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Politica | 14 gennaio 2020, 19:14

Lodi sul reddito di cittadinanza: "Convocare al più presto una commissione"

A Genova oltre 10 mila le domande; la consigliera comunale del Partito Democratico: "Ritardi sugli adempimenti e un rischio di sovraccarico per gli assistenti sociali"

Lodi sul reddito di cittadinanza: "Convocare al più presto una commissione"

Sono quasi diecimila a Genova i nuclei che hanno presentato domanda per usufruire del Reddito di cittadinanza. È quanto emerso oggi nel corso del Consiglio comunale grazie a un’interpellanza sul tema rivolta dalla capogruppo PD all’assessore Francesca Fassio.

“L’obiettivo delle mie domande era quello di fare il punto sull’attuazione delle misure previste dal reddito di cittadinanza – dichiara Cristina Lodi - . Dalle risposte in aula purtroppo è emerso un quadro davvero molto preoccupante perché fornisce la fotografia di un fenomeno di povertà fortemente diffuso nella nostra città. Sono 9681 le domande accolte e di queste per circa la metà, precisamente per 4534 nuclei, è prevista l’attuazione di un Patto di inclusione sociale da parte dell’amministrazione attraverso i servizi sociali. Questo comporta un carico di lavoro notevole per gli assistenti sociali, che in occasione dello sciopero organizzato a dicembre già hanno lamentato una carenza di personale in generale e che si troveranno a dover far fronte a un carico aggiuntivo di adempimenti amministrativi, organizzativi e tecnici”. 

Tra i requisiti richiesti per ottenere e per continuare a mantenere il Reddito di cittadinanza, infatti, i beneficiari devono stipulare il Patto per il Lavoro o per l’Inclusione Sociale, impegnarsi non solo a cercare assiduamente un lavoro e riqualificarsi, ma anche svolgere gratuitamente attività per il proprio Comune di residenza sino a un massimo di 16 ore settimanali.

Nel caso in cui l’operatore del centro dell’impiego ravvisi che nel nucleo familiare dei beneficiari della misura siano presenti particolari criticità, invia i richiedenti ai Servizi comunali competenti per il contrasto della povertà, per la valutazione multidimensionale del bisogno e la firma di un Patto per l’Inclusione Sociale. Inoltre, i Comuni hanno molteplici adempimenti a cui rispondere con oneri amministrativi ed organizzativi: verifica del soggiorno e della residenza, valutazione del nucleo familiare e predisposizione del patto, cura delle banche dati, segnalazioni di situazioni irregolari e attivazione di progetti utili alla collettività (P.U.C.) in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Per far fronte a questi impegni, ai Comuni sono stati assegnate le risorse residue del “Fondo Povertà”, al fine di non gravare sulle finanze dei propri bilanci.

L’assessore Fassio ha dichiarato che al momento, per far fronte a questo nuovo carico di lavoro – interviene Cristina Lodi – sono state previste quindici unità di personale. Decisamente poche, a fronte dei 4534 nuclei che dovrebbero sottoscrivere un Patto per l’inclusione sociale. Un carico umanamente e professionalmente impossibile da sostenere per gli assistenti sociali, che non possono e non devono vedersi costretti a scegliere se occuparsi di minori in difficoltà o persone richiedenti il reddito di cittadinanza. Il Comune quindi, già in ritardo nella firma della Convenzione che permette di accedere alle banche dati per verificare il possesso dei requisiti, non si sta muovendo nel migliore dei modi per garantire un servizio adeguato a chi ne avrà beneficio e rispettoso del ruolo e della professionalità degli operatori. Crediamo quindi sia indispensabile convocare al più presto una Commissione consiliare sul tema, per capire come uscire da questa situazione e come i cittadini bisognosi del reddito di cittadinanza possono avere la possibilità di superare il loro stato di difficoltà. Ci auspichiamo anche che il sindaco rispetti l'impegno preso il giorno dello sciopero degli assistenti sociali e incontri nuovamente i rappresentanti dei lavoratori a cui ogni amministrazione deve rispetto istituzionale”. 

Redazione


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