Le rappresentanze sindacali hanno diffuso una nota per chiarire la propria posizione sul futuro di Amiu, l’azienda pubblica genovese che si occupa di raccolta e trattamento dei rifiuti. L'obiettivo è chiaro: ribadire l’urgenza di tutelare la “tenuta industriale” dell’azienda, la qualità del servizio pubblico e, soprattutto, la stabilità occupazionale dei quasi duemila lavoratori coinvolti.
Secondo le sigle sindacali, AMIU deve rafforzarsi come soggetto industriale pubblico nel settore ambientale, puntando a una presenza solida almeno su scala regionale. Questo rafforzamento passa necessariamente per una dotazione impiantistica autonoma, ritenuta “indispensabile per accedere alle fasi della filiera a maggiore valore aggiunto”, in un quadro normativo sempre più stringente, come quello definito da ARERA.
Al centro del documento sindacale c’è la richiesta di affidare direttamente ad Amiu lo sviluppo del nuovo impianto di trattamento finale dei rifiuti. “Deve essere realizzato con tecnologie avanzate e nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute pubblica – si legge nel comunicato – e collocato nel territorio genovese o nelle immediate vicinanze”. L’obiettivo è quello di adottare una logica di impiantistica di scala contenuta, che privilegi il riuso, il riciclo e il recupero.
Non solo. Viene considerata fondamentale anche la necessità di consolidare e ampliare gli investimenti sugli impianti per la raccolta differenziata, a partire da quello di Sardorella, potenziando anche il trattamento della carta e sviluppando un ciclo integrato che riduca al minimo il rifiuto residuo.
Un percorso ambizioso, che però – riconoscono i sindacati – richiede “risorse economiche ingenti”. Per questo motivo, si dichiara la disponibilità a valutare operazioni industriali mirate, a patto che venga rispettato un principio ritenuto imprescindibile: “il mantenimento del controllo pubblico da parte del Comune di Genova”.
Controllo pubblico che, sottolineano, dovrà tradursi in scelte industriali capaci di garantire la tutela e la crescita dei livelli occupazionali, la possibilità di internalizzare fasi oggi esternalizzate, la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, il rispetto pieno dei contratti collettivi nazionali del settore.
“Come rappresentanza sindacale – concludono –, continueremo a vigilare con determinazione perché ogni evoluzione societaria risponda a criteri di giustizia sociale, dignità del lavoro e rafforzamento del servizio pubblico locale.”














