/ Attualità

Attualità | 18 marzo 2020, 16:39

Jacopo Saliani, la colonna sonora del Ponente che non si arrende e resta unito [FOTO]

Il dj ha montato la sua consolle sul tetto del palazzo di Multedo dove abita ed ogni sera offre a tutti un quarto d’ora di compagnia musicale

Jacopo Saliani, la colonna sonora del Ponente che non si arrende e resta unito [FOTO]

In America, lo avrebbero già ribattezzato the heart, the spirit, the blood, the soul, the consciousness, the brotherhood, the sanctuary, the love of the big city. Perché nei quartieri neri queste cose le sanno dire meglio di tutti gli altri: il cuore, lo spirito, il sangue, l’anima, la coscienza, la fratellanza, il santuario, l’amore. A migliaia di chilometri di distanza Multedo è in fondo un posto molto simile: difatti pure qui Jacopo Saliani è decisamente un ‘bravu figgeu’, e questa espressione riassume magnificamente tutte quelle di cui sopra.

In questi giorni particolarmente difficili, di reclusione forzata ognuno nelle proprie abitazioni, a causa dell’emergenza legata al coronavirus e nel tentativo (si spera riuscito, ma gli effetti li dobbiamo ancora vedere) di cercare di ridurre il più possibile i contagi, questo simpatico ragazzo di 21 anni è diventato uno dei personaggi più popolari, stimati e apprezzati della zona, con la promessa di rimanerlo assai a lungo. Il motivo? Dallo scorso sabato, ogni sera, Jacopo tiene compagnia a Multedo (ma anche a Pegli e sino a Borzoli) con la sua colonna sonora. Perché Jacopo Saliani è un dj professionista e ha, come tale, un’attrezzatura professionale che, in queste giornate, ha messo a servizio del suo quartiere, dei suoi vicini di casa, della sua ‘gente’.

Con il nome d’arte di Jay-S Jacopo Saliani, che ha studiato alla scuola elementare ‘Alfieri’ di via Rostan, poi alla ‘Rizzo’ di Pegli e quindi si è diplomato al ‘Calvino’ come perito informatico, lavora da parecchi anni negli ambienti musicali: collabora con un’etichetta discografica di Brescia, è stato in radio, prima in One Dance (emittente del gruppo Radio Number One) e poi in Radio Vertigo One, suona regolarmente nelle discoteche e allestisce i suoi dj set all’aperto, in feste ed eventi, non soltanto in Liguria (è amatissimo, ad esempio, agli eventi del Civ Riviera di Pegli, come il Pegli Summer Party), ma anche e soprattutto in Piemonte e Lombardia. Un lavoro ‘vero’, insomma, che lo impegna per gran parte dell’anno, soprattutto durante i mesi estivi. Solo che, con la chiusura e lo stop di ogni tipo di attività, se non quelle strettamente necessarie, anche Jacopo Saliani si è dovuto fermare.

Ma Jacopo è un ragazzo talmente pieno di vita, di idee e di entusiasmo che mai avrebbe potuto spegnere computer, consolle e amplificatori. Mai avrebbe potuto tenere i proiettori sullo switch off. Mai avrebbe potuto far tacere i suoi diffusori sonori. E così, mettendo la sua esperienza e il suo ingegno a disposizione di tutti, ha pensato di fare un gesto per il suo quartiere, per la sua Multedo. Sabato scorso ha montato tutta la sua attrezzatura sul tetto del palazzo dove abita, in via dei Reggio 3, e ha fatto risuonare a centinaia di metri di distanza le note dell’Inno di Mameli. Molti hanno potuto assistere dal vivo a questa performance, altri l’hanno seguita su facebook e l’evento è stato talmente apprezzato da meritare i titoli dei principali quotidiani della città, oltre che una eco molto più che genovese. L’altra sera, in un’altra zona di Pegli, ai portoni dei palazzi è stato appeso un volantino che più o meno diceva così: non state chiusi dentro alle vostre abitazioni, almeno alla sera aprite le finestre e cantiamo tutti insieme. Se una parte della città rimane spenta e composta, ce n’è un’altra dove il senso di comunità non viene mai meno e dove ciascuno mette le proprie capacità, e in questo caso la propria arte, a disposizione di tutti.

Multedo, quartiere storicamente bistrattato dalle istituzioni, perennemente in attesa che si avverino le promesse di questo o quel sindaco, martoriato dalle servitù industriali, sfregiato dall’inquinamento, messo ingiustamente alla berlina da una certa stampa faziosa ai tempi della trasformazione dell’ex asilo Contessa Govone in centro per richiedenti asilo (e dipinto senza pietà come razzista e reazionario, cioè quanto di più lontano dalla realtà), è un posto piccolo, ma queste quattromila anime che ci vivono battono per quarantamila e più: e così questo agglomerato di case tra Sestri e Pegli sta dando lezioni di stile, di vitalità, di unione, di resistenza e di resilienza a tutta la città. “Qualche giorno fa - racconta Jacopo Saliani - mi sono imbattuto in un post su Facebook di una ragazza di Multedo, una nostra vicina di casa. Invitava il quartiere a cantare tutti l’Inno di Mameli dalla propria finestra. È lì che ho avuto l’idea di montare la consolle sul tetto e di creare un evento musicale. Altre persone hanno aderito con entusiasmo e hanno fatto partire il tam tam. La serata di sabato è stata bellissima, poi siamo andati avanti anche in tutte le altre, perché le persone hanno continuato a chiedercelo. Mi hanno particolarmente toccato i commenti di alcune donne anziane, sia di Multedo che di Pegli: ‘Vai avanti, perché ci tieni tanta compagnia’. E così abbiamo l’appuntamento fisso, tutte le sere alle 19”.

Non è un momento invasivo perché il primo pensiero è quello di non disturbare: si suona un quarto d’ora, tre o quattro pezzi al massimo, e poi si spegne tutto. “Non vogliamo creare disagio - precisa Jacopo - e neanche dar l’idea che qui stiamo facendo delle feste. Difatti, ogni sera rivolgiamo un pensiero alle persone che non ci sono più e a quelle che si stanno facendo in quattro per salvare più vite umane possibili. Domenica abbiamo celebrato Genova e l’Italia, con ‘Ma se ghe pensu’ e con ‘Nel blu dipinto di blu’; lunedì è stata la volta di ‘Strada facendo’ di Claudio Baglioni; martedì abbiamo ricordato la festa di San Patrizio con ‘Il cielo d’Irlanda’ cantata da Fiorella Mannoia e poi abbiamo suonato ‘Creuza de ma’ di Fabrizio De Andrè. Ma c’è stato anche il minuto di silenzio per le vittime e abbiamo nuovamente diffuso l’Inno di Mameli, in occasione della Festa dell’Unità d’Italia”. Ogni sera una sorpresa, ogni sera un quarto d’ora di svago, ma anche un modo per dire che dentro alle nostre case c’è vita. Sempre e comunque. Sempre e ancora. Ce ne ricorderemo a lungo, di queste sere qui: con i pompieri che suonano le loro sirene a tempo con la musica di Jacopo, con le torce dei cellulari accese nel buio della notte, con tutti gli abbracci virtuali che ci stiamo mandando grazie alla tecnologia. Siamo tanto distanti, ma anche tanto vicini. E Multedo, come sempre, è un cuore solo.

C’è una bella canzone dei Ricchi e Poveri, ‘Così lontani’, che a un certo punto fa così: “Così lontani, da solo non ci sto senza te, se tu mi ami, voglio un cielo senza nuvole, mai più da soli, perché è un inferno che raggiunge la pazzia, se qualche volta devo proprio andare via, ti voglio qui vicino a farmi compagnia”. Grazie Jacopo, grazie per la tua compagnia.

Alberto Bruzzone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium