeo, è un corso a cui crediamo molto, aperto alle imprese, sul quale abbiamo stanziato oltre cinque milioni di euro. Una parte di questi fondi andranno proprio per questo corso che prevede l’obbligo assunzione di almeno il 60% dei partecipanti. Un numero importante per una formazione legata al lavoro: vogliamo formare le figure che realmente servono in campo professionale e che, una volta finito il corso, possono trovare spazio all’interno del mondo del lavoro. Credo che sia una grande soddisfazione, la pesca rappresenta una tipicità della Liguria, siamo orgogliosi dei nostri pescatori e dei nostri pescherecci che sono presenti in tutti i porti e questo vuol dare un rinnovamento e un sostegno a un settore sicuramente straordinario”.

Gli fa eco Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria: “Siamo molto contenti di presentare questo primo progetto in Italia, chiamato ‘La rete della pesca’, che si pone come obiettivo quello di formare giovani e non giovani, sia del settore che provenienti da qualsiasi altra attività, per formarli all’attività della pesca e dell’acquacoltura. Crediamo fortemente che sia di grandissima importanza anche perché il settore della pesca è un settore molto importante per la nostra regione ma che sta attraversando un periodo di difficoltà proprio per il ricambio generazionale. Ci proponiamo quindi come obiettivo quello di formare opportunamente i giovani e di richiamarne altri per potergli dare la possibilità di avviare la propria attività in questo settore quindi crescere con quest’attività e dargli un futuro”. 

 

Ancora, Boeri prosegue: “Crediamo che il settore della pesca, soprattutto per quanto riguarda la nostra regione e per le peculiarità che la nostra tipologia di pesca ha intrinseche, vada nella direzione di grandissima attualità di una sostenibilità e di una tipologia di pesca che non è grandemente impattante per le risorse marine ma va a preservare tutte quelle che sono le ricchezze del nostro mare”. 

Un rilancio che passa dalla formazione, come ribadito da più parti, ma non mancano le polemiche con le scelte della Comunità Europea.

A proposito, è ancora Boeri a chiarire: “Stiamo vivendo una stagione dove dalla Comunità Europea le nuove politiche del green new deal stanno andando verso il sostanziale divieto di qualsiasi tipo di attività svolta all’interno della nostra comunità europea senza capire che già la nostra tipologia di pesca presenta elementi di sostenibilità sia verso la risorsa ittica ma anche per quanto riguarda la tipologia di imprese che sono prevalentemente familiari e che quindi hanno dimensioni più piccole e sono meno impattanti. Noi vogliamo fornire fortemente un modello che va contro questa tipologia per far capire che fare attività ittica, fare pesca in Italia e in Liguria si può fare bene e tutto questo viene tramutato anche in un maggiore rispetto nel consumatore, in un acquisto sostenibile e in una salubrità superiore dei prodotti che possono essere acquistati direttamente”.

 

Chiara Orsetti e Isabella Rizzitano

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