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Attualità | 30 giugno 2025, 19:35

Genova ricorda la rivolta del 30 giugno, Landini: “Siamo in una crisi democratica, serve una nuova solidarietà generazionale”

Centinaia di persone hanno preso parte per ricordare i moti contro l’Msi. Al corteo, oltre al segretario generale della Cgil, anche la sindaca Salis, Massimo Bisca e Igor Magni

Genova è tornata ancora una volta in strada per ricordare il 30 giugno del 1960 e i moti di insurrezione della città contro l’allora governo Tambroni e contro il Movimento Socialista Italiano.

Centinaia di persone hanno attraversato la città in corteo, nonostante il gran caldo di questi giorni, per ricordare i fatti di sessantacinque anni fa.

Il corteo, promosso da Anpi e Cgil, è partito da piazza della Vittoria e ha attraversato via XX Settembre fino a largo Pertini, davanti al teatro Carlo Felice, interrotto solo dalla deposizione delle corone ai caduti avvenuta al Ponte Monumentale.

A sfilare, oltre a diversi esponenti politici locali, sono stati la sindaca di Genova Silvia Salis, il segretario Cgil Maurizio Landini, Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro di Genova e Massimo Bisca, dell’Anpi Genova.

“Una deriva autoritaria è già in corso - ha ribadito Landini - . L’autonomia differenziata è incostituzionale, i decreti legge svuotano il Parlamento, peggiorano le condizioni di vita e lavoro. È un modello che si sta affermando anche in Europa: la logica del mercato che diventa Stato, che regola i rapporti col potere fino a giustificare la guerra”.

Il focus è chiaro e mette al centro i giovani: “Dobbiamo rimettere al centro le persone, il lavoro, la Costituzione. E ripartire dai giovani: come negli anni ’60, anche oggi sono loro a porre il tema. Vivono una precarietà inedita, ma partecipano alla vita politica. La fascia d’età 18-35 ha raggiunto il quorum nel corso dell’ultimo referendum. Questo vuol dire che chiedono un cambiamento reale. A noi il compito di ascoltare, unire, rilanciare una solidarietà tra generazioni”.

Magni ha sottolineato: “Il mondo del lavoro può essere ancora protagonista di una riscossa sociale, morale e civile. Serve un fronte comune contro chi vuole riscrivere la storia, ridurre i diritti, normalizzare l’autoritarismo con il premierato, l’autonomia differenziata, la retorica securitaria. Non possiamo accettare che fascisti e partigiani vengano equiparati, che si giustifichi la tortura, che si governi con i decreti.”

“Non possiamo accettare che si muoia ancora sul lavoro o in mare, che l’informazione venga imbavagliata, che le guerre diventino il linguaggio naturale della politica. La Cgil sarà ovunque ci sia da difendere la dignità delle persone”, ha aggiunto Magni.

Attorno alle 18, un secondo corteo è partito da piazza Alimonda su iniziativa di Genova Antifascista.

I.R.

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