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Sanità | 17 marzo 2021, 14:40

Nursing up Liguria: "Finiamola con la gogna mediatica agli infermieri"

Dal sindacato infermieri un comunicato "per fare chiarezza e piantarla con i teatrini mediatici"

Nursing up Liguria: "Finiamola con la gogna mediatica agli infermieri"

Restiamo basiti di fronte alle dichiarazioni del Direttore Generale e del Direttore di Malattie Infettive del Policlinico San Martino secondo i quali ci sarebbero almeno 400 infermieri che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale .

Ci preme ancora una volta sottolineare che definire ‘NO VAX’ chi non si è ancora sottoposto a vaccinazione è quanto di più forviante e strumentale ci sia in un momento così delicato. Questo tipo di comunicazione sta alimentando una campagna di gogna mediatica nei confronti di colleghi che non hanno certamente la visibilità destinata ad altri personaggi ormai diventati ‘pubblici’, perché sempre più spesso oggetto di interviste televisive o attenzioni da parte della carta stampata. Per correttezza di informazione si dovrebbe consentire ai colleghi, almeno, di potersi difendere ad armi pari da certe accuse mosse davanti ai media”.

Il Sindacato Nursing Up Liguria non ci sta e attraverso la voce del suo Segretario, Enrico Boccone, prende di nuovo la parola dopo pochi giorni per fare chiarezza sulla decisione di alcuni colleghi di non sottoporsi alla vaccinazione anti COVID.

Nelle dichiarazioni sui 400 infermieri ancora non vaccinati si omette un dato fondamentale: ovvero quello dei 512 infermieri risultati positivi al tampone da agosto 2020 a fine febbraio 2021, corrispondente a poco meno del 50% del numero totale di dipendenti contagiati nel periodo di riferimento nell’intero Policlinico.

Ancora una volta, gli infermieri risultano essere la categoria maggiormente esposta e quella a pagare il prezzo più alto.

La maggior incidenza dei contagiati è riferita ai mesi che vanno da ottobre a metà gennaio.

Le indicazioni del SAGE (OMS) prevedono che in presenza di scorte limitate di vaccini, le persone con Pcr positiva nei 6 mesi precedenti, possano scegliere di ritardare la vaccinazione fino alla fine di questo periodo.

Inoltre, il Ministero della Salute, in una recente circolare, inviata tra gli altri, anche agli Assessorati regionali alla Sanità, ed avente come oggetto “ Vaccinazione dei soggetti che hanno avuto un’infezione da SARS-CoV-2”, cita testualmente:

 

Visto il parere espresso dal Gruppo permanente sull’infezione da SARS-Cov-2 del Consiglio Superiore di Sanità, trasmesso alla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute con nota protocollo n. 477-03-2021- DGOCTS, conforme a quello espresso da AIFA in data 23/02/2021, si rappresenta che è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti SARS-CoV-2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 ( decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa. …omissis”

Alla luce di quanto esposto ci chiediamo come avrebbero potuto vaccinarsi la maggior parte di quei 512 positivi, non essendo ancora trascorsi i 6 mesi raccomandati.

Ci chiediamo - precisa Boccone- inoltre, come possa essere stato lasciar intendere da qualcuno, che la collega non vaccinata potrebbe in qualche modo essere causa del cluster Covid del reparto di Pneumologia, quando ci risulterebbe esserci almeno un altro collega (forse anche più di uno) positivo e sottoposto in precedenza a vaccino. Va considerato, inoltre, che il datore di lavoro non può e non deve conoscere la situazione vaccinale dei propri dipendenti (solo il medico competente è tenuto a conoscerla).

Ribadiamo il concetto: la maggior parte degli infermieri ha aderito con entusiasmo alla campagna vaccinale, chi ancora non si è vaccinato, lo ha fatto per motivi legati alla propria salute o, nella maggior parte dei casi, perché la vaccinazione non era raccomandata non essendo ancora trascorsi i termini sopra esposti”.

Il Nursing Up chiede, pertanto, che si attivino al più presto nel Policlinico San Martino tamponi periodici a tutto il personale, anche a quello vaccinato, essendo oramai dimostrato che, seppur in un numero limitato di casi, è possibile contagiarsi anche se sottoposti in precedenza a vaccinazione, nonché a dosaggi periodici del quantitativo delle immunoglobuline.

Ci auguriamo - conclude il Segretario - di aver fatto chiarezza una volta per tutte e di non assistere mai più a teatrini mediatici con posizioni che, a nostro giudizio, minano la credibilità dei professionisti impegnati ogni giorno a combattere questa battaglia epocale, nonché dell’intero sistema salute del nostro paese”.

 

 

Comunicato stampa

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