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Sanità | 05 dicembre 2021, 07:30

Per combattere la malattia la medicina non basta, ci vuole anche etica: un libro sul tema del teologo Doldi e del medico e manager Petralia

Un volume all’insegna di come nella medicina occorra parallelamente competenza medica insieme a profonda umanità e conoscenza dell’uomo. Toti: “lo ha dimostrato la pandemia”. Prefazione del cardinale Bagnasco

Per combattere la malattia la medicina non basta, ci vuole anche etica: un libro sul tema del teologo Doldi e del medico e manager Petralia

Un teologo come Marco Doldi, e un dirigente sanitario di livello, con un passato al Gaslini, dove ha lavorato con grande capacità manageriale, quale Paolo Petralia. Aggiungi una figura di altissimo spessore religioso come il cardinale Angelo Bagnasco, che ne fa la prefazione ed ecco che nasce un libro di grande interesse e umanità. ‘Curare la persona. La dimensione umana della medicina’, edito da Mattioli 1885 Parma, il titolo, con ‘trama’ l’uomo nella sua essenza e la necessaria competenza etica per avviare tutte le migliori attività sanitarie.

“Medici e operatori sanitari - spiega Petralia - devono possedere competenza tecnico-professionale, ma anche un codice di valori e di significati con cui dare senso alla malattia e al proprio lavoro e fare di ogni caso clinico un incontro umano. Le riflessioni nel libro derivano dall’insegnamento pluriennale degli autori di antropologia ed etica filosofica a operatori delle professioni sanitarie, medici specializzandi e dottorandi di ricerca”.

Alto profilo morale dell’opera, dunque, la cui prefazione è stata affidata al cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, che ha sempre dedicato grandissima attenzione a coniugare antropologia, umanità ed etica. Il porporato esalta competenze e chiarezza degli autori ma pure il loro coraggio e fiducia. Qualità oggi spesso dimenticate e realtà, afferma Bagnasco, “che ha come vertice umano la dignità della persona. Che è un bene per sé e per tutti”.

L’introduzione è invece di Carlo Petrini, direttore del Centro di Bioetica dell’Istituto Superiore di Sanità: “Affrontando l’intero panorama degli aspetti antropologici inerenti la salute e la cura - scrive - si evidenzia come essi non possano essere gestiti solo con gli strumenti e la metodologia propri della biomedicina: occorre anche il contributo delle discipline umanistiche. Vi sono ampie convergenze nel sostenere la necessità di inserire le ‘medical humanities’ nei curricula formativi delle professioni sanitarie: non è più sostenibile la tesi secondo cui per sviluppare una tale competenza siano sufficienti l’esperienza sul campo e il confronto con i casi clinici reali”.

A chiosa arriva il commento del presidente ligure Giovanni Toti: “La dimensione etica e umana è una parte fondamentale della medicina, intesa come cura della persona nel suo senso più ampio e profondo e questo volume affronta un argomento importante e attuale, ineludibile in questo momento di ripartenza in cui stiamo lavorando alla costruzione della sanità del futuro, un tema su cui è necessario riflettere nella consapevolezza che curare il corpo sia possibile approcciando l’essere umano nella sua interezza. Un esempio di tutto questo lo abbiamo avuto di fronte nel periodo più drammatico della pandemia, quando i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari si sono sacrificati, andando oltre il loro semplice dovere professionale, per essere davvero vicino al paziente non solo come tale, ma come persona, in particolare in situazioni di grande sofferenza, fatte anche di isolamento e solitudine”.

Marco Doldi è teologo plurititolato, docente di Teologia Morale all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Ligure e docente di Teologia Dogmatica e Morale alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, Sezione di Genova, mentre Petralia è manager, medico, specializzato in Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università di Genova, ed in Scienze Religiose presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Ligure. Docente a contratto di Storia della Medicina e Bioetica alla Scuola Medica dell’Università di Genova, dirige attualmente la Asl 4 della Liguri.

Dino Frambati

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