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lavocedigenova.it | 02 aprile 2022, 17:25

Il subacqueo per amore che ha censito 288 toponimi nell’Area Marina Protetta di Portofino

La storia di Valdo Albieri, instancabile esploratore dei nostri fondali: negli anni ha documentato con passione e certosino impegno ogni singola caletta, ogni singolo anfratto, con l’intento di lasciare un’eredità importante alle nuove generazioni

Il subacqueo per amore che ha censito 288 toponimi nell’Area Marina Protetta di Portofino

Ha nuotato tra le punte, gli scogli e le baie del promontorio di Portofino, ha censito ben 288 toponimi, ha redatto una precisa e dettagliata mappa, ha preparato un libro e un video dedicati a questo suo immenso e prezioso lavoro. Nella vita ha fatto il meccanico, Valdo Albieri, ma da quando è andato in pensione ha potuto dare ancor più libero sfogo alla sua grandissima passione: quella delle immersioni.

È così che l’Area Marina Protetta di Portofino ha sempre meno ‘segreti’, grazie a quest’uomo instancabile di Santa Margherita Ligure, da sempre appassionato di mare, che ha all’attivo miglia e miglia effettuate in apnea, da subacqueo esperto, in particolare proprio a Portofino. Valdo può dire con orgoglio di conoscere l’area come le sue tasche: negli anni ha documentato con passione e certosino impegno ogni singola caletta, ogni singolo anfratto, con l’intento di lasciare un’eredità importante alle nuove generazioni, affinché questo immenso patrimonio di conoscenze non venga perduto. 

Fra i suoi maestri ci sono Folco Quilici e Franco Ciaccia, con i quali si è immerso più volte e ha condiviso la sua passione. Nelle sue immersioni in apnea ha raccolto immagini splendide e inedite, che ha editato in un video consegnato in dono agli amministratori dell’area e per il quale ha ricevuto encomio e riconoscimenti. Le sue riprese sono state effettuate interamente in apnea, senza alcuna barca in appoggio, a una profondità non superiore ai venti metri, naturalmente nel pieno rispetto della fauna marina. Ma Valdo Albieri non si è fermato qui. 

Video di questo tipo ovviamente ne esistono già molti, ma la sua intuizione innovativa è stata di associare l’immagine satellitare di ogni singolo anfratto alle immagini del fondale corrispondente. Sovrapponendo graficamente anche il nome originale delle singole calette, antico e sconosciuto ai più, ha reso la sua opera unica nel suo genere.

Da questo lavoro è nata l’idea di realizzare anche un manifesto dei toponimi costieri del Promontorio di Portofino, impresa brillantemente riuscita grazie anche al prezioso aiuto di Giorgio Massa, dell’Area Marina Protetta, che ne ha curato il progetto grafico, e alla collaborazione di Oreste Botto per la ricerca dei toponimi: tra punte, scogli, baie e cale sono stati individuati e censiti ben 288 toponimi.

“La particolarità di questo lavoro - racconta Albieri - risiede nel fatto che i toponimi raccolti su questa carta non si trovano nei documenti ufficiali, ma sono stati tramandati oralmente nel tempo, giunti inalterati o con lievi modifiche sino a noi. La loro conoscenza, in passato, era fondamentale per i pescatori e per coloro che avevano necessità di indicazioni precise. Oggi sono curiosità, ma il fatto di trascriverli e di realizzare una carta rappresenta un’eredità per le generazioni future, affinché non se ne perda la memoria”.

Ma Valdo va avanti, deciso e determinato, e vuole fare ancora di più: “La mia intenzione è quella di realizzare un libro illustrato interamente dedicato al Promontorio di Portofino e ai suoi fondali”. Nel frattempo la Regione Liguria, nell’ambito del progetto ‘MPA-Engage’, di cui è partner, ha annunciato nei giorni scorsi una nuova iniziativa di comunicazione dedicata a far conoscere i cambiamenti climatici in atto negli ecosistemi marini mediterranei per comprendere la necessità di una rapida e profonda trasformazione delle nostre insostenibili abitudini. L’infinita bellezza del nostro mare e le aree marine protette, vulnerabilità, impatti dei cambiamenti climatici, comunità locali, ricerca e possibilità di adattamento, sono i temi di una serie di brevi video destinati ai canali social, che da qualche giorno vengono presentati dai progetti ‘Interreg Med’, ‘MPA Engage’ e ‘MPA Networks’. La serie è stata inaugurata da un testimonial di eccezione, il famoso apneista francese Guillaime Néry.

Gli impatti del riscaldamento globale lungo le coste del Mediterraneo e le azioni intraprese dalle Aree Marine Protette sono raccontati in una serie di video pillole, evidenziandone pericoli e possibili soluzioni. Il claim scelto per il progetto ‘MPA Engage’, ovvero ‘Act Local, Think Mediterranean’, ci parla della necessità di azioni concrete guidate da un pensiero comune di sviluppo, di collaborazione e di futuro per gli ambienti marini e le comunità costiere. Una strategia mediterranea che parte dalle Aree Marine Protette, una risposta collettiva ad un problema sempre più grande e visibile, quello dei cambiamenti climatici.

Alberto Bruzzone

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