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Politica | 20 giugno 2020, 16:37

Pd a sindaco Bucci e Ministero: "No al progetto del filobus"

Dissenso del Pd verso il “progetto Filobus”, per il quale il Comune ha richiesto al MIT un ingente finanziamento

Pd a sindaco Bucci e Ministero: "No al progetto del filobus"

Una scelta profondamente sbagliata nel contenuto e nel metodo. È la valutazione del PD Genova, del PD Liguria e dei gruppi consiliari PD in Regione e Comune riguardo al “progetto Filobus”, per il quale il Comune ha richiesto al MIT un ingente finanziamento.

Con una lettera indirizzata al sindaco Marco Bucci e per conoscenza al MIT, il Partito Democratico esprime in maniera strutturata e con ampie argomentazioni il proprio dissenso riguardo a un progetto che l’amministrazione ha fatto conoscere ai cittadini soltanto dopo la prima bocciatura del Ministero, ad un anno e mezzo dalla richiesta di finanziamento e dopo innumerevoli sollecitazioni, dimostrando ancora una volta mancanza di trasparenza e condivisione riguardo alle proprie scelte con le associazioni, gli abitanti, i Municipi. 

Scrivono congiuntamente PD Genova, PD Liguria, Gruppo consiliare PD Comune di Genova e Gruppo consiliare PD Regione Liguria: 

La scelta del filobus vede Genova in controtendenza rispetto a tutte le altre grandi città europee sopra i 500mila abitanti, puntando su assi di forza su gomma (filobus) anziché su ferro (tram e metropolitane): infatti in Europa il tram è il veicolo di riqualificazioni urbane imponenti che hanno cambiato e cambiano anche il volto di molte città.

A fronte di un beneficio meno che nullo, con l’attivazione del filobus sui territori andrebbero a ricadere interventi importanti e massivi, tra cui, e solo alcuni minimi esempi, cancellazione di linee di tpl esistenti, riassetti stradali, significativa perdita di posti auto, istituzione di nuove zone ZTL e creazioni di interferenze che limiterebbero fortemente la mobilità privata. 
Il Partito Democratico, nella sua lettera al sindaco, segnala anche macroscopici errori del progetto e, tra questi: 
-    “vuoto intermodale” in quanto non si tiene minimamente conto delle nuove infrastrutture che si stanno realizzando e perpetuando un difetto pianificatorio e regolatorio che vede, nel nodo di Genova, il vettore ferroviario e il vettore su gomma contendersi l’utenza anziché integrarsi;
-    emerge un taglio alle attuali linee complessivo di circa un milione di km; 
-    l’asse di forza di ponente taglia fuori completamente la delegazione voltrese, che a seguito dei lavori previsti sulla nuova stazione, rimarrebbe completamente scoperta nel nuovo progetto di TPL;
-    lo studio trasportistico, basandosi solo sulla rilevazione delle utente del servizio pubblico, trascura il notevole flusso di auto e moto private che si spostano in città e da e verso la città metropolitana;
-    entrambe le rimesse di Cornigliano e Foce di cui si prevedeva la dismissione nel PUC, vengono riabilitate rendendo impossibile, peraltro, anche la dismissione e la riqualificazione della rimessa di Sampierdarena; 
-    la rimessa prevista a Campanule cancellerebbe tutto il progetto di riqualificazione sociale che il quartiere ha sempre sostenuto in quell’area, già previsto dalla delibera unanime del Municipio;
-    la Valbisagno, unico asse della città completamente sprovvisto di vero asse di forza, si ritroverebbe ad avere meno del 60% di sede riservata per la tratta;
-    Il progetto inoltre non prevede nessuna interazione e/o integrazione con il progetto di sviluppo un trasporto veloce per l’alta valle, che più soffre per la mancanza di un trasporto efficace ed efficiente;
-    l’asse della Valpolcevera consta il mancato prolungamento di corsie riservate, che non porteranno ad un miglioramento del trasporto pubblico locale; inoltre la mancata definizione di aree di interscambio che garantiscano una vera integrazione ferro/gomma;
-    la tipologia del mezzo richiesto (Filobus da 18 metri), peraltro al momento il massimo consentito per legge, davvero porta un quasi nullo beneficio trasportistico anche solo dovuto alla capienza dei mezzi utilizzati, per i quali sembra davvero difficile parlare di “assi di forza”, senza contare che la capienza del finanziamento non copre la richiesta di acquisto di nuovi mezzi indicata dal Comune per garantire l’efficacia della sua proposta;
-    manca completamente la valutazione dell’alimentazione elettrica necessaria per il sistema proposto, la cui capacità attuale non può garantire per l’infrastruttura prevista.
Il PD chiede quindi al sindaco di rispondere e farsi carico delle problematiche evidenziate, lavorando per un trasporto pubblico efficiente ed attrattivo, per il bene della città e, soprattutto, di condividere con il Consiglio Comunale, i Municipi, le Associazioni e gli stakeholder un nuovo progetto che oltre a puntare sul tram e sul prolungamento della metropolitana richieda le risorse necessarie per quegli interventi di natura infrastrutturale indispensabili a realizzare sistemi su ferro rendendoli compatibili con l’assetto viario e urbanistico di Genova.

 

Redazione


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