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| 08 febbraio 2021, 16:55

Minacce e insulti alla rsa di Varazze, per due oss disposto l'obbligo di permanenza nella provincia di Savona

Revocati i domiciliari per Alessandro Rossi e Tiziana Uccelli. Obbligo di dimora a Savona e Genova per Natalina Minasi e Simona Siccardi.

Minacce e insulti alla rsa di Varazze, per due oss disposto l'obbligo di permanenza nella provincia di Savona

Come per le oss Natalina Minasi e Simona Siccardi per le quali era stato disposto l'obbligo di dimora a Genova e Savona, anche per Alessandro Rossi e Tiziana Uccelli sono stati revocati gli arresti domiciliari e ordinato l'obbligo di permanenza nella provincia di Savona oltre al divieto di allontanamento da casa nelle ore notturne.

Questa la decisione del Gip del Tribunale di Savona Alessia Ceccardi nei confronti dei due operatori sanitari coinvolti, insieme ad altre 4 colleghe (Minasi, Siccardi, Rossana Barigione e Elisa Zunino), per diversi episodi di violenza e maltrattamenti, nel loro caso principalmente psicologica (minacce, insulti e bestemmie), nei confronti di più ospiti della Rsa La Villa di Varazze.

A Barigione, erano stati contestati quattro episodi ma in sede di interrogatorio era stato appurato che due non erano riconducibili direttamente alla 58enne ma alla 38enne Elisa Zunino (che causa positività al Covid verrà interrogata nelle prossime settimane) e due invece non erano stati considerati rilevanti. Per questo il Gip aveva disposto di revocarle la misura degli arresti domiciliari.

I provvedimenti restrittivi erano stati disposti al termine di una complessa indagine, coordinata dalla pm Chiara Venturi, e durata alcuni mesi, durante la quale erano stati documentati numerosi e reiterati episodi di violenze fisiche e verbali.

Dall'attività investigativa svolta, erano emersi bruschi strattonamenti dei pazienti durante le operazioni di pulizia personale e cambio degli abiti, fino ad arrivare a veri e propri schiaffi, accompagnati da insulti, minacce e imprecazioni proferiti dai sei operatori, ai quali sono seguiti grida di dolore, pianti e implorazioni delle vittime.

Molto spesso, durante l’orario di lavoro, gli anziani pazienti erano stati lasciati incustoditi, senza che venissero soddisfatte le loro reiterate richieste di assistenza, attivate dagli ospiti anche attraverso i campanelli posti nelle vicinanze dei letti. Gli inermi anziani venivano anche minacciati di essere lasciati senza i pasti, fino al rischio di essere legati al letto e percossi, solo per aver “disturbato” le operatrici con le loro richieste di assistenza, peraltro più che legittime e pienamente rientranti nei doveri lavorativi delle tre arrestate.

Comportamenti per i quali l’autorità giudiziaria aveva contestato l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera e della minorata difesa delle vittime, molte delle quali non autonome a causa delle infermità che le affliggono.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, oltre ai locali della Rsa, erano state effettuate le perquisizioni delle abitazioni dei 6 Oss, per ricercare ulteriori elementi di prova ed acquisire le cartelle cliniche di alcuni ospiti della struttura, anche in previsione di possibili ulteriori sviluppi investigativi.

Luciano Parodi

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