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Sanità | 02 ottobre 2021, 07:00

Le afflizioni dell'animo causano la malattia del corpo

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Le afflizioni dell'animo causano la malattia del corpo

Sofferenze emozionali e disagi esistenziali hanno effetti negativi sul corpo umano. Ansie, paura, tristezza, dolori e tensioni nervose lasciano il segno sul volto delle persone e ci raccontano le loro sofferenze psicofisiche.

Quante volte mi è capitato di intuire le afflizioni della persona seduta davanti a me, prima ancora di aver fatto una anamnesi, semplicemente guardandola in volto: il colore della sclera, la lucentezza della pelle, il colore delle gengive e dello smalto dei denti, la consistenza dei capelli, ma soprattutto l'espressione del volto, la lucidità dello sguardo, il tono della voce. Ci sono persone che cercano di mascherare, di minimizzare o addirittura di negare l'evidenza, ma il corpo non mente e attraverso gli scompensi psicologici ci racconta le patologie organico/metaboliche.

Oramai anche la scienza medica ammette che non è possibile scindere i due aspetti: mente e corpo. La stessa PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) afferma che lo stato psicologico, tramite il sistema nervoso e il sistema endocrino, influisce non poco sulla condizione di salute dell’intero organismo. E’ importante sottolineare che i traumi emotivi profondi, le situazioni stressogene e le paure represse sono tutte situazioni patologiche che hanno un impatto devastante sulla nostra salute, perché quando la nostra psiche va in sofferenza, il nostro sistema immunitario si abbassa, il nostro apparato digestivo va in disfunzione, gli organi emuntori perdono la loro capacità depurativa, le tossine iniziano ad accumularsi nei tessuti e tutto l’organismo entra in quello stato di squilibrio, comunemente chiamato “malattia”, una condizione generale che interessa tutta la nostra persona, in tutte le sue componenti: fisico, mentale e spirituale. La sofferenza dell'anima causa anche un'alterazione del nostro Microbiota intestinale.

Un eccesso di stress e di ansia contribuiscono allo scatenarsi di fenomeni infiammatori a carico degli organi interni. Anche in letteratura, si parla sempre più di malattie con origine psicosomatica: provate a pensare alle forme di asma e raffreddore psicosomatico; alle psoriasi da stress; alle cistiti che scoppiano violente al seguito di un periodo particolarmente pesante; ai problemi di costipazione e stitichezza in persone che tendono a trattenere la rabbia.

Gli stimoli stressogeni ci bloccano e, da un giorno all’altro, ci ritroviamo con le articolazioni doloranti, i muscoli infiammati e i nervi a fior di pelle. Comportamenti sbagliati portano il nostro organismo a cronicizzare disturbi fino a farli diventare delle vere e proprie patologie. Più volte ho sottolineato nei miei articoli quanto una disbiosi intestinale può andare ad influenzare lo stato di salute e l’efficienza di organi, anche distanti dall’intestino, come ad esempio il cervello.

Infatti, in condizioni di disbiosi, il nostro cervello può essere “attaccato” da potenti patogeni come la candida che da innocuo lievito si trasforma in un pericoloso fungo con potenti ife, in grado di lacerare la mucosa intestinale, favorendone la permeabilità e quindi il suo passaggio nel flusso sanguigno, fino a raggiungere altri tessuti, anche molto distanti dalla sua “casa” di origine. Per difenderci da questi “attacchi”, il nostro corpo utilizza dei sistemi di filtraggio molto efficienti chiamati “barriere tissutali”.

La più nota è la barriera della mucosa intestinale, la cui funzione è quella di far passare i nutrienti nel sangue e al contrario bloccare cibo indigerito, tossine e agenti patogeni. A protezione del cervello abbiamo invece la barriera emato-encefalica che filtra il sangue che arriva al cervello per impedire il passaggio di sostanze o microorganismi pericolosi. Naturalmente questa funzione protettiva avviene solo se le mucose sono integre ed eubiotiche. Purtroppo, una condizione psicoemotiva instabile cronica può contribuire al deterioramento di queste due potenti barriere, con una inevitabile conseguenza: l’aumento dello stato infiammatorio sistemico, favorito dalla produzione di citochine pro-infiammatorie, proteine, il cui eccesso contribuisce alla genesi di molti disturbi e patologie che riguardano non solo la sfera fisica, ma anche quella psicoemotiva.

L’intestino e il cervello lavorano in sincronia, in un feedback continuo. La salute dell’uno influenza la salute dell’altro, ma non solo, perché la salute psichica influenza anche il nostro sistema immunitario, attraverso la mediazione del sistema endocrino e nervoso. Molto spesso, quando si cerca l'origine di una malattia, ci si limita a valutare una origine batterica o virale, senza tener conto che l'infezione causata dal patogeno è quasi sempre conseguenza di un sistema immunitario depresso, che non svolge bene la sua funzione di difesa e molto spesso questa deplezione immunitaria è in relazione con uno stato emotivo alterato.

Il problema è che non siamo più abituati a vivere una vita relazionale equilibrata, perchè manca empatia tra le persone. Non c'è dialogo, non c'è volontà di comprensione. Tendiamo a mettere muro per non vedere e non sentire quello che non siamo in grado di gestire e così, nello stesso modo, ci ritroviamo a non ascoltare il nostro corpo, che quotidianamente ci manda segnali di disagio attraverso i sintomi che abbiamo imparato a etichettare come malattia.

La malattia ci fa paura solo quando ci viene prospettato un epilogo estremo: la morte. Ma quando si limita a manifestarsi con sintomi più o meno gestibili con le “pillolette magiche”, allora continuiamo imperterriti a reiterare i nostri comportamenti sbagliati. Paradossalmente non troviamo mai il tempo di fermarci per chiederci cosa si nasconde dietro al nostro scompenso patologico e così, ad esempio, mettiamo a tacere una gastrite con qualche antiacido o inibitore di pompa protonica, seguendo protocolli standard, e non pensiamo che a monte ci sono i nostri comportamenti sbagliati: psicologici, alimentari, sociali.

Molto spesso la causa di una infiammazione delle mucose gastroenteriche è una disbiosi intestinale cronica, accompagnata da sindromi ansiose e depressive sottovalutate. Purtroppo, ci limitiamo a spegnere i sintomi con i farmaci sintomatologici. Rimuoviamo il segnale di avvertimento dell'organismo che ci dice che qualcosa non va nelle nostre abitudini quotidiane e assumiamo la pillola "miracolosa" che ci regala un "surrogato" di salute. Anziché modificare il nostro stile di vita rendendolo più sano e salubre, preferiamo modificare, attraverso sostanze chimiche, la nostra fisiologia, il nostro metabolismo e la nostra funzionalità organica, il più delle volte senza neanche conoscere i reali benefici e gli effetti collaterali della sostanza che stiamo assumendo.

La verità è che ciò che è malato è il nostro stile di vita! Anche perché manca una giusta e corretta informazione di salute. Miliardi spesi nel campo della ricerca genetica e pochissimi spiccioli investiti per “educare” la popolazione, ad esempio, a una corretta alimentazione, perchè il cibo è uno dei maggiori corresponsabili del nostro stato di salute. Anziché spingere le persone a una “prevenzione secondaria” (analisi di laboratorio e indagini diagnostiche di ogni genere), bisognerebbe puntare di più sulla “prevenzione primaria”, basata sull'informazione di ciò che nuoce o potenzia il nostro organismo, magari partendo già dalle scuole elementari.

Bisognerebbe far comprendere alle persone che la malattia non è altro che lo sforzo che compie il nostro organismo per ritrovare l'equilibrio perso. Parlo di omeostasi che deve coesistere tra tutti i sistemi e apparati corporei: sistema nervoso, endocrino, immunitario.

Quando l’equilibrio tra questi sistemi salta, per ricercare la causa, non bisogna indagare solo sotto l’aspetto fisico/organico, metabolico, ma bisogna valutare anche il “vissuto emotivo” della persona. La paura, l’insicurezza, l'ansia, la tristezza, lo stress sono diventate condizioni emozionali proprie di una società sempre più alienante, competitiva, innaturale. Le emozioni mal gestite producono “tossine emozionali” che si riversano nel nostro sistema linfatico che collega tutto il nostro corpo e regola la produzione di ormoni essenziali alle funzioni vitali, dalla crescita alla sessualità.

Lui lavora in feedback con il sistema immunitario, con il sistema nervoso e con quello endocrino. Una alterazione di questo delicato equilibrio provoca somatizzazioni anche gravi, chiamate appunto “malattia”. Molte delle nostre malattie non sono altro che il sintomo di un modo di vivere anormale, innaturale, frenetico e stressante.

Allora, se il vostro fegato non funziona bene, se diventa steatosico, se produce troppo colesterolo non è sicuramente una pastiglietta che può risolvere la sua alterazione, ma lo sarà la vostra decisione di cambiare il vostro stile di vita, modificando magari l’ alimentazione, le abitudini quotidiane, l’atteggiamento nei confronti della vita e la vostra gestione psico-emotiva. E’ fondamentale capire che l'organismo umano è un “sistema adattativo”, è una rete di connessioni basta sull’armonia, sulla coordinazione e sulla collaborazione. Non mettiamogli il bastone tra le ruote con le nostre scelte sconsiderate e poco responsabili. Aiutiamolo! E lui ci ripagherà con la salute “vera”!

Redazione

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