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Politica | 12 gennaio 2019, 18:00

II bilancio di Tursi fa emergere le fratture tra Comune e Municipi

La relazione dell’assessore Piciocchi bocciata nei parlamentini a maggioranza di centrosinistra. Il rammarico di Pilloni (Lega, VI Medio Ponente): “E’ un voto ideologico che va contro gli interessi complessivi della città. Servirebbero maggiore buon senso e meno ordini di scuderia”

II bilancio di Tursi fa emergere le fratture tra Comune e Municipi

Un rapporto conflittuale. Non può essere definito altrimenti, quello in essere tra la giunta Bucci e quei Municipi cittadini, in particolare il VI Medio Ponente e il VII Ponente, la cui maggioranza è rimasta al centrosinistra.

Non si contano più, ormai, i momenti di frizione, le crisi istituzionali sfiorate, gli scambi - anche vivaci - tra esponenti dell’amministrazione comunale e loro omologhi municipali. Ha un senso tutto questo? Realmente il sistema funziona o c’è qualcosa che dovrebbe essere cambiato? Se lo è chiesto, nel corso dell’ultimo consiglio municipale, il consigliere della Lega al VI Medio Ponente Walter Pilloni, che rappresenta uno dei principali esponenti dell’opposizione, dopo aver perso per pochissimi voti le elezioni che lo vedevano candidato come presidente del ‘parlamentino’ che presidia il territorio - ampio e assai densamente popolato - di Sestri e Cornigliano.

L’occasione è stata la seduta monotematica, che si è tenuta analogamente in tutti i vari Municipi cittadini, dedicata al bilancio, con l’assessore di Tursi Pietro Piciocchi che ha illustrato i conti, le proiezioni future e, in particolare, il piano di investimenti, quello legato al personale e quello triennale delle opere pubbliche.

Nelle ex circoscrizioni dove governa il centrodestra, il voto è stato favorevole, in quelle a maggioranza centrosinistra è successo esattamente il contrario. Secondo Pilloni, pur nella libertà di voto, di democrazia e di espressione, si è trattato di “un’occasione sprecata, perché purtroppo sui contenuti è prevalsa l’ideologia, sulla sostanza è prevalso un ordine di scuderia, cioè quello di votare contro, sempre e comunque”.

L’intervento di Pilloni in Municipio e poi il suo punto di vista ribadito e ampliato anche il giorno successivo hanno suscitato un intenso dibattito. “E’ evidente che Municipi e Comune, per lavorare nel migliore dei modi, dovrebbero avere un medesimo indirizzo. Dove però prevalgono vecchie logiche di partito, questo non succede. Io ho semplicemente detto: confrontiamoci sui contenuti, al di là delle etichette e dei simboli di appartenenza. Non è detto che una cosa proposta dal centrodestra non sia buona per tutti, così come una proposta dal centrosinistra. Ma i vecchi della politica rispetto a questo discorso hanno reagito molto male”.

Pilloni, imprenditore piuttosto noto in città nel campo della mobilità alternativa (biciclette e scooter elettrici), si definisce “un uomo d’affari prestato alla politica, che quindi non vivo con quella animosità magari propria di chi non ha fatto altro nella vita. Ma una visione più sobria mi sembra l’atteggiamento ideale, al giorno d’oggi, con tutti i problemi che Genova ha già. Una chiusura ideologica completa non può portare da nessuna parte”.

E’ un ragionamento da moderato, non certo da ultras: “Per decenni, sotto la guida del centro sinistra, i Municipi hanno avuto funzione di ‘marcatore politico del territorio’, una testa di ponte tra il governo periferico e i cittadini, mentre sul piano pratico le attività decisionali sono sempre rimaste blande e prive di incisività. Tutto veniva comunque deciso da Palazzo Tursi. Oggi questo sistema, tacitamente accettato per decenni, si scopre che non va più bene ad alcuni”. Il rapporto tra Tursi e Municipi è sempre un elemento di attualità. Esiste o non esiste la volontà di portare avanti il processo di decentramento e di spostamento di alcune competenze specifiche, iniziato con la giunta Vincenzi (e quindi non certo ieri)? Oppure certe scelte di questa maggioranza vanno in direzione esattamente contraria, come, da ultima, la richiesta di stendere una nota sui singoli lavori pubblici, mandati a tutti gli assessori municipali, prima di vedersi erogati i rispettivi fondi?

Secondo Pilloni, i Municipi dovrebbero “essere più dinamici, ma questo non è possibile anche perché il partito di opposizione appare confuso e privo di una linea politica comprensibile. Certe persone ancora più di ieri non hanno compreso che è fuori dalla sede municipale che si gioca la partita vera per la città e quindi perseverano in un comportamento di manifesta ostilità ideologica ogni volta che ne individuano la possibilità, senza minimamente entrare nel merito dei temi, ma solo obbedendo a un ordine di scuderia. Un’ultima dimostrazione ci viene data in questi giorni dalla medesima scelta che tutti i Municipi di centro sinistra stanno operando con il voto contrario al bilancio comunale, contraddicendo con questo giudizio il buon senso e la ragionevolezza”. Un’opportunità persa, secondo Pilloni, che invita a ragionare “con un maggiore responsabilità, nell’interesse complessivo di tutta la città. Perché un voto contrario è un bruttissimo segnale e certe logiche politiche non dovrebbero mai andare contro all’utilità cittadina”.

Alberto Bruzzone


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