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Economia | 11 luglio 2019, 06:50

Gioco che passione: analisi sul fenomeno dei giochi in Liguria

Il tradizionale “tavolo verde” d'Italia, la Liguria, sente scorrere ancora nelle sue vene la passione per il gioco

Gioco che passione: analisi sul fenomeno dei giochi in Liguria

Il tradizionale “tavolo verde” d'Italia, la Liguria, sente scorrere ancora nelle sue vene la passione per il gioco. Che cambia, si evolve, e vira sempre più verso il web. E pensare che solo un secolo fa la Liguria faceva da concorrente, di primo piano, ai monegaschi di Monte Carlo. Non c'era infatti solo Sanremo tra i casinò in regione: nel periodo della cosiddetta “Belle Epoque”, a cavallo tra XIX e XX secolo, le sale da gioco erano attive in diverse perle della Liguria. Qualche esempio? Alassio, Bordighera, Ospedaletti, Rapallo e Ventimiglia. Cittadine cariche di storia, comunque sempre legata a quella della Lanterna pronta a mettersi presto in mostra, e di grandi pagine dedicate al gioco.

Oggi, anche se il casinò di Sanremo non è così lontano, sono tanti infatti quelli che preferiscono le piattaforme online. Le ragioni sono diverse, a parte la praticità di giocare comodamente da casa, c’è da dire che i casinò online fanno una spietata concorrenza offrendo bonus di benvenuto e denaro gratis alla registrazione per far provare la propria piattaforma a tutti. In ogni caso, le perle non mancano e la Liguria continua a sfornare delle eccellenze del gioco, in particolare nel poker.

Per esempio, non si può non parlare del genovese RoccoPalumbo, tra i “top player” italiani. Soprattutto da quando, nel 2012, è arrivato in cima al mondo vincendo le WSOP (World Series of Poker) di Las Vegas, patria del gioco e di tutto quanto è nuovo, portandosi a casa la bellezza di 460mila dollari. Da anni Palumbo è un “pro” e ha inanellato altri grandi risultati: come la vittoria della tappa italiana (a Venezia) del World Poker Tour 2013: primo italiano a riuscire, in pochi mesi, a fare l'accoppiata. In carriera ha ottenuto premi per oltre 2,2 milioni di dollari: un successo che gli consente di essere nella “Top Ten” dei giocatori italiani più vincenti di sempre.

Oltre a Palombo c'è Paolo Cavanna, anche lui di Genova, che dal 2008 è uno dei nomi che tutti gli amanti italiani di poker hanno imparato a conoscere. Il suo mentore è stato un altro genovese, Giuliano Bendinelli: ancora oggi il 31esimo italiano più vincente di sempre, con quasi un milione di dollari in premi conquistati in carriera. Cavanna faceva il cameriere a Londra, dove Bendinelli si era trasferito proprio per trasformare in professione la passione del poker. Instradato dai consigli giusti, Cavanna si è fatto valere sui tavoli, reali e virtuali di mezzo mondo, riuscendo a togliersi più di una soddisfazione.

E ancora, i giocatori di poker professionisti made in Liguria non sono finiti qui: Matteo Bonelli, Attilio Innocenti, Piero Lombardi, Giuseppe Minh Khoa e Federico Cipollini. Quest'ultimo, spezzino, con vittorie per circa mezzo milione di euro, è uno dei giocatori più di lungo corso d'Italia, a partire almeno dal 2007 quando fu vincitore del campionato italiano, disputato “in casa”, al casinò di Sanremo. Sempre da La Spezia arriva Giuseppe Minh Khoa, alias “ciassabrin79”. Il 41enne, conosciuto per il suo gioco molto mentale, è nei primi 100 pokeristi italiani con quasi 450 mila dollari vinti in carriera.

Dietro a questi giocatori professionisti ci sono, in Regione, migliaia di appassionati, che scelgono soprattutto il web per esprimere la propria voglia di giocare, sognando di potere essere anche loro un giorno al livello dei grandi del settore. D'altronde, proprio attraverso il web, dove pullulano i siti e i canali YouTube dedicati al poker, il successo può essere proprio dietro l'angolo.

I numeri, al riguardo della passione dei liguri per il gioco, parlano chiaro. Secondo i dati raccolti dal Libro Blu dell'Autorità Dogane e Monopoli, relativi alla propensione al gioco degli italiani nell'anno 2019, i liguri giocano in media 1.778 euro. La nostra regione è al nono posto nazionale in una classifica, quella della spesa pro capite, che vede in testa l'Abruzzo: dove ogni cittadino gioca in media 2.213 euro all’anno. Sul podio ci sono anche la Campania, con una spesa pro capite di 2.167 euro, e infine il Lazio, con 1.979 euro. In fondo la classifica: la Valle d'Aosta con 1.119 euro.

Tornando alla Liguria, è molto interessante leggere come giocano i liguri. I due macro ambiti presi in considerazione dagli esperti riguardano le installazioni fisse e quelle “mobili”. Tradotto: chi gioca in luoghi fisici (casinò, sale slot, ricevitorie ecc.) e chi invece sceglie il gioco online: pratica in grande ascesa in tutta Italia. In media, i liguri investono 1.191 euro in installazioni fisse e 587 euro sul web: una percentuale attorno al 35% e che cresce di anno in anno.

Entrando nel dettaglio delle singole province, i giocatori più assidui sono, un po' a sorpresa, quelli di Savona: sono loro al primo posto tra i giocatori della Liguria. La media annuale di spesa dei savonesi è infatti di 1.652 euro pro capite. Un dato che spinge Savona – ma pure Albenga, Varazze, Cairo Montenotte, Finale Ligure e gli altri centri - ai primi posti a livello nazionale. Savona è 23esima nella classifica guidata dalla provincia di Prato, con ben 3.707 euro pro capite annui.

Più indietro c'è la provincia di La Spezia, con un livello di gioco pari a 1.471 euro di spesa pro capite all'anno. Sotto la soglia dei 1.500 ci sono: la città metropolitana di Genova, con 1.330 euro, e Imperia. La provincia che vanta uno dei pochi casinò d'Italia, quello di Sanremo, orgoglio cittadino assieme allo storico Festival della canzone italiana, si ferma a soli 1.132 euro.

Evidente, quindi, la passione per il tavolo verde dei savonesi, ma pure degli spezzini, dei genovesi e degli imperiesi, che anche grazie ai grandi film sul poker usciti in questi anni si sono sempre più appassionati alla materia. Che si evolve, cambia, amplia il numero degli appassionati coinvolti, pur restando sempre identica nel profondo: una mistura esplosiva di fascino per la sfida, voglia di primeggiare, sangue freddo e testa calda.

Sono questi, o no, alcuni dei “must” dei liguri, e dei genovesi in particolare, capaci di arrivare in mezzo mondo ormai da generazioni?



Richy Garino

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