Patrizia Avagnina, storica residente di Cornigliano e leader del Comitato Donne di Cornigliano, ha espresso una netta contrarietà al progetto del forno elettrico per l’ex Ilva a margine dell’incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“L’incontro, purtroppo, è stato brutto – ha spiegato Avagnina – perché la notizia che la sindaca fosse d’accordo al forno ci è arrivata prima dell’audizione, falsando completamente tutto. Secondo me è una gran cavolata".
La leader del comitato ha sottolineato come l’opposizione al forno non significhi essere contro i lavoratori: “La gente di Cornigliano e del Ponente che dice no non è contro i lavoratori. Abbiamo sempre collaborato con loro, con il Comitato Difesa Salute Ambiente e con la Fiom, fino al 2005, in un percorso condiviso senza interferenze politiche. Quel patto si è interrotto e oggi ci troviamo in una situazione in cui la politica e le istituzioni, governo compreso, dopo quarant'anni dalla privatizzazione, propongono questa cosa del forno elettrico”.
Avagnina ha poi denunciato le criticità ambientali e i rischi per la salute: “Togliere il vincolo ambientale significa perdere molto: non c’è rete di monitoraggio, non c’è controllo. Si rischia di superare i limiti di sicurezza, e chi lavora vicino agli impianti potrebbe trovarsi esposto a gravi pericoli. Questo episodio crea una dicotomia insopportabile: o neghi il lavoro o neghi la salute”.
Le dichiarazioni toccano anche la questione delle pressioni e delle minacce: “A Cornigliano ci sono state minacce tramite social, e manifestazioni sono state fatte sciogliere come anni fa. Io non sopporterò più niente: chiunque provi ad intimidire il nostro comitato, riceverà una denuncia in tribunale. Noi continueremo a difendere la nostra comunità in silenzio, ma con fermezza”.
Infine, Avagnina ha ricordato la storia di solidarietà e impegno della comunità: “Abbiamo sempre camminato insieme ai lavoratori, salvando vite e sostenendo chi lavorava in fabbrica. Oggi vedo speculazione e interessi che mettono a rischio salute e ambiente. Non ci arrenderemo: continueremo a portare avanti la nostra esperienza, i dati e le competenze accumulate in decenni di lotta e impegno civico”.
Durante l'incontro con il ministro Urso, ha partecipato anche il Comitato per il lavoro e per un sano sviluppo di Cornigliano, illustrando la propria posizione favorevole all'ipotesi forno elettrico.
“Abbiamo deciso di partecipare a questo incontro attesissimo, perché ci ha dato l’opportunità di esporre la nostra posizione ai vertici istituzionali e chiedere conto di alcune questioni fondamentali. La nostra visione si basa su tre aspetti imprescindibili: la salute del quartiere, la ricaduta occupazionale e la riqualificazione completa delle aree”, ha dichiarato Viviana Correddu, portavoce del Comitato
Sul fronte ambientale, la portavoce ha sottolineato la necessità di garanzie: “È evidente che qualsiasi progetto deve rispettare la salute del quartiere. Dal ministero ci sono già stati forniti dati preliminari e ci saranno altri momenti di approfondimento. Noi, come Comitato, vogliamo prenderne parte attivamente, partecipando ai controlli e ai monitoraggi, perché crediamo sia fondamentale garantire la compatibilità ambientale di un forno elettrico a Cornigliano”.
Per quanto riguarda l’occupazione, Correddu evidenzia l’importanza di salvaguardare i posti di lavoro esistenti e creare nuove opportunità: “Non si tratta solo di operai, ma anche di tecnici e ingegneri specializzati. Il forno elettrico può rappresentare una reale opportunità per tutto il Ponente, un’occasione per sostenere l’economia locale e sviluppare competenze professionali”.
La riqualificazione del quartiere è un altro punto centrale della posizione del comitato: “Ci sono aree inutilizzate da oltre vent’anni, soprattutto legate agli accordi con l’Ilva. Vogliamo che il progetto del forno sia affiancato da un piano di riqualificazione, che migliori la qualità della vita del quartiere. Spazi per giovani, bambini e anziani sono fondamentali, così come la valorizzazione di zone come Valletta San Pietro. La presenza del forno può essere l’occasione per rendere Cornigliano un quartiere vivo, economicamente e socialmente”.
Correddu ha anche evidenziato la difficoltà di dichiarare pubblicamente il proprio sostegno: “A Cornigliano non c’è solo il No. Molti sono a favore, ma evitano di dirlo per timore di reazioni della comunità. Noi abbiamo costituito questo comitato proprio per dare voce a chi vede nel forno elettrico un’opportunità concreta di sviluppo e coesione sociale. Non è semplice prendere posizione pubblica, ma è necessario”.
Infine, la portavoce ha ribadito il ruolo attivo del comitato nella supervisione del progetto: “Se il forno si realizzerà, intendiamo costituire un comitato di vigilanza composto da cittadini, lavoratori e istituzioni. Vogliamo assicurarci che ogni fase sia trasparente, con investimenti seri e controlli costanti. È un percorso che richiede tempo, soldi e collaborazione, ma crediamo sia possibile realizzare qualcosa di positivo per Cornigliano e per le future generazioni. Io stessa, che abito a Cornigliano da sempre, voglio che mia figlia cresca in un quartiere vivo, sicuro e economicamente sostenibile. Il forno elettrico può essere parte di questo progetto, se gestito responsabilmente”.
LA LETTERA LETTA DURANTE L'INCONTRO DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CONTRO IL FORNO ELETTRICO A CORNIGLIANO
"Il Coordinamento rappresenta l’unione di un consistente gruppo di Associazioni che operano sul territorio, che hanno deciso di riunirsi per un obiettivo comune: chiedere alle Istituzioni una visione più lungimirante sull’utilizzo delle aree di Cornigliano, che vada oltre la visione retrograda legata alla siderurgia e soprattutto al ritorno della produzione a caldo a Cornigliano con attività fusorie attraverso la costruzione di un forno elettrico (EAF) da 2 milioni di tonnellate. Il Governo, le amministrazioni locali e i sindacati che si stanno schierando a sostenere questo folle progetto hanno riaperto una profonda ferita che non è ancora guarita del tutto nel quartiere genovese di Cornigliano, da quando nel 2005 gli abitanti hanno salutato con gioia l’ultima colata e lo spegnimento degli impianti a caldo. Oggi parlare di “decarbonizzazione” per Genova è una presa in giro colossale: qui, infatti, non c’è nulla da decarbonizzare da oltre 20 anni, appunto dal 2005, ma è ormai chiaro che, con la scusa dell’autonomia produttiva, sia in atto il tentativo di introdurre surrettiziamente una nuova area a caldo, aprendo la strada a impianti energivori non privi di emissioni inquinanti, vibrazioni, rumori e rischi per la salute in un quartiere densamente popolato. Pensare di inserire un impianto del genere su un territorio già martoriato è una profonda offesa alla città di Genova ed in particolar modo ai Corniglianesi, un’offesa verso tutte quelle famiglie che negli anni hanno visto spegnersi i loro cari fra sofferenze inimmaginabili, malattie croniche, malattie respiratorie, cardiovascolari, tumori, patologie diffuse in età pediatrica a causa dell’inquinamento prodotto dall’acciaieria. A questo aggiungiamo i gravi danni all’ambiente. Offende le nuove generazioni che vivono nel ricordo di quanto raccontato dai nonni e genitori. Cornigliano ha già espresso la propria posizione con decenni di dure battaglie, dagli anni 80 fino al 2005, fino a quell’Accordo di Programma che ha sancito il superamento delle attività a caldo a Genova e che ha rappresentato una garanzia per la salute dei cittadini e per i lavoratori Ancora prima il vittorioso ricorso al TAR del 2001, presentato dai cittadini contro il progetto di costruzione di un forno elettrico, aveva stabilito chiaramente che il forno elettrico si configura come impianto a caldo, quindi contrario alla legge 426/98 per il superamento delle lavorazioni a caldo a Cornigliano. Oggi di nuovo la politica sembra essersi scollegata dalla realtà: la salute dei cittadini viene prima di ogni cosa, anche prima della ragion di stato, dove si pensa nuovamente a sacrificare un territorio che ha già dato tanto alla Nazione. Una Cornigliano Ligure che da rinomata località balneare è stata violentata per far posto al mostro siderurgico in nome dell'acciaio, dove la morfologia di un'intera costa è stata distrutta e cancellata per sempre, dove solo grazie alle lotte dei cittadini si è in parte recuperata una dignità perduta, attraverso lo smantellamento totale del ciclo a caldo. A partire da allora, ricordiamoci che circa 300 milioni di soldi pubblici sono stati investiti nella bonifica delle aree ex siderurgiche e nella riqualificazione del quartiere, suscitando grandi aspettative nella popolazione, che fino a pochi mesi fa riteneva di essersi lasciata ogni bruttura alle spalle e di poter vivere dignitosamente ed avere un futuro a Cornigliano, come in qualsiasi altro quartiere della città. Ora abbiate l'onestà di non venirci a raccontare la menzogna dell'acciaio "green", perché non esiste al mondo un impianto siderurgico con forno elettrico ad impatto ambientale nullo e senza emissioni nocive. 1Le aree ex Ilva sono aree uniche e preziose per Genova: dotate di collegamenti terrestri (ferrovie – strade anche a scorrimento veloce - autostrade), collegamenti marittimi (banchine), persino collegamenti per via aerea. Oggi noi chiediamo alle Istituzioni presenti di ragionare su modelli di sviluppo alternativi per Cornigliano, focalizzati su un'economia pulita ad alto valore aggiunto, che possano creare nuova ricchezza sul territorio genovese con la creazione di migliaia di posti di lavoro. Un modello basato sullo sviluppo sostenibile, promuovendo settori ad alta innovazione che miri a conciliare progresso economico e occupazione garantendo la tutela ambientale e il benessere sociale. Cornigliano non accetterà mai un ritorno al passato con la ricostituzione del ciclo siderurgico a caldo e un forno elettrico a ridosso del centro abitato". Associazioni e comitati aderenti: A.M.G. Associazione Amici della Musica di Genova - A.P.S. Cornigliano Borderline - A.P.S./A.S.D. Cerchio Blu - A.S.D. Celano Boxe - APS Formazione Mundo Tierra - Assocasa Genova - Associazione dei Lucani a Genova - Associazione per Cornigliano - Associazione Viviamo Cornigliano - Comitato Cornigliano per la Città - Comitato di Quartiere Campi - Comitato di Quartiere Linneo, Begato e Dintorni - Comitato Genova NO Rischi 5G - Pro Loco di Cornigliano - UCG Unione dei Comitati di Quartiere Genovesi - Word Music Association














