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Economia | 11 giugno 2025, 16:34

L’export ligure balla sull’altalena dei mercati: in Europa cresce, sull’extra UE le incertezze portano a un segno ‘meno’

Il report Istat del primo trimestre 2025 disegna un quadro tutto sommato stabile, ma preoccupa il calo delle esportazioni extra-continentali anche alla luce dei dazi USA

L’export ligure balla sull’altalena dei mercati: in Europa cresce, sull’extra UE le incertezze portano a un segno ‘meno’

Nel primo trimestre del 2025 le esportazioni liguri hanno registrato un leggero calo su base annua: -0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. È quanto emerge dai dati ufficiali Istat sul commercio estero delle regioni italiane aggiornato ai primi mesi dell’anno in un periodo storico tutt’altro che facile per il commercio su scala internazionale e con lo spauracchio dei dazi sempre presente.
La Liguria ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un valore complessivo di esportazioni pari a 3.468 milioni di euro, in leggera flessione rispetto ai 3.499 milioni del primo trimestre dello scorso anno. Una variazione contenuta, che inserisce la regione in un quadro di sostanziale stabilità: il Nord-Ovest, di cui la Liguria fa parte, ha fatto segnare un -0,2% tendenziale nello stesso periodo, mentre a livello nazionale l’export è cresciuto del 3,2%.

Interessante il dato relativo ai mercati di sbocco: nei primi tre mesi dell’anno le esportazioni liguri verso l’Unione Europea sono cresciute del 7,5%, segno di una buona tenuta dei rapporti commerciali all’interno del mercato unico. Di contro, l’export verso i Paesi extra UE ha registrato una flessione del 5,2%. La dinamica riflette in parte il peso del comparto dei prodotti petroliferi raffinati (storicamente centrale per il sistema portuale ed energetico ligure) che incide maggiormente sui flussi verso i mercati extra europei.
Proprio su questi mercati extra UE si concentra ora l’attenzione degli operatori, alla luce delle recenti ipotesi di nuovi dazi che potrebbero essere introdotti da un partner strategico come gli Stati Uniti. Le eventuali misure protezionistiche rischierebbero di penalizzare ulteriormente i comparti già esposti sui mercati globali e accentuare le criticità emerse in avvio d’anno.
La manifattura ligure, che rappresenta circa 3,3 miliardi di euro del totale export regionale, ha confermato nel complesso una buona tenuta. In particolare, i comparti della meccanica, della chimica e dell’agroalimentare hanno mantenuto livelli di export in linea con il 2024.

Nel confronto con il resto d’Italia, la Liguria si colloca in una fascia intermedia: non tra le regioni più in sofferenza (come Sardegna o Marche) né tra quelle che stanno guidando l’accelerazione dell’export nazionale, come Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Toscana. 
Le prospettive per i prossimi mesi saranno legate all’evoluzione di questi fattori e alla capacità di diversificare ulteriormente la struttura dell’export regionale. Da monitorare con particolare attenzione sarà la performance dei settori più dinamici e il ruolo che potranno giocare nuove opportunità legate alla transizione energetica e alle filiere della blue economy. Senza dimenticare che l’amministrazione regionale, per voce del presidente Marco Bucci, continua a puntare anche sul mercato dell’evoluzione tecnologica, tra cavi sottomarini e la candidatura per ospitare una gigafactory in città.

Pietro Zampedroni

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