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Politica | 06 dicembre 2021, 13:17

Aree protette, flash mob di Legambiente: "Serve delineare superficie del Parco di Portofino"

In occasione dei trent’anni della legge 394/91 sulle aree protette, Legambiente Liguria ha organizzato un flash mob a Genova per sostenere le richieste dell’associazione ambientalista per ottenere nuove aree protette anche in Liguria e rafforzare quelle esistenti

Aree protette, flash mob di Legambiente: "Serve delineare superficie del Parco di Portofino"

In occasione dei trent’anni della legge 394/91 sulle aree protette, Legambiente Liguria ha organizzato un flash mob a Genova per sostenere le richieste dell’associazione ambientalista per ottenere nuove aree protette anche in Liguria e rafforzare quelle esistenti.

È stato, inoltre, realizzato un Report per ricordare l’importanza della normativa che in questi anni ha fatto bene al Paese in termini di crescita di aree protette, tutela e conservazione della biodiversità e habitat, riscoperta dei territori, contribuendo a dare una spinta importante all’economia locale, alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore turistico e nell’economia green.

"Più dell’11% del territorio nazionale è oggi sottoposto a tutela - si legge nel Report - la legge 394/1991 ha garantito nella Penisola la crescita della aree protette che sono passate dal 3% all’11%.  Si tratta di uno dei sistemi nazionali di tutela della natura più consistente dell’Unione Europea, dove la media dei territori protetti è del 5%. La normativa ha, inoltre, permesso la nascita dell’Ente parco come un nuovo soggetto istituzionale autonomo - oggi sono quasi 200 –; ha consentito di riscoprire territori di pregio fino ad allora marginali che hanno ritrovato interesse e ricevuto risorse pubbliche per invertire le dinamiche di sviluppo".

Un bilancio quello di questo trentennale della legge 394/91 nel complesso positivo, ma per Legambiente non bisogna dimenticare alcune criticità come il mancato aggiornamento in questi anni della normativa, la cui riforma è stata interrotta nel 2018. Assenza di modelli partecipativi, scarse risorse tecnico-scientifiche, disomogeneità di fondi e organici tra i parchi nazionali e le altre aree protette sono i punti dolenti di una normativa che deve essere al più presto rivista.

"Per quanto riguarda la Liguria, riteniamo che la nostra regione debba dare il proprio contributo per raggiungere il 30% di aree protette sul proprio territorio delineando definitivamente la superficie del Parco Nazionale di Portofino - dichiara Santo Grammatico, Presidente Legambiente Liguria - È necessario uscire dalle posizioni ideologiche e riconoscere le opportunità che ne deriverebbero, abbiamo cominciato a vedere alcune novità positive riconosciute da diversi sindaci ed è questo il percorso migliore per vedere finalmente istituito il perimetro del Parco Nazionale".

Purtroppo la situazione è critica anche per altre aree protette regionali: il Parco del Beigua e il Parco dell’Aveto sono sotto scacco per le richieste di condurre studi propedeutici all’apertura di nuove cave e miniere che vanificherebbero il lavoro di valorizzazione e promozione di uno sviluppo sostenibile condotto in questi anni.

Le popolazioni, le istituzioni locali, le associazioni ambientaliste che si oppongono a tali prospettive hanno ben capito quale valore aggiunto rappresentino le aree protette da un punto di vista sociale, ambientale ed economico. Si sono attivate organizzando manifestazioni e ricorsi al TAR, come nel caso del Beigua, o producendo osservazioni al Ministero della Transizione Ecologica, come nel caso dei comuni interessati dalla richiesta di concessione “Monte Bianco” a cavallo delle provincie di Genova e della Spezia.

"Il territorio del Comune di Urbe (SV) deve essere integrato nell’area protetta del Beigua ed è incomprensibile il ritardo accumulato dalla Regione su questa pratica, così come il Parco regionale di Montemarcello Magra-Vara deve diventare interregionale e nazionale - continua Grammatico - Il fiume Magra rappresenta infatti un sistema ecologico unico e strategico, per il quale è necessario preservare gli equilibri ecologici e idrogeologici in Toscana come in Liguria".

Per questo va tirata fuori dai cassetti della Commissione Ambiente e Territorio della Camera la proposta di legge presentata dall’On.Rossella Muroni che impegna il parlamento ad avviare l’iter istituzionale per arrivare ad avere un area protetta nazionale a cavallo delle due regioni.

Alle aree marine protette di Portofino, Cinque Terre, Isola Gallinara, Bergeggi, Capo Mortola e Porto Venere, bisogna aggiungerne una nell’imperiese, partendo e implementando il lavoro svolto dal Comune di Imperia che ha ottenuto la delimitazione di una porzione di superficie marina nell’area delle Rateghe, avviando l’iter scientifico e tecnico per far riconoscere una vera e propria Area Marina Protetta.

Tra le dieci storie virtuose raccolte nel Report, c’è quella del progetto Stonewallsforlife per la conservazione dei muri a secco nel Parco delle Cinque Terre, dove Legambiente è partner insieme al Parco nazionale delle Cinque Terre, Fondazione Manarola, Università di Genova, Itrb e Diputaciò Barcelona.

"È il parco più piccolo d’Italia nonché il più densamente popolato - spiega Santo Grammatico, tra i coordinatori del progetto - Dalla sua fondazione, nel 1999, il ruolo del Parco è quello di preservare il delicatissimo equilibrio tra le coltivazioni a terrazza e la natura. I muri a secco fanno bene al clima, al turismo e alla viticoltura di qualità, perché se prima c’era un fenomeno di abbandono dei terrazzamenti, con il riconoscimento Unesco del 1997 ne è stata riscoperta l’importanza che non è solo per l’economia locale ma anche per preservare la biodiversità e garantire l’assetto idrogeologico del territorio. Come ha dimostrato l’alluvione del 2011, quando i terreni coltivati hanno retto l’urto delle bombe d’acqua mentre quelli abbandonati sono franati sui centri abitati. Il progetto Stonewallsforlife ha come obiettivo mettere in sicurezza oltre 5 ettari di muri a secco nell’anfiteatro di Manarola, a Riomaggiore entro il 2024".

C.S.


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