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Economia | 05 ottobre 2018, 08:30

L’innovazione tecnologica per creare occupazione e ricchezza in Italia

Nel pieno della Quarta Rivoluzione Industriale, il nostro Paese non riesce a trasformare in occupazione e sviluppo le opportunità offerte dall’innovazione. La vera sfida è dare continuità tecnologica a quanto gli imprenditori fanno ogni giorno.

L’innovazione tecnologica per creare occupazione e ricchezza in Italia

Lo sviluppo delle tecnologie emergenti capaci di aiutare l’uomo a vivere meglio e la trasformazione digitale tutta intorno a noi utile a liberare tempo, vengono spesso vissute in Italia con un alone di indifferenza se non di paura.

L’atteggiamento è logico e naturale in un Paese in cui il sistema nervoso è composto per il 95% da Pmi legate a settori tradizionali come manifattura, commercio e servizi a misura di piccola e media impresa. Ma questo approccio nasconde un pericolo: non riuscire ad approfittare come Sistema-Paese di occasioni a portata di mano per aumentare la competitività, per creare opportunità di lavoro e per entrare in contatto con nuovi mercati ad alto tasso di crescita e quindi di profitto.


Sin qui tutto bene, se non fosse che le economie per crescere in modo sostenibile e solido devono nutrirsi - al di là della credibilità e della qualità delle politiche di sviluppo nazionali - di consapevolezza attiva delle imprese, di adeguato sostegno agli investimenti tecnologici e di accompagnamento per trasformare in fatturati concreti temi come stampa 3D, realtà aumentata a supporto dei processi produttivi, sistemi di analisi di grandi volumi di dati e nuovi colleghi robot.


A livello nazionale, i Centri di Ricerca e di Trasferimento Tecnologico, i Competence & Innovation Center previsti dal “Piano Nazionale Impresa 4.0”, i Parchi Scientifici, le Smart Valley e i Tecnopoli accreditati dalle normative nazionali per il loro alto valore aggiunto, sono attori indispensabili per fare un salto di qualità quantico nel modo di fare impresa innovativa.

La quotidianità però ci dice che, per poter accedere agli attuali programmi di sviluppo tecnologico, le Pmi italiane hanno ad oggi bisogno di un periodo di incubazione ancora troppo lungo. Infatti, è spesso complicato raccontare agli imprenditori tradizionali che le Tecnologie 4.0 possono essere applicate in ogni settore produttivo, dalla manifattura al commercio, dai servizi all’artigianato dal turismo all’agricoltura. Ed è proprio nel settore agricolo che la tecnologia sta apportando una svolta a livello globale nei tradizionali sistemi di coltivazione.


Per esempio i sensori installati nei filari di maturazione di preziose viti e collegati in rete consentono di monitorare il cambiamento climatico, bloccando o accelerando trattamenti per la buona riuscita dell’annata; droni con microcamere ad ampio raggio permettono di aumentare la sicurezza in produzioni estensive di pianura o di nicchia su terreni scoscesi; robot studiati per riconoscere la maturità dei frutti si muovono tra gli alberi dando vita alla così detta Agricoltura 4.0 di precisione.


Per ottenere il massimo da questa rivoluzione copernicana, l’Italia ha bisogno di maggiore integrazione tra Stato, Regioni ed esperti che sappiano facilitare il passaggio dall’informatica alla robotica. In questo modo anche la pasticceria sotto casa potrà acquistare una stampante 3D in grado di creare in pochi minuti una torta di compleanno su preciso disegno del cliente, condiviso con il laboratorio via email.


Enrico Molinari

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