Dieci giorni dopo il Giorno della Memoria, il consiglio regionale torna a riunirsi in seduta solenne per onorare il Giorno del Ricordo commemorando gli italiani dell’Istria, Fiume e Dalmazia, uccisi o costretti all’esodo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il prossimo 10 febbraio, infatti, ricorrerà il 78° anniversario del Trattato di Parigi che assegnò alla Jugoslavia territori che, fino ad allora, facevano parte dell’Italia: il Quarnaro, l’Istria, la Venezia Giulia, la città di Zara e la sua provincia.
La seduta è stata aperta dal presidente del consiglio regionale, Stefano Balleari, e ha visto l’orazione ufficiale di Davide Rossi, docente di Storia del diritto al corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trieste e Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Fiumani, Istriani e Dalmati. Al termine anche la premiazione degli studenti che hanno vinto la 13ª edizione del concorso regionale “Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”.
“Bisogna ricordare questi italiani che scelsero di essere italiani due volte, è un ricordo per queste persone uccise in maniera barbara e che abbandonarono le loro terre per trasferirsi senza essere nemmeno bene accetti - così il presidente Stefano Balleari a margine del consiglio - venivano catalogati in modo diverso da quello che erano, in realtà erano sfuggiti a una strage. Tutti i giorni si legge di atti vandalici sulle targhe a ricordo di questa strage, serve fare chiarezza e dalla chiarezza riusciremo ad affrontare il tema senza nessun 'mal di pancia'. Sono passati molti anni ed è giusto che si parli di cose che prima non erano nemmeno menzionate sui libri di scuola”.
“Come da tradizione onoriamo la Giornata del Ricordo, il sacrificio delle persone che hanno perso la vita e di quelli che sono emigrati arrivando anche nei nostri territori - ha aggiunto il presidente di Regione Liguria, Marco Bucci - a Genova e in Liguria abbiamo parecchie persone di nazionalità istriana che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sono venute a vivere qui da noi. È opportuno che queste cose si ricordino perché come tutte le parti brutte della storia devono essere ricordate ai giovani che devono sapere che senza la memoria non c’è futuro”.
“Quest’anno la solennità civile del Ricordo si innesta in un percorso importante, sabato prossimo verrà inaugurata la Capitale Europea della Cultura tra Nuova Gorizia e Gorizia - così l’oratore, Davide Rossi - un momento molto importante per queste terre perché si ricostruirà un tessuto collettivo lacerato alla fine del secondo conflitto mondiale. Lasciare un messaggio positivo di queste terre che oggi non hanno un confine politico e, all’interno del contesto europeo, possono trovare lo spirito di un secolo fa”.