Nel ventennale del G8, la casa editrice People decide di far ripartire da Genova il suo tour in presenza ‘People need people’ dopo quasi un anno di stop e di eventi a distanza a causa della pandemia. Nel capoluogo ligure a parlare del presente e del futuro, guardando al passato, ci saranno Andrea Pennacchi, attore e autore, ospite fisso di Propaganda Live su La7, in libreria con ‘Pojana e i suoi fratelli’ (e in questi giorni a Genova per le riprese della seconda stagione di ‘Petra’), e Giovanni Mari, giornalista del ‘Secolo XIX’ e autore di 'Genova, vent’anni dopo’, storia di un fallimento pubblico, quello del summit del luglio 2001.
“Non è affatto casuale questa ripartenza da Genova nell’anno del ventennale del G8, perché a quell’evento dedicheremo altri due libri che usciranno a luglio”, spiega il motivo di una scelta Giuseppe Civati, politico, autore e qui nelle vesti di editore di People e che si concentra sul lavoro di Mari: “Il suo libro restituisce la complessità di quei giorni e per noi che siamo bisognosi di un dibattito pubblico che parla del e al mondo, Genova 2001, al di là dei fatti osceni che si sono consumati in quei giorni, è anche stata il teatro di un sfida persa: quella di immaginare una politica globale in grado di anticipare certi fenomeni e di raccogliere le istanze del movimento no global. Invece quelle istanze sono state scippate dal populismo e la lotta di classe l’hanno vinta i ricchi: quei processi che venivano denunciati sono andati nella direzione opposta. Mentre in quei giorni quell’aspirazione di cambiamento era forte. Non è un caso che al di là della sconfitta, quella che avvenne a Genova è stata una vera e propria repressione, che ha portato alla marginalizzazione di argomenti insidiosi. Per questo la sconfitta di cui parla Mari è una sconfitta nazionale. L’Italia è diventata un paese provinciale, chiuso in se stesso, incapace di immaginare un mondo diverso”, constata.
La prima presentazione pubblica dei due libri è in programma oggi, martedì 11 maggio alle 19, e, anziché ai Giardini Luzzati, come precedentemente previsto, a causa del maltempo si svolgerà alla sala Trionfo del Teatro della Tosse, nel rispetto delle normative anti-contagio e di distanziamento (prenotazione a eventiluzzati@ilcesto.org, diretta social sulla pagina facebook di GoodMorning Genova). Stuzzicati dalle domande di Civati, gli autori racconteranno le loro storie e la Storia, tra l’ironia e il sarcasmo del Pojana e la concretezza da cronista di Mari, che si soffermerà su quel summit che ha segnato una città e un Paese: “Andremo a scavare su quello di cui non si sa abbastanza - dice Mari - sulle responsabilità politiche, su come sono maturate delle scelte, come ad esempio l’assalto alla scuola Diaz, quali vuoti di potere l’hanno favorita e perché poi tutto precipita nell’inferno, con una sequela di bugie”.
Pennacchi racconterà la genesi di un personaggio, nato da un adattamento in chiave veneta de ‘Le allegre comari di Windsor’ di Shakespeare, protagonista Franco Ford detto il Pojana, personaggio arrivato alla ribalta con il video ‘Ciao terroni’ dove un avido padroncino del Nordest, ossessionato dal razzismo, sfoggia senza remore opinioni durissime (nutrite dal pregiudizio) in merito ai tempi incerti che vivono il Nordest e il Paese tutto. Nel libro il protagonista non è solo, accanto a lui ci sono una schiera di personaggi forgiati dall’immaginazione di Pennacchi, e con loro ci sono le ossessioni, la rabbia, la disperazione e l’ignoranza, specchio di una società intera. Con Pennacchi il dibattito si sposterà proprio su quel populismo di cui è oggi intrisa la società e che ogni giorno incide su scelte politiche e sociali che vedono le persone sempre più chiudersi nei loro recinti: “Una delle battute più celebri di Pennacchi è quella che dice che abbiamo preso pezzi del muro di Berlino e li abbiamo usati per recintare il giardino di casa. Se tu reprimi il globalismo, si formeranno altre correnti di pensiero meno evolute e pericolose”, aggiunge Civati, che con Pojana ha portato avanti anche una battaglia per la riapertura dei teatri e che oggi a Genova oltre che raccontare le conseguenze del summit del 2001, festeggia il ritorno in presenza delle attività della casa editrice, perché: “I libri vivono nel confronto e nella discussione, non nella lettura solitaria”.
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venerdì 05 dicembre














