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Politica | 26 maggio 2020, 09:00

Liguria Popolare pronta ad un ruolo chiave, Costa: lavoriamo per dare un contributo concreto al Toti bis

Il 13 settembre è la data su cui si sta orientando il governo per indire le prossime elezioni regionali. Le sfide elettorali che si sarebbero dovute tenere tra maggio e giugno sono slittate a causa dell'emergenza sanitaria. La Liguria è una delle regioni attese alle urne. Abbiamo incontrato il coordinatore di Liguria Popolare, Andrea Costa, per fare una chiacchierata a tutto campo su queste elezioni.

Liguria Popolare pronta ad un ruolo chiave, Costa: lavoriamo per dare un contributo concreto al Toti bis

Il 13 settembre è la data su cui si sta orientando il governo per indire le prossime elezioni regionali. Le sfide elettorali che si sarebbero dovute tenere tra maggio e giugno sono slittate a causa dell'emergenza sanitaria. La Liguria è una delle regioni attese alle urne. Abbiamo incontrato il coordinatore di Liguria Popolare, Andrea Costa, per fare una chiacchierata a tutto campo su queste elezioni. 

 

Elezioni regionali a voto a settembre, le pare una buona data o preferiva prima?

Ho sempre sostenuto in merito alle elezioni che da un lato avrei voluto che si votasse il prima possibile, perché ciò significherebbe che siamo fuori dalla pandemia e credo che sia giusto andare a votare quanto prima. Mi sembra ormai che ci sia una convergenza da parte del governo per il mese di settembre. L'importante è che ci siano le condizioni sanitarie per poter votare. Detto ciò noi siamo pronti ormai da tempo. Con le liste eravamo partiti con largo anticipo quindi siamo ormai al 90% delle nostre liste e mancano pochi tasselli per completarle”.

 

Liguria Popolare sta crescendo molto: vi considerate un'espressione democratica o possiamo dire democristiana?

Io credo che l'esperienza di Liguria Popolare sia partita ormai tre anni fa e ricordo che con alcuni amici decidemmo di costituire questo contenitore civico e lo scopo era quello proprio di provare a tenere insieme sensibilità diverse, esperienze diverse, ma soprattutto dare la possibilità a tutti i cittadini che avevano voglia di dedicare un po' del loro tempo alla collettività, di poterlo fare senza per forza riconoscersi in un partito tradizionale o perché magari non riuscivano a riconoscerci in questa espressione di partito nazionale. Credo che la forza di Liguria Popolare sia stata quella di essere un progetto fortemente legato non a un leader ma alla collettività. Questo non è casuale è un progetto ripeto, fortemente legato al territorio che ha messo insieme tanti cittadini che si sono messi a disposizione delle proprie comunità e hanno condiviso questo percorso, dove ripeto l'esperienze diverse e le sensibilità diverse riescono a convivere e a stare insieme. In un momento in cui viviamo un distacco tra la politica ed i cittadini, Liguria Popolare ha provato a ripartire dal territorio. Oggi siamo oltre 100 amministratori liguri che hanno aderito a questo progetto e credo che continueremo a crescere. Io dico che dopo questa pandemia, credo ancora di più e non mi stancherò mai di dire che dobbiamo distinguerci da come ci poniamo nei confronti della collettività. Noi dobbiamo preferire il dialogo alla contrapposizione, i ponti ai fossati, noi dobbiamo ascoltare anche chi non la pensa come noi e dobbiamo ritornare al dialogo e al confronto e mettere da parte lo scontro. Soprattutto dopo questa emergenza sanitaria cìè bisogno di una politica fatta più di dialogo che di  scontro”.

 

In Piemonte l'esperienza dei Moderati di Portas è consolidata da anni e decide spesso la politica regionale, il vostro è un percorso simile?

“Sì, noi ovviamente siamo una forza assolutamente moderata e non per questo senza idee, anzi per le cose in cui crediamo siamo più integralisti rispetto ad altri. Moderati significa prima di tutto, saper ascoltare e mettersi a disposizione della collettività e credo che dobbiamo anche aggiungere un elemento che nella politica degli ultimi tempi è un po' mancato, quando si fanno degli errori che è giusto ammetterli e non continuare a difendere per forza le proprie posizioni. Questa è la politica che cerchiamo di interpretare. Tra l'altro, il fatto di come Liguria Popolare abbia saputo aggregare in questi anni dopo la scissione di 5 stelle, pone la nostra corrente al terzo posto  in consiglio regionale con la forza di tre consiglieri, quindi siamo l'unico gruppo consiliare che in quattro anni è cresciuto. Credo inoltre, che ci sia bisogno di un contenitore civico e la nostra forza sia quella di aver mantenuto la nostra specificità e quindi svincolati da logiche e dinamiche nazionali”. 

 

Costa nello spezzino, Balestra nel savonese e Bissolotti nell'imperiese: quale è il 4° asso per il genovese? Avete scelto persone note ed esperte?

“Anche questo non è a caso, credo che la politica sia una cosa seria e complicata e talvolta difficile e credo anche che la stagione della rottamazione e dell'improvvisazione stia volgendo al termine. I dati ultimamente stanno dimostrando che anche sullo scenario della politica nazionale ci sia bisogno di competenza e di esperienza, perché l'esperienza per noi è un valore aggiunto.  Basti notare un Balestra che ha fatto per 30anni il sindaco in modo professionale e non è una cosa da rottamare ma qualcosa che porta un valore aggiunto al movimento e che significa esperienza e conoscenza del territorio. Naturalmente c'è bisogno anche di rinnovamento, però ripeto, se ci sono persone che hanno esperienza, competenza e professionalità e che conoscono il territorio perché hanno dedicato anni della propria vita ai cittadini ed alle comunità, ecco che per Liguria Popolare questi sono dei valori aggiunti e risorse, sono da valorizzare perche valorizzano il movimento e non un qualcosa da rottamare o rinnovare per forza. Con questa ottica posso confermare che il 90% dei nostri candidati sono o amministratori o persone che hanno ricoperto ruoli e su genova abbiamo due consiglieri regionali Gabriele Pisani e Vittorio Mazza. Abbiamo la Capo Grupppo del consiglio comunale a Genova, Marta Brusoni che è della lista del sindaco Bucci e quindi anche lei ha una competenza da consigliere comunale e abbiamo tanti altri consiglieri comunali che hanno dato la loro disponibilità e che saranno candidati. Poi c'è Ubaldo Borghi che è stato candidato alle ultime elezioni europee nella lista di Fratelli d'Italia e quindi abbiamo persone che possono portare un contributo, ripeto, nell'ottica che per noi l'esperienza e la competenza sono cose da valorizzare”.

 

Se tutto procede come sperate, un assessorato sarà sul tavolo: per quale vi candidate?

Al nostro intermo abbiamo tante competenze e tante esperienze positive e tante persone che possono aiutare l'amministrazione regionale a far bene. Non mi piace parlare di poltrone e assessorato, mi piace di portare un contruibuto e cercheremo di portare il massimo contributo possibile sia in termini di idee e di valori sia in termini di consenso e su questo siamo fiduciosi, i sondaggi ci fanno ben sperare e continuiamo a lavora e a crescere e subito dopo le elezioni vedremo se ci saranno dei lavori per noi e sicuramente ci faremo trovare pronti”.

 

La sinistra che non ha ancora un nome vero come candidato alla presidenza lo fa apposta, oppure Toti è imbattibile?

Io credo anche qui, che ci sia un approccio diverso, io ascolto spesso i nostri avversari del centro sinistra e credo che ci sia proprio un percorso che faccio fatica a condividere. Mi pare che si stia cercando più di capire chi è che possa battere Toti che vedere cosa ci sia da fare per la nostra regione. Quindi mi sembra che l'obiettivo sia solo quello di scovare chi possa battere Toti, invece credo che una buona politica debba partire dai problemi del territorio nella ricerca di soluzioni e proposte. Evito sempre di parlare degli avversari e preferisco parlare dei nostri progetti e delle nostre idee”.

 

Previsioni per una crescita ulteriore di Liguria Popolare

“Noi stiamo elaborando alcuni temi programmatici sui quali vorremmo provare a distinguerci perché, ripeto siamo convinti che in politica si debba anche tornare a parlare di valori e credo che soprattutto in ogni scelta l'individuo debba ritornare al centro di una certa politica e non possiamo più delegare numeri, parametri e parlare solo di bilanci. Bisogna iniziare a parlare più di bisogni e soprattutto un po' di più di persona. Non accettiamo una politica che delega solo tecnici in tutto e per tutto. La politica ha ovviamente bisogno dell'apporto tecnico, scientifico e quant'altro, ma si deve anche assumere la responsabilità di queste scelte”.  

 

Redazione


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