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Attualità | 09 agosto 2020, 17:02

Gli studenti riprogettano le loro classi con l’obiettivo di tornare a scuola in piena sicurezza

La singolare iniziativa ‘Ripartenza’ è stata realizzata dai ragazzi del liceo chiavarese ‘Marconi Delpino’ in collaborazione con l’Università di Genova. Tutte e 65 le aule necessarie sono state riorganizzate seguendo criteri scientifici

Gli studenti riprogettano le loro classi con l’obiettivo di tornare a scuola in piena sicurezza

C’è un concetto, anche piuttosto abusato di questi tempi, che viene definito resilienza. Il che corrisponde alla capacità delle singole persone, o dei gruppi, di reagire a fronte di situazioni difficili e negative.

Si utilizza spesso a sproposito, ma è al contrario perfettamente azzeccato per dare il titolo a quanto fatto, nell’ultimo mese e mezzo, da un novero di studenti e professori del liceo chiavarese ‘Marconi Delpino’, insieme a una docente universitaria e a una sua dottoranda.

La situazione difficile e negativa: dover ritornare in aula, il prossimo 14 settembre, data ufficiale indicata dalla Regione Liguria per l’inizio dell’anno scolastico 2020/2021, a fare didattica in presenza, ma rispettando tutte le rigorosissime normative imposte dal Comitato Tecnico Scientifico del Governo in merito al contenimento dell’epidemia di Coronavirus.

La capacità di reagire: studenti, docenti e accademici si sono messi lì, senza perdersi mai d’animo, hanno analizzato il problema, lo hanno sviscerato in ogni sua componente, hanno studiato, elaborato, fatto calcoli e proiezioni per intere settimane, hanno attinto a modelli matematici, a software, a strumenti di ogni tipo e, alla fine, sono giunti al traguardo che speravano.

A settembre, al momento della partenza delle lezioni, tutte le classi del liceo ‘Marconi Delpino’ di Chiavari potranno svolgere la didattica in presenza in piena e completa sicurezza. Per ciascuna di esse ci sarà lo spazio, le ore d’insegnamento verranno rispettate e, con esse, anche i programmi.

Non è un risultato da poco, anzi è un risultato eccezionale, perché stiamo parlando di una scuola, quella chiavarese, che non solo è tra le più ampie della regione, ma anche tra le più complesse d’Italia: mille e cinquecento ragazzi, quattro indirizzi (classico, scientifico, scienze umane ed economico sociale), cinque plessi all’interno dello stesso comune, ovvero la sede principale in piazza Caduti di Nassiriya, condivisa con un’altra scuola; il plesso in via Castagnola, pure qui condiviso con un’altra scuola; il plesso all’‘Assarotti’; quello alle ‘Maria Luigia’; quello al ‘Gianelli’.

Soltanto questo basterebbe a far capire il lavoro che c’è stato dietro, ma sarebbe pure improprio parlare di miracolo, perché questo straordinario obiettivo è stato centrato non in quanto calato dall’alto, ma in quanto cercato con convinzione, con impegno, con piena volontà.  

È una storia di numeri, di metrature, di rilievi e di analisi matematiche, ma romanticamente è bello pensare che il motore di tutto questo sia stato l’enorme voglia dei ragazzi di tornare tra i banchi, di vedere i loro compagni e amici, di riprendere l’interazione ‘de visu’ con i rispettivi professori, di vivere insomma la scuola come la scuola è sempre stata, e non nella sua algida (per quanto utile e, in certi mesi, imprescindibile) versione online.

La tappa finale del progetto ‘Ripartenza’ è andata in scena nei giorni scorsi, nella modalità della videoconferenza: studenti e docenti, insieme alle ricercatrici dell’Università di Genova, hanno presentato in piattaforma tutti i risultati del loro lavoro.

Il percorso, ideato e messo a punto dal corpo insegnanti del ‘Marconi Delpino’, a partire dalla dirigente scolastica Paola Salmoiraghi, ha incrociato la professionalità del Diec dell’Università di Genova, ovvero il Dipartimento di Economia, settore disciplinare Ricerca operativa, insieme al Cieli, ovvero il Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica, i Trasporti e le Infrastrutture, che

raggruppa docenti di Economia, Ingegneria e Giurisprudenza.

Sul fronte universitario, hanno messo la firma sul progetto la professoressa Daniela Ambrosino e la dottoranda Veronica Asta. Sul fronte chiavarese, invece, c’è stato un enorme lavoro di squadra, che ha coinvolto le insegnanti Antonella Tiscornia, Cinzia Diana, Marina Vignolo, Paola Talassi e il responsabile della sicurezza, Alessio Cecchin.

A partecipare sono stati cinque gruppi di studenti, e ogni gruppo ha approfondito le problematiche di un plesso: Silvia Cassinelli, Sara Formentini, Giovanni Sambuceti ed Eleonora Zammitti per il plesso ‘Gianelli’; Nina Toso, Francesca Scelsi Canepa e Gabriele Olivieri per il plesso ‘Maria Luigia’; Andrea Coppo, Gabriele Bacigalupo, Nora Idrissi e Sofia Leverone per il plesso ‘Castagnola’; Andrea Beretta, Chiara Maestroni, Amelie Pucci, Michele Canessa, Marco Bajardo, Ervehe Mamutaj, Chiara Sannino, Riccardo Suma e Pietro Zignaigo per la sede e per il plesso ‘Assarotti’.

Quasi tutti gli studenti appartengono al liceo scientifico tranne Sambuceti (classico) e Idrissi, Sannino e Mamutaj (economico sociale), mentre Suma e Zignaigo si sono diplomati poche settimane fa ma hanno voluto ugualmente dare il loro contributo.

I cinque gruppi hanno lavorato, si diceva, ognuno sul plesso di competenza: sono partiti dai dati certi, ovvero il numero delle aule a disposizione e il numero degli studenti da collocare, hanno preso conoscenza di tutte le normative anti Covid, hanno calcolato le varie distanze tra i banchi, tra la prima fila e la cattedra, oltre alla necessità di preservare i corridoi e le uscite di sicurezza, hanno considerato gli spazi comuni e le aule speciali, hanno immesso una grande quantità di dati in modelli matematici e in applicativi (il più comune è stato Excel, ma qualcuno vi ha preferito anche altri software meno consueti) e hanno ottenuto i loro risultati.

Poi, tutta questa mole di lavoro è stata a sua volta rielaborata ancora da Veronica Asta e dalla professoressa Daniela Ambrosino. E se, plesso per plesso, pareva ci fossero diversi tasselli da mettere ancora a posto, lo sguardo poi complessivo ha appianato ogni criticità.

Tutte le sessantacinque classi del liceo ‘Marconi Delpino’ troveranno spazio a partire dal 14 settembre. Con un ‘danno’ davvero minimo: saranno solamente sei quelle a doversi spostare di plesso. Ma la didattica in presenza è assicurata per tutti.

“È un punto di partenza - precisa Cinzia Diana, la docente che ha coordinato il tutto - perché, naturalmente, dovremo esser pronti a riadattare il quadro in base a un’eventuale evoluzione della pandemia. Questo gruppo però ha dimostrato di essere in grado di fare un ottimo lavoro e siamo veramente pronti a ogni variazione”.

La dirigente Paola Salmoiraghi si sofferma invece sulla filosofia di fondo di un progetto come ‘Ripartenza’: “Abbiamo coinvolto una serie di studenti, con l’obiettivo di avvicinarli alla teoria delle decisioni e ai problemi di ottimizzazione nell’ambito della ricerca operativa. Più precisamente, gli studenti hanno dovuto analizzare problemi di scelta, considerare decisioni da prendere e dati di input al fine di determinare alternative ammissibili. È un approccio metodologico che va bene di fronte a ogni tipo di problema e di fronte a ogni tipo di decisione da prendere”.

L’aspetto interessante è aver appreso quanto lavoro e quanto studio possano esserci dietro alle scelte, quanta strada occorra fare per trovare la strada stessa. “La teoria delle decisioni - osserva Daniela Ambrosino - comporta la necessità di dover prendere delle risoluzioni in ogni momento, con quelle risorse di cui si ha la disponibilità. In questo caso, le risorse erano le aule e i plessi, ma i modelli matematici sono applicabili a ogni aspetto della vita quotidiana”.

Ecco perché, a volte, non basta dire resilienza. Ma diventa bello, bellissimo, poter toccare con mano e vedere con gli occhi che cosa c’è dentro la resilienza. In questo caso, l’enorme voglia, da parte di tutti - ma proprio di tutti - di tornare ad avere una scuola ‘normale’.

Alberto Bruzzone

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