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Attualità | 20 febbraio 2021, 13:05

Lavagna, gli industriali in prima linea per scongiurare la cementificazione della Piana dell’Entella

Confindustria Tigullio presenta ai consiglieri regionali il suo progetto per uno scolmatore, una possibile e assai valida alternativa alla cosiddetta ‘Diga Perfigli’. Il presidente Durante: “Ne parleremo anche con Toti e Bucci”

Lavagna, gli industriali in prima linea per scongiurare la cementificazione della Piana dell’Entella

Mentre i residenti della Piana dell’Entella giocano l’ultima, disperata carta del ricorso al Tar contro le lettere di esproprio che gli sono state recapitate nelle scorse settimane, e mentre la città di Lavagna scende in piazza (nel rispetto delle normative anti Covid-19, sia chiaro) per ribadire, a cominciare dal sindaco Gian Alberto Mangiante, la netta contrarietà alla costruzione della Diga Perfigli, al grido di ‘Caro Bucci, sono tutti cavoli tuoi’, a fornire una valida alternativa alla costruzione di quell’enorme, spropositato e insensato muraglione di cemento sono gli esponenti della sezione tigullina di Confindustria

Nel silenzio, forse un po’ colpevole, di organizzazioni sindacali e di categoria, e nella lotta finora ad armi spuntate di ambientalisti e di politici, quella degli industriali si erge come voce quasi unica, ma è ugualmente una voce pesante e di tutto rispetto, perché propone soluzioni concrete e diverse rispetto alla Diga Perfigli, per quanto sinora mai ascoltate (e anche questo non senza colpe da parte di Regione Liguria e di Città Metropolitana). 

È un gran merito, insomma, quello di Confindustria Tigullio: tenere acceso il dibattito, dire che ci sono altri modi per affrontare il discorso della messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, coinvolgere il più possibile chiunque possa portare e far pesare la propria opinione presso le stanze dei decisori. 

Anche nei giorni scorsi si è andati in questa direzione, nell’ambito di un incontro che si è svolto a Chiavari, presso la sede di Wylab, e che ha visto da una parte il presidente di Confindustria Tigullio, Giancarlo Durante, dall’altra i sei consiglieri regionali eletti per il Levante genovese (Luca Garibaldi del Partito Democratico, Domenico Cianci e Giovanni Boitano di Cambiamo, Fabio Tosi del Movimento 5 Stelle, Sandro Garibaldi della Lega e Claudio Muzio di Forza Italia), più i rappresentanti dei sei comuni interessati dal passaggio del fiume Entella e relativi affluenti: Lavagna, Chiavari, San Salvatore di Cogorno, Carasco, San Colombano e Leivi. 

“Abbiamo nuovamente illustrato ai presenti - afferma Durante - la nostra idea alternativa rispetto alla Diga Perfigli e a tutte le altre opere altamente impattanti sulla Piana dell’Entella: ovvero la realizzazione di uno scolmatore. È un’opera con un importante impatto economico, ma sarebbe decisamente risolutiva e molto meno invasiva rispetto a tutte le ipotesi che stanno circolando e rispetto alla direzione che si vorrebbe prendere. La messa in sicurezza del fiume Entella è prioritaria, e su questo siamo tutti d’accordo, ma è nostra intenzione darci da fare per alleggerire l’impatto delle opere previste”. 

L’incontro presso la sede dell’incubatore chiavarese è servito per sensibilizzare i consiglieri regionali: “Abbiamo chiesto - spiega Durante - che si facciano portavoce delle nostre istanze presso la Regione Liguria. L’obiettivo è quello che venga realizzato uno studio di fattibilità, di tipo quindi tecnico, in merito alla nostra proposta. Noi abbiamo indicato quattro soluzioni differenti, ovvero quattro differenti tracciati di un possibile scolmatore. Ma sta ai tecnici approfondire il discorso”. 

La serie di incontri non finisce qui, perché Confindustria Tigullio intende andare avanti confrontandosi prima con l’assessore regionale con delega alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone, e poi, in un passaggio finale, con il sindaco metropolitano, Marco Bucci, e con il presidente della Regione, Giovanni Toti.  

Il progetto presentato da Confindustria è firmato dall’ingegner Sergio Brizzolara. Si tratta, come spiegato, di una nota tecnica “redatta con lo scopo di valutare l’ipotesi di fattibilità in merito alla realizzazione di un canale scolmatore del sistema fluviale del fiume Entella e suoi principali affluenti”. 

Nella presentazione, viene ricordato come “eventuali esondazioni del fiume Entella e/o dei suoi principali affluenti vanno pertanto ad oggi a coinvolgere un’area con oltre 50.000 abitanti, nonché numerose attività commerciali, attività industriali, insediamenti scolastici, sanitari, oltre ovviamente a diverse viabilità, alcune delle quali di fondamentale importanza sia per le aree vallive, sia per raggiungere le località dell’entroterra (val Fontanabuona, val Graveglia, val d’Aveto)”. 

Secondo Brizzolara, che ripercorre tutte le ipotesi d’intervento nel recente passato, “sino ad ora, tutte le soluzioni proposte prevedevano interventi lungo l’attuale alveo dei corsi d’acqua, non prendendo in considerazione la possibilità di scolmare una quota parte di portata, alleggerendo dunque il contributo transitante ad oggi lungo, in particolare, il tratto terminale del fiume Entella. Considerando però che negli ultimi decenni l’impiego di canali scolmatori è sempre più frequente nel territorio ligure per risolvere o attenuare le problematiche idrauliche esistenti in aree particolarmente urbanizzate (vedere ad esempio gli scolmatori di rio Fereggiano, torrente Bisagno, torrenti San Siro / Magistrato, nonché quello del torrente Rupinaro in corso di progettazione), si ritiene che valga quantomeno la pena di valutare l’ipotesi di fattibilità di realizzare un canale scolmatore anche per il fiume Entella e/o i suoi principali affluenti”. 

Nel documento redatto dal professionista e illustrato da Confindustria, si dice che al fine d’identificare quale possa essere il percorso e la geometria di un canale scolmatore, in primis si deve valutare la portata da scolmare: innanzitutto si sottolinea che l’obiettivo non può e non dev’essere lo scolmo dell’intero contributo idrico del sistema fluviale Entella, innanzitutto per motivi economici (servirebbe un’opera di dimensioni notevolissime), ma anche ambientali/paesistici (presenza di area Sic per il tratto terminale del fiume Entella) e pratici (quali la necessità per il canale scolmatore di attraversare ad esempio la linea ferroviaria poco a monte dello sfocio in mare)”.  

Si propongono quindi quattro differenti tracciati, e per ognuno di essi si evidenziano i pro e i contro. Quanto all’uscita in mare, “in questa fase è stata ipotizzata l’area nel Comune di Chiavari, prossima a ‘punta Chiappe’, circa 650 metri a ovest rispetto al depuratore e circa 500 metri a ovest rispetto al previsto sfocio dello scolmatore del torrente Rupinaro, ad oggi in corso di progettazione. L’ubicazione dello sfocio può comunque essere variata anche di diverse centinaia di metri, senza invalidare in alcun modo la valutazione idraulica ed economica”. 

Alla voce costi, lo studio specifica che “al fine di fornire un ordine di grandezza del peso economico che l’opera potrebbe richiedere, si è effettuata un’analogia con altri canali scolmatori recentemente progettati in ambito ligure, parametrizzando poi questo costo al metro alle dimensioni della galleria qui prevista. Oltre alla galleria vera e propria, il costo dell’opera comprenderà lo scavo e lo smaltimento del materiale di risulta, nonché le opere necessarie all’imbocco e sbocco, al fine di garantire il corretto convogliamento e successivo smaltimento a mare delle portate di piena richieste. Il costo dell’opera qui prevista è dunque pari a circa 40.000 euro al metro, tutto compreso”. 

Considerando che le lunghezze dei canali variano da un minimo di 4.300 metri a un massimo di 5.000 metri, il costo complessivo dell’opera potrà variare tra i 175 e i 200 milioni di euro. 

In conclusione, secondo l’ingegner Brizzolara, “la realizzazione di un canale scolmatore del fiume Entella, sebbene sia un’opera certamente onerosa e ‘complessa’, si ritiene debba essere considerata un’alternativa più che valida ai soli interventi strutturali sino ad ora proposti negli ultimi decenni. Sotto il punto di vista plano-altimetrico è da considerarsi fattibile, senza evidenza di particolari problemi, al di là del passaggio al di sotto della rete ferroviaria, comunque realizzabile. Il canale scolmatore consentirebbe dunque una netta riduzione dei tiranti idrici per tutto il tratto a valle dell’imbocco dello stesso, riducendo significativamente le opere strutturali necessarie lungo l’attuale corso d’acqua: si ridurrebbe dunque notevolmente sia l’impatto della cantierizzazione in un’area densamente urbanizzata sia l’altezza delle arginature sia la lunghezza dei tratti da proteggere, con dunque anche un minor impatto paesistico/ambientale dell’opera. Di contro lo scolmatore risulterebbe visibile soltanto nelle sue sezioni di imbocco e sbocco. La realizzazione dello scolmatore consentirebbe inoltre di evitare interventi su diversi ponti (come quello della Maddalena o di corso Buenos Aires), con evidenti minori impatti sia sul traffico cittadino, sia sotto l’aspetto ambientale (in particolare il ponte della Maddalena è datato attorno al 1200)”. 

Sta ora ai consiglieri regionali far circolare questa ipotesi il più possibile. Sta a tutti, ma proprio a tutti, dire che altre vie sono possibili, per quanto onerose. Ma se in altre parti della Liguria i canali scolmatori sono ormai una realtà, perché questo discorso non dovrebbe valere anche per il principale corso d’acqua della nostra regione? 

Alberto Bruzzone


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