Prosegue questo mercoledì, e andrà avanti per tutti i mercoledì successivi, il rapporto di collaborazione tra ‘La Voce di Genova’ e Disco Club, il celeberrimo negozio di musica di via San Vincenzo, tra i più antichi in tutta Italia e tra gli ultimi rimasti in attività a livello di impresa indipendente. Ogni settimana, nel ciclo ‘La parola a Disco Club’, Gian, Dario e i numerosi altri esperti di questo impagabile ‘covo’ di appassionati ci accompagneranno tra le ultime uscite, qualche curiosità, le ristampe e le chicche da non perdere. Buona lettura e buon ascolto!
Inizia un nuovo mese, ma l’appuntamento settimanale con le uscite discografiche in collaborazione con Disco Club non può certo mancare. A catalizzare l’attenzione c’è innanzitutto il nuovo album degli Hives, intitolato "The Hives Forever Forever The Hives”. La band svedese, ormai attiva da oltre venticinque anni, torna con un lavoro che riprende lo spirito dei loro esordi: garage punk diretto, melodico e ad alta energia. Un disco che sta già riscuotendo apprezzamenti unanimi e che piacerà tanto ai fan storici quanto a chi si avvicina ora al gruppo.
Tra le ristampe, spicca l’uscita del “Live At The Oval 1971” degli Who. Si tratta di un documento prezioso, una sorta di “bootleg ufficiale” che fotografa un momento chiave della loro carriera, durante un tour considerato tra i più significativi di sempre. La qualità audio non è perfetta, ma il fascino di quell’istantanea storica e l’energia della band sul palco lo rendono un acquisto irrinunciabile per gli appassionati.
Grande curiosità anche per “Legacy” di John Fogerty. Dopo una lunga battaglia legale durata decenni, il leader dei Creedence Clearwater Revival è finalmente riuscito a riottenere i diritti sul proprio catalogo e ha deciso di reincidere i classici che lo hanno reso celebre. La voce, nonostante l’età, si mantiene solida e gli arrangiamenti restano fedeli agli originali. L’edizione deluxe, con brani aggiuntivi, è già quasi esaurita in prevendita: un segnale di quanto fosse atteso questo ritorno.
Infine, un capitolo a parte merita la riedizione di “Made in Japan” dei Deep Purple, rivista da Steven Wilson. Un’operazione che, come sempre accade quando il produttore inglese mette mano a un capolavoro, divide i fan: c’è chi apprezza la pulizia e la resa sonora, e chi invece storce il naso di fronte a qualsiasi intervento sui classici. A rendere l’uscita ancora più discussa è la tiratura limitatissima: poche copie disponibili, sia in vinile che nel poderoso cofanetto da sei dischi (cinque CD più un Blu-ray audio), contenente i tre concerti giapponesi del 1972 in versione integrale, con tanto di bis. Un vero oggetto da collezione, destinato ad andare esaurito in tempi brevissimi.














