Il 24 maggio era già prevista la posa del primo cassone, presumibilmente accompagnata da una cerimonia al momento non confermata né smentita.
Poi una settimana fa l'inchiesta che porta gli arresti domiciliari il Presidente della Regione Giovanni Toti, il ras del porto di Genova Aldo Spinelli, l'ex presidente dell'autorità portuale Paolo Emilio Signorini e ombre si allungano anche sulla più importante opera strategica finanziata in Italia da fondi del PNRR, la diga di Genova.
Lunga 6.200 metri, necessaria per l'accesso delle grandi navi portacontainer, la diga è figlia di un investimento da 1,3 miliardi, finanziata per 500 milioni dal fondo complementare. Ma soprattutto ritorna nei temi e nelle parole intercettate all'interno degli atti sulla maxi inchiesta legata alla corruzione in Liguria e agli spartimenti e gli interessi sulle aree del porto di Genova.
Nelle conversazioni risalenti al dicembre del 2021 sono stati Spinelli e Toti a parlare una volta di più della diga.
Mentre Toti "esplicitava a Spinelli di aver perfettamente inteso che la sua richiesta di rinnovo trentennale della concessione per il terminal Rinfuse rispondeva solo ad esigenze speculative che nulla avevano a che fare con i reali progetti di investimento o di sviluppo del porto", si legge negli atti, lo stesso governatore voleva fare capire di aver compreso la "follia, l'aporia" di un rinnovo così lungo (ndr: quello trentennale richiesto da Spinelli) di un tipo di traffico portuale, quello delle rinfuse, destinato ad essere sostituito dal traffico container.
Si legge: "no aspetta fammi parlare a me ... - parole del governatore - perchè siete riusciti e io sono un ragazzo attento e mandarmi in confusione anche a me ... sono abbastanza preciso perchè ho detto che la diga serve a tutti ... poi...siccome l'estate scorsa abbiamo ragionato di tombare le cose ..( ...) lì bisogna decidere che cosa ci volete fare".
La chiamano "la diga di Spinelli", c'è un motivo ed è nelle carte, fatto di pressing, telefonate, continue richieste di informazioni che in qualche modo circostanziano tutta la fase legata al bando di gara e a quella decisionale.
Quando nel 2022 l'opera viene messa a gara in un dialogo tra Toti e Signorini, spunta Salini, di Webuild. Il tema sono gli extra costi. E Paolo Emilio Signorini rassicura: "Noi la Diga la finanziamo in ogni modo".
Ma le ombre sul processo decisionale si sono infittite in queste ore dopo l'inchiesta.
Di più: "Visti i profili problematici sul percorso di realizzazione della Nuova Diga di Genova ribaditi dal presidente dell’Anac Giuseppe Busia, ho chiesto un’audizione urgente di Anac in Commissione trasporti per avere chiarezza sulle procedure inerenti la realizzazione della Diga", spiega Valentina Ghio deputata ligure e vicepresidente del Pd alla Camera, componente della Commissione Trasporti, dopo quanto sottolineato da Anac sulla Diga di Genova.
E proprio l'Anac nella sua relazione annuale ha evidenziato diverse preoccupazioni, che travalicano anche l'aspetto tecnico e le criticità già evidenziate da ingegneri e progettisti che si occupano a livello mondiale di questo genere di dighe e che hanno valutato come "pericolosa" la possibilità di costruire oltre ogni in garanzia e oltre il limite dei 30 metri di profondità.
"Il presidente dell’Anac, nella relazione annuale al Parlamento, ha evidenziato una situazione molto preoccupante - ha aggiunto Ghio - sia per l’effettiva rispondenza dei tempi di realizzazione dell’opera, con i tempi dei finanziamenti; sia per i rischi totalmente a carico del pubblico in caso di qualsiasi imprevisto sia di natura economica che giudiziaria".