Venerdì, dalle 9 alle 13, in piazza Piccapietra si alzerà ancora il grido di protesta degli ex lavoratori del Moody, bar chiuso dall'11 settembre scorso a seguito di un principio di incendio. Da quel giorno le serrande non si sono più rialzate e i lavoratori della 'Romeo e Giulietta' sono in attesa di conoscere il loro destino.
Nonostante i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil abbiano chiesto l’attivazione degli ammortizzatori sociali, l'azienda non solo non si è attivata, ma ha trasferito i dipendenti in altri locali in Italia.
“In questi mesi il coinvolgimento di Comune e Regione per evitare che ventidue famiglie restassero senza reddito non ha prodotto alcuna soluzione - dicono i promotori del nuovo presidio - e, se si considerano le note vicende giudiziarie legate al Moody, appare ancor più complicata l'eventuale riapertura da parte di chi ne ha manifestato l'interesse. Il risultato di questa situazione è che dal primo febbraio 2025 le lavoratrici che non hanno raggiunto le nuove sedi di lavoro sono state tutte contestate disciplinarmente col rischio del licenziamento”.
La 'Romeo e Giulietta', infatti, ha contestato ai dipendenti di non essersi presentati a inizio mese nelle loro nuove sedi assegnate dall'Emilia Romagna alla Sardegna. Da qui il paradosso: niente stipendio, ma ancora sotto contratto.
Intanto i dipendenti si trovano a dover incassare un altro colpo basso. Lo sciopero dell'Associazione Magistrati ha fatto slittare l'udienza per il crac 'Qui!Group' prevista per domani e ora rinviata a non prima di metà marzo.