Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea per i prodotti italiani agroalimentari, ma non solo, rischia di aprirsi uno scenario problematico che potrebbe costare caro alle eccellenze del “Made in Italy”: senza un accordo commerciale dettagliato tra le due parti si assisterebbe al ritorno delle frontiere con il conseguente pagamento di dazi e controllo delle merci che provengono dall’Italia; ma sono anche a rischio le garanzie sulla tipicità dei prodotti.
Secondo Coldiretti, che ha lanciato l’allarme, a rischio sarebbe il 30% dei prodotti agroalimentari italiani che corrispondono a forniture stimate pari a circa 3,4 miliardi di euro. “Affinché si possa salvaguardare il ‘Made in Italy’ agroalimentare - commenta Rosa Mosca, esperta di proprietà intellettuale - è necessario stipulare un accordo nel quale vengano regolate una serie di questioni fondamentali per gli scambi commerciali e che non deroghi ad alcuni principi fondamentali dell’agricoltura europea: ovvero la tutela dell’ambiente e della salubrità degli alimenti, la salvaguardia dell’agricoltura in quanto tale, il riconoscimento dell’origine dei prodotti e delle materie prime”.
“Ma non solo – conclude – il riconoscimento delle indicazioni geografiche protette Igp o denominazione di origine protetta Dop, senza intesa non sarebbero più garantite sul mercato britannico con il conseguente avanzamento delle imitazioni e delle contraffazioni delle nostre specialità e il rischio di vendita in Paesi terzi che non rispettano gli standard europei come ad esempio gli Usa”.
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