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Politica | 04 dicembre 2018, 20:01

Decreto Sicurezza: pienone al Teatro della Tosse per l'incontro dedicato alle criticità della legge. Lerner: "Legittima la cattiveria"

L'evento, intitolato "Decreto Sicurezza. Politica dell'immigrazione e diritti", ha offerto un esame dei principali tratti della nuova legge e i possibili problemi derivanti dalla sua applicazione (VIDEO)

Decreto Sicurezza: pienone al Teatro della Tosse per l'incontro dedicato alle criticità della legge. Lerner: "Legittima la cattiveria"

Recentemente il presidente della Repubblica ha firmato il famoso Decreto Sicurezza, provvedimento bandiera della Lega che ha suscitato forti critiche e anche qualche fibrillazione politica all'interno del perimetro della maggioranze che sostiene il governo.

E proprio le criticità del provvedimento sono state al centro dell'incontro "Decreto Sicurezza. Politica dell'immigrazione e diritti", tenutosi nella sala del Teatro della Tosse affollata da un pubblico numeroso. Il Decreto da una parte è ritenuto a rischio di incompatibilità costituzionale, e dall'altra elemento di ulteriore aggravamento di problemi a cui invece si proporrebbe di dare soluzione, a partire dalla questione dei migranti presenti senza permesso di soggiorno sul territorio nazionale.

Ad illustrare i tratti salienti del Decreto Sicurezza l'avvocato Elena Fiorini, il presidente della sezione IV del tribunale di Genova Francesco Mazza Galanti, il professore ordinario di Diritto Costituzionale dell'Università di Genova Lara Trucco e il giornalista Gad Lerner.

"Le norme vanno a ridisegnare il sistema per il riconoscimento della protezione internazionale, e dell'accoglienza in generale. In particolare si elimina il permesso per motivi umanitari, riducendo molte persone in clandestinità: si tratta di una violazione grave del diritto d'asilo che rischia di dare origine a diversi contenziosi - spiega l'avvocato Fiorini -. Si aumentano poi i tempi di trattenimento nei centri di detenzione, con un'inversione di tendenza rispetto al passato: questo periodo di restrizione era stato ridotto perché non si riusciva a rimpatriare i soggetti in tempo, con un aggravio dei costi per lo stato, e una violazione decisamente fuori luogo della libertà personale".

Per il giornalista Gad Lerner il Decreto Sicurezza: "In qualche modo legittima la cattiveria - spiega - un sentimento che è dentro a tutti di fronte alle tensioni e alle insicurezze, ma che mai in politica, nell'esperienza della nostra Repubblica fondata sui principi costituzionali, era diventato qualcosa da rivendicare e di cui fare vanto. L'idea è che mostrando la faccia cattiva in qualche modo si tengano lontani i problemi, come il fenomeno dell'immigrazione, che viene equiparato a un problema di natura criminale e a cui, ancora peggio, viene attribuita la responsabilità della crescita della povertà tra gli italiani"

In apertura dell'incontro, valido anche al fine del conseguimento dei crediti formativi per gli avvocati e per i giornalisti, hanno portato il loro saluto al pubblico il presidente del Comitato per lo Stato di Diritto Vincenzo Paolillo, il presidente della Giunta regionale Liguria dell'Associazione Nazionale Magistrati Domenico Pellegrini, il presidente dell'ordine dei Giornalisti Consiglio regionale Liguria Filippo Paganini, e il presidente dell Comunità di San Benedetto al Porto Domenico Chionetti.

E proprio Chionetti annuncia che San Benedetto si schiera fin da subito concretamente contro gli effetti del Decreto: "Noi ci impegniamo a non mandare via nessuna persona dai centri di accoglienza straordinaria e dagli Sprar, continueremo a fare i corsi di italiano e seguire le persone. Ci impegneremo poi contro i centri permanenti per il rimpatrio, che per noi sono dei luoghi in cui si violano i diritti della persona. In Liguria ne è previsto uno e noi crediamo che la cittadinanza tutta debba mobilitarsi contro questa progettualità. Il Decreto è il contrario di quello che dice di essere: creerà caos e una nuova emergenza che non c'era, portando sulla strada migliaia di persone che già sono in Italia".

 

Carlo Ramoino


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