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Attualità | 21 aprile 2020, 16:00

Coronavirus, in vista della fase due manca un piano sui trasporti. Come ci si muoverà dal 4 maggio?

Trenitalia dall’inizio dell’emergenza ha redatto delle linee guida per i propri dipendenti, ma chi vigilerà su distanziamento sociale e obbligo di mascherine per i passeggeri?

Coronavirus, in vista della fase due manca un piano sui trasporti. Come ci si muoverà dal 4 maggio?

Tra le incognite della fase due c’è quella sui trasporti a lunga percorrenza, su cui non esiste ancora un piano sulle regole da parte del governo per stabilire come sarà la mobilità del domani. Trenitalia dall’inizio dell’emergenza ha redatto delle linee guida per i propri dipendenti, assicurando la disinfezione dei treni e delle stazioni, e fornendo dpi ai capotreni e ai controllori, oltre al resto del personale. Sulle frecce, che non riguardano la Liguria, perché non circolano, è inoltre possibile la prenotazione a scacchiera. Ovvero, per garantire il distanziamento sociale, i posti prenotabili sono la metà di quelli disponibili normalmente.

L’azienda non ha potuto però applicare lo stesso codice per intercity e regionali perché, se per le frecce, che sono treni a mercato, Trenitalia è totalmente autonoma, per quanto riguarda gli altri convogli, frutto di un accordo con il ministero dei trasporti, per quanto riguarda gli intercity, e con le regioni, i regionali, è ancora tutto in divenire a poche settimane da quella che è stata individuata dagli esperti come la fase due che dovrebbe dare il via libera alla riapertura di diverse aziende, con un conseguente spostamento dei lavoratori pendolari, che già con la totalità dei posti disponibili spesso la mattina riempivano i posti a sedere.

Un alleggerimento delle presenze è dato certamente dalla chiusura delle scuole, ma le regole sul distanziamento sociale, se applicate, porterebbero alla metà dei posti disponibili. Il futuro, anche per intercity e regionali sarà quindi quello della prenotazione dei posti?

Non è ancora chiaro chi e come stabilirà il numero massimo di viaggiatori”, ci spiegano da Trenitalia. L’ipotesi potrebbe essere quella di aumentare il numero di treni in circolazione, ma considerando che attualmente in Liguria sono in moto il 60% dei convogli, che viaggiano quasi vuoti, è chiaro che Trenitalia, così come il governo, dovranno aspettare il normale avviamento dei flussi dei passeggeri per comprendere se ci sarà una piena ripresa. Non è impensabile, infatti, che una persona abituata a prendere un treno, per recarsi al lavoro o per turismo, per il rischio contagio, preferisca muoversi con mezzi propri. Sembra invece non praticabile l’idea di fornire bus sostitutivi, perché non potrebbero garantire il distanziamento sociale. La scorsa settimana, Trenitalia aveva messo tre autobus da venti posti l’uno a disposizione dei passeggeri di un treno guasto in Piemonte. Le immagini sono finite sui social perché nonostante le accortezze non era stato possibile distanziare le persone a bordo.

C’è un altro tassello, ovvero quello degli obblighi per i passeggeri e di chi dovrà occuparsi dei controlli. “Al momento i controlli in stazione sono a cura delle forze dell’ordine, e riguardano soprattutto le autocertificazioni. Il personale però non può pretendere dai passeggeri l’obbligo di indossare la mascherina, o in caso di due persone che viaggiano insieme, non può fermarli se scelgono di sedersi accanto”, spiega ancora Trenitalia. Su questo tema bisognerà intervenire, sulle mascherine potrebbe farlo la regione con un’ordinanza.

Un altro aspetto molto a cuore dei passeggeri è quello relativo agli sconti sugli abbonamenti, richiesti a causa delle difficoltà del servizio offerto.
Anche in questo caso, abbiamo già attivato la scontistica per le frecce”, conferma Trenitalia, che per quanto riguarda regionali e intercity sta studiando un piano con gli enti pubblici.   

Personalmente sono preoccupatissimo per la mancanza di un piano sulle regole che dovrà arrivare dal ministero. – spiega a Imperia News l’assessore regionale ai trasporti Gianni Berrino – Questo riguarda i treni, ma soprattutto gli autobus, perché se saranno applicate le regole per il distanziamento sociale a viaggiare saranno un terzo dei passeggeri che normalmente salgono sui mezzi pubblici. Dovrà quindi aumentare l’offerta di autobus e personale, con un conseguente aumento dei costi che non possono sobbarcarsi le aziende, e neanche le regioni. Qualcuno però dovrà occuparsene”.

Francesco Li Noce

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