/ Attualità

Attualità | 14 maggio 2025, 12:57

Aldo De Scalzi: “La Sampdoria in Serie C? Dolore lento, ma ora è finita. E si può ripartire”

Musicista, tifoso e uno degli autori di ‘Lettera da Amsterdam’, sottolinea le difficoltà che hanno caratterizzato la stagione peggiore del club: “Quello che è davvero mancato è la presenza. La società non ha mai parlato davvero con i tifosi”

Aldo De Scalzi: “La Sampdoria in Serie C? Dolore lento, ma ora è finita. E si può ripartire”

Aldo De Scalzi, musicista, tifoso blucerchiato da sempre, e autore, insieme al fratello Vittorio di ‘Lettera da Amsterdam’ non si tira indietro quando si tratta di commentare la retrocessione della sua squadra in Serie C. E lo fa con una lucidità che spiazza, come chi ha avuto il tempo di metabolizzare una sofferenza annunciata. “L’ho vissuto talmente lentamente tutto questo dolore che ormai mi ci sono abituato, quasi come se fosse una lunga malattia”.

La sua è una consapevolezza amara, ma serena. De Scalzi non si è illuso fino all’ultimo: “Ho visto tutta la stagione, quindi mi è servita per capire che tanto era così. Se fossimo andati ai play-out giocando in questo modo, non sarebbe stato giusto per altre squadre che hanno fatto meglio”. Una presa di coscienza non comune nel mondo del tifo, specie per chi, come lui, si definisce “uno dei tifosi più bastardi”, capace però di mantenere un minimo di obiettività: “Era talmente palese il disastro…”.

Certo, la speranza non è mai mancata del tutto. “Il vero tifoso non si aspetta mai che finisca male, spera sempre nel miracolo. Ne abbiamo visti tanti: squadre ripescate, squadre penalizzate per illeciti… Io ancora adesso spero che succeda qualcosa”. 

L’amore per la Sampdoria, per De Scalzi, è qualcosa di unico, profondo, viscerale. "Il tifoso della Samp ha un attaccamento diverso. Non voglio fare confronti con altri, ma noi amiamo una maglia, un modo di essere. Gli altri tifosi magari si sentono proprietari della squadra, noi invece la viviamo come una fidanzata”. Un paragone affettuoso e sincero, che spiega come, nonostante tutto, si continuerà a seguire la squadra anche nei campi più improbabili della Serie C. 

La retrocessione non ferma la passione. Anche le trasferte, per quanto più rare negli ultimi anni, restano nel cuore. “Mi farà piacere andare, sarà una scampagnata. Per il tifoso vero è così: un’occasione per vedersi con gli altri, fare due chiacchiere, dire due belinate. È come andare a calcetto con gli amici”.

Ma qual è, allora, la speranza per il futuro? ”Serve una società che si metta a disposizione. Anche se sei Trump, ti devi mettere a disposizione della tifoseria. Non basta cambiare allenatore o comprare un giocatore in più. Quelle sono iniziative da “aiuola in piazza De Ferrari”: se non piacciono, le cambi, ma non risolvi il problema”.

Il musicista genovese non punta il dito contro singoli, ma individua una responsabilità diffusa: “Quello che è davvero mancato è la presenza. La società non ha mai parlato davvero con i tifosi. I club, che sono linfa vitale, sono stati ignorati. Mi ricordo i tempi in cui alle serate dei club venivano gli allenatori, i giocatori… Oggi ti mandano il ragazzino della Primavera. Questa omertà non fa bene al calcio”.

Inevitabile una domanda sull’ex presidente Massimo Ferrero. Lo rimpiangiamo, come lui stesso aveva profetizzato? De Scalzi è categorico: “Non scherziamo” commenta lapidario. 

Il futuro della Sampdoria, secondo De Scalzi, passa da una società vera, concreta, presente. Che capisca il valore della tifoseria e la metta al centro. Perché, come dice lui stesso, “la Serie C fa male, ma l’amore resta. E da lì si riparte”.

Sui social, intanto, il musicista scrive un post parlando con il fratello Vittorio, a rimarcare il legame indissolubile con la squadra per cui, insieme, hanno scritto una delle più belle lettere d’amore: 

Caro Fratello ti scrivo:

Ti vedrò sventolare a Lumezzane o forse a Carpi? E vabbè, cosa vuoi che sia, insegneremo un po’ di buona musica in posti a noi sconosciuti fino a poco tempo fa. Come dici? Menaggio? Eh, belin, lo abbiamo fatto e lo riceviamo (come sempre). Il vero amore è questo, non esiste la “separazione” e tanto meno il “divorzio”, così come non c’è bisogno di dividersi i figli, quelli te li porti sempre dietro, TUTTI! Sarebbe troppo facile stare con quelli che vincono sempre, oppure cambiare casacca a seconda di come tira il vento (come in politica).

Lo so, sono un sognatore ma, per me, ci sono cose che restano per sempre, come te.

Aldino


 

Chiara Orsetti


Sei un tifoso? Ti occupi di un club di tifosi? Sei un appassionato di calcio?
Contattaci: daremo spazio ai tuoi pareri, umori e commenti sulla Sampdoria. Scrivi a redazione@lavocedigenova.it

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium