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Politica | 22 giugno 2021, 14:01

Manifestazione del 30 giugno: Genova in piazza per "La Resistenza Continua..."

L’appuntamento è fissato per mercoledì 30 giugno alle ore 16.30 in piazza della Vittoria dove Sandro Pertini, il 28 giugno 1960, incendiò gli animi cittadini nel famoso discorso “du brichettu"

Manifestazione del 30 giugno: Genova in piazza per "La Resistenza Continua..."

“La Resistenza continua…” è il titolo della manifestazione organizzata da Camera del Lavoro e Anpi Genova in occasione dei fatti del giugno/luglio 1960.

L’appuntamento è fissato per mercoledì 30 giugno alle ore 16.30 in piazza della Vittoria dove Sandro Pertini, il 28 giugno 1960, incendiò gli animi cittadini nel famoso discorso “du brichettu”.

Nella primavera del 1960 una svolta involutiva del governo nazionale presiedu­to da Ferdinando Tambroni apriva di fatto le porte alla partecipazione del neofascismo, allora rappresentato dal Movimento Sociale Italiano, alla guida del Paese. In questo contesto venne concesso al MSI di celebrare il proprio con­gresso nazionale a Genova presso il teatro Margherita in via XX Settembre, nelle adiacenze del Ponte monumentale luogo simbolo a ricordo dei caduti per la libertà.

La decisione fu accolta come una vera e propria provocazione per Genova città decorata con la Medaglia d’oro al valor militare, tanto più che a presiedere il congresso sarebbe stato Carlo Emanuele Basile, Prefetto di Genova nel 1944 quando i nazifascisti avevano deportato quasi millecinquecento lavoratori dalle fabbriche genovesi. I primi ad indignarsi per questa decisione furono l’Anpi, il Consiglio Federativo della Resistenza, la Camera del lavoro e poi i partiti e i politici democratici, i docenti, gli studenti universitari, e via via tutta la città, sino ad arrivare alla proclamazione da parte della Cgil dello sciopero generale il 30 giugno al termine del quale vi furono i noti scontri di piazza. La protesta genovese fu solo l’inizio di un movimento che percorse altre città italiane con epiloghi purtroppo anche tragici: negli scontri vi furono cinque morti a Reggio Emilia, due a Palermo, uno a Catania.

La protesta arrivò sino in Parlamento e alla fine il Governo Tambroni fu costretto alle dimissioni dando l'avvio auna nuova stagione politica. In quel lontano giugno di sessantuno anni fa, furono molti i protagonisti che alla guida del movimento di protesta: l’Anpi, con l’infaticabile e intelligente Giorgio Gimelli; la costituzione del consiglio federativo per la Resistenza, con la presidenza affidata a Salvatore Jona, esponente della comunità  ebraica; Ferruccio Parri, anch'egli a Genova nelle giornate di giugno presiedeva il Consiglio Federativo· Nazionale; la Cgil guidata da Bruno Pigna, Giuseppe Sulas, Fulvio Cerofolini, Giuseppe Morasso, Aristide Rabolini; le adesioni convinte e partecipi di espo­nenti della DC quali il senatore Bo; le iniziative degli studenti e dei docenti univer­sitari; la massiccia partecipazione dei lavoratori, segnatamente quelli portuali e dei giovani e giovanissimi, le simboliche "magliette a righe", i partigiani. Nel giugno del 1960, tra i componenti del Comitato Direttivo della Camera del Lavoro che decisero per lo sciopero generale c’era anche il sindacalista Giordano Bruschi che sarà ancora in piazza il prossimo 30giugno e chiuderà la manifestazione a De Ferrari, dopo gli interventi di Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova, Massimo Bisca Presidente ANPI Genova, studenti e lavoratori.

La manifestazione del 30 Giugno non sarà solo un momento celebrativo, ma sarà l’occasione per una riflessione sull’oggi attraverso un ragionamento sulla democrazia e sul suo rapporto con il lavoro, con i diritti, con il Paese e con l’antifascismo. In questa occasione l’intreccio diritti/lavoro è quanto mai stretto: il 30 giugno infatti scade il blocco dei licenziamenti che sino ad ora ha garantito il reddito a molte famiglie. Purtroppo la ripresa economica è ancora lontana e non si è arrivati ad un concreta riforma degli ammortizzatori sociali che possa almeno mitigare condizioni di diseguaglianza sempre più marcate; occorre una serie riforma pensionistica che renda esigibile questo diritto anche per i giovani, insieme a quella fiscale che renda questo Paese più equo.  La ricerca del profitto ad ogni costo sta portando ad una pericolosa deriva sociale che mette i lavoratori gli uni contro gli altri in una logica al ribasso nella quale riduzione dei diritti e l’avanzata del ricatto “prendere o lasciare” è sempre più diffusa. E’ quindi necessario ridare dignità al lavoro, rimetterlo al centro dello sviluppo sociale affinchè si interrompa questo corto circuito in cui l’anello debole è il lavoratore. Anche per questi motivi Cgil e Anpi invitano tutta la cittadinanza ad unirsi in piazza il 30 Giugno perché La Resistenza continua…”.

Redazione


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