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Politica | 29 marzo 2019, 12:49

Ascensore Villa Scassi, Linea Condivisa: "Opera da 4,3 milioni, andava progettata diversamente"

Linea Condivisa, Pastorino: "Siamo assolutamente perplessi: inaugurato in pompa magna e salutato come ritrovato tecnico avveniristico, di ultima generazione, l’elevatore subisce continui stop per manutenzioni non meglio specificate"

Ascensore Villa Scassi, Linea Condivisa: "Opera da 4,3 milioni, andava progettata diversamente"

A distanza di quasi 2 anni e mezzo dalla sua attivazione, l’ascensore “fragile” che collega via Cantore all’ospedale Villa Scassi giace fermo, bloccato da una serie impressionante di guasti che hanno colpito l’impianto praticamente da subito. Bilancio del tutto negativo per un’opera costata per 4,3 milioni di euro da fondi europei.

«Siamo assolutamente perplessi: inaugurato in pompa magna e salutato come ritrovato tecnico avveniristico, di ultima generazione, l’elevatore subisce continui stop per manutenzioni non meglio specificate. Il problema, però, resta irrisolto: evidentemente, andrebbe ricercato all’origine del progetto. In una città come Genova, è davvero un’ottima idea potenziare il trasporto verticale… ma, banalmente, verrebbe da dire: “l’importante è che funzioni” – denuncia Linea Condivisa, per voce del consigliere regionale Gianni Pastorino e dei consiglieri del Municipio Centro-Ovest Mariano Passeri e Matteo Buffa -. Un fallimento che non soltanto penalizza i cittadini, obbligati a raggiungere l’ospedale con tortuosi percorsi d’autobus, ma che danneggia anche l’immagine di un’azienda, AMT, che purtroppo non gode di buona reputazione e che non si dimostra capace di governare le sue infrastrutture».

Inaugurato a dicembre 2016, già in ritardo rispetto alla programmazione europea, l’ascensore funziona a singhiozzo per tutto il 2017 fino a una prima chiusura per un guasto infrastrutturale. Effettuate tutte le verifiche del caso, l’ascensore riparte ad Aprile 2018; ma le illusioni durano poco: chiusura pressoché immediata e riapertura a dicembre 2018. Ma oggi tutto risulta nuovamente chiuso.

«Forse la fine, per un’infrastruttura mal progettata e dalla vita travagliata? Non è ciò che ci auguriamo. Anche perché si tratta di una soluzione sicuramente più ecocompatibile rispetto agli autobus sostitutivi, che i residenti, spesso anziani, sono tuttora costretti a utilizzare – concludono Pastorino, Passeri e Buffa -. Auspichiamo che il Comune proceda con la richiesta danni ai costruttori. Allo stato attuale è necessaria una manutenzione continua dell’impianto, riservando particolare attenzione all’usura di macchinari che si sono rivelati estremamente fragili. Ma che erano al centro della progettazione voluta e approvata da AMT».

Comunicato stampa


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