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Attualità | 14 marzo 2020, 16:45

Gli aperitivi tra amici? Salvati grazie all’hashtag #iobevoacasa e alla tecnologia

Spopola in tutta Italia l’iniziativa lanciata dalla blogger e giornalista Lucrezia Sarnari. A Pegli, un gruppo di amiche e amici si è organizzato attraverso le app per smartphone normalmente dedicate alle videoconferenze. Ci si veste e ci si trucca proprio come se si dovesse uscire

Gli aperitivi tra amici? Salvati grazie all’hashtag #iobevoacasa e alla tecnologia

Non si può uscire di casa per incontrare gli amici? Bar e ristoranti sono chiusi? Sono vietati gli assembramenti? Tutto giustissimo, ci mancherebbe. Tutto utile, anzi ormai indispensabile, per rallentare il più possibile l’avanzata di questo stramaledetto Coronavirus. Solo che gli italiani, è noto, sono un popolo di ingegnosi, oltre che un popolo che non rinuncia all’incontro e alla socialità.  

E come fare a incontrarsi e a socializzare, in tempi di #iorestoacasa? Beh, ecco che la piazza reale viene sostituita, per questo periodo, dalla piazza virtuale. E il ‘rito’ dell’aperitivo si consuma lo stesso, spostandosi dai locali alla piattaforma di Skype. È la moda, la bellissima trovata di queste ultime ore, e sta prendendo sempre più campo: ognuno si prepara il drink a casa propria, poi si connette sulla chat e beve ‘in compagnia’ degli amici.  

E, attenzione attenzione: non è che lo si faccia in abiti da casa. Macché: le ragazze e le donne si truccano, i ragazzi e gli uomini si vestono proprio come se dovessero uscire, proprio come se ci si dovesse incontrare dal vivo. In fondo, si sta insieme anche così: si ride, si scherza, ci si racconta le proprie giornate diverse e si prova a sdrammatizzare la situazione.  

Tra le prime a lanciare l’idea, accompagnata dall’hashtag #iobevoacasa, c’è una donna. Si chiama Lucrezia Sarnari, è una giornalista e nell’ambiente dei social è conosciuta come la blogger Ceraunavodka. Tutto è nato così per gioco, attraverso un post di qualche giorno fa. Ma la pensata era talmente brillante che ha avuto subito un enorme seguito.  

“La cosa che più mi spaventa - dice l’ideatrice dell’#iobevoacasa - è la solitudine, non tanto la mia dato che non vivo da sola, ma quella di amici lontani che invece si ritrovano in questo momento totalmente soli. Per questo ho pensato di darci un appuntamento su Skype per fare l’aperitivo insieme, a distanza ma guardandoci in qualche modo in faccia. Ho lanciato l’iniziativa su Instagram e mi piacerebbe poterla allargare anche a persone che non conosco personalmente, ma penso che una connessione Skype non basti per tutti. Credo però che sia un’iniziativa replicabile e, come già ho detto sui miei social, se qualcuno si sente solo, può scrivermi in privato per essere aggiunto all’aperitivo”.  

L’esempio di Lucrezia è stato seguito in tutta Italia. A Pegli, ad esempio, si è riunita una vera e propria compagnia virtuale, su impulso della scrittrice Federica Amadori, ragazza molto conosciuta in delegazione. “Abbiamo iniziato - racconta - attraverso una videochiamata su Whatsapp, ma non si poteva organizzare per più di tre persone. Così, per allargare il gruppo, anche coinvolgendo i nostri amici di Reggio Emilia, abbiamo scaricato l’app per smartphone Webex, che consente di organizzare vere e proprie videoconferenze”. Naturalmente, l’app già esisteva, progettata dai californiani di Cisco Systems per scopi lavorativi. Ma ecco che, nell’emergenza, è diventata ottima pure per il tempo libero, anche perché sino a cento contatti simultaneamente è gratuita. Esiste anche Google Duo, pure questa molto utilizzata.  

“Noi - prosegue Federica Amadori - ci siamo connesse ieri sera alle 18. È bello perché vedi le tue amiche e i tuoi amici sullo schermo. E fai vedere pure casa tua e cosa stai facendo. Siamo stati tutti insieme per un’oretta. Penso proprio che replicheremo stasera, e anche nei giorni a seguire”.  

Ci si mette belle, è vero pure questo: “Naturalmente, è proprio come se si dovesse uscire. Non cambia niente, se non il fatto che non ci si vede di persona. Ma anche così non perdiamo le nostre belle abitudini”. C’è chi si versa un calice di vino rosso, chi si prepara uno spritz, chi un flûte di bollicine e ciascuno affianca il drink con il proprio stuzzichino.  

È l’italico ingegno che non viene mai meno, anzi si rafforza ulteriormente, quando arrivano i tempi bui. Si beve e, paradossalmente, si può bere anche un filo di più, visto che poi si resta a casa e si evitano alcol test e menate varie. Ma questa volta, è sicuro, si beve anche per un po’ per dimenticare. Perché di queste giornate assurde e in cui bisogna stare forzatamente tutti lontani, speriamo quanto prima di non dover parlare più e di relegarle ai libri di storia come una brutta parentesi.  

Per intanto… un bicchiere ci salverà. Un bicchiere e un telefonino. 

Redazione

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